Ho letto l'articolo..che riporto sotto:
Mi piacerebbe sapere l'opinione di Dep...su quanto detto dal doc..essenzialmente vero..in generale..ricordiamo sperimentazioni mediche per esempio della terapia di Bella con sostanze dal nome corretto ma inquinate dalla tossicità di estrapolazione...o altro.
In altre parole..K-MAX..può ritenersi sicuro da questo punto di vista?
ciao
Buon giorno,
Sono il Dottor Rinaldi sto seguendo con molto interesse il “movimento” sulla niponivea, e anche i vari dubbi sull’efficacia della sostanza. Dopo questi 5 anni di studio però mi permetterei di fare una precisazione. Io e il mio gruppo (la dottoressa Bezzola e la Dottoressa Sorbellini) abbiamo cominciato a studiare la nipononivea 5 anni fa, dopo un lavoro effettuato a Tokyo con un collega giapponese. Da allora, per primi, abbiamo proseguito le ricerche in base anche ad altri lavori pubblicati sull’effetto della nipononivea sulla 5 alfa redattasi. Quello che è stato fatto è la ricerca dell’estratto purificato utile di specifici acidi polinsaturi attivi sull’enzima, e soprattutto della ricerca degli estratti più specifici (non tutta la nipononivea è uguale, con la stessa titolazione, con la quantità corretta di ac. Polinsaturi): e soprattutto la dimostrazione che un certo estratto è realmente efficace, e per questo sono stati eseguiti test in vitro sulla capacità di bloccare il recettore. Addirittura lo studio è stato fatto comparando la finasteride e la serenoa repens alla nipononivea, e il lavoro è stato presentato all’importantissimo congresso della American Academy di dermatologia a febbraio di quest’anno. Non è possibile, secondo me, sostenere l’efficacia di una sostanza senza prove scientifiche, e soprattutto bisogna fare attenzione alla qualità delle sostanze utilizzate.
La nipononivea non è una sostanza miracolosa, ma dai lavori pubblicati (e per smentire questa affermazione bisogna prima effettuare altri lavori comparativi in vitro e sull’uomo, che al momento non ci sono!) un estratto GIUSTO di nipononivea funziona molto di più della serenoa, e un po’ meno della finasteride.
Io continuo a prescrivere la propecia, come tutta la dermatologia insegna, ma abbino la nipon. nei casi in cui la finasteride non è indicata (donne, giovani, presenza di effetti collaterali) o come mantenimento di una terapia. Io credo molto nella terapia fitologica: ma non solo io, dal momento che un lavoro pubblicato sull’ultimo numero del giornale della American Academy (aprile 2005- Blu Journal) dice che un terzo della terapia dermatologica in Inghilterra è a base di terapie complementari (omeopatia, fitologia, etc).
Siccome sono molto fiero della mia “paternità” dei primi studi sulla nipononivea, credo che sia giusto non banalizzare né esagerare i suoi effetti, ma sapere che è un utile complemento alla terapia della alopecia androgenetica, con il vantaggio di essere priva di effetti collaterali (salvo nei soggetti con asma bronchiale da piante). A patto, ovviamente, che il prodotto sia corretto: non basta, secondo me, procurarsi dell’estratto per fare un prodotto giusto: serve la certificazione della provenienza, la reale titolazione, la purezza dei principi attivi (nipononivea non è una banale ortica!) Per questo, se la sostanza viene preparata in modo inadeguato, si rischia che non funzioni!
L’utilità dell’associazione con antiossidanti è poi altrettanto certa, testimoniata da numerosi studi riportati in letteratura che ci confermano come la prevenzione dell’apoptosi cellulare svolga un ruolo fondamentale nel prevenire l’invecchiamento e la morte precoce anche delle cellule della matrice dei capelli.
Sono già in studio altri inibitori della 5 alfa redattasi e, forse, l’anno prossimo, ci sarà qualcosa di ancora più selettivo. La terapia è sempre in evoluzione.
E’ la prima volta che rispondo direttamente ad un forum, tirato in campo anche dalle molte domande che arrivano sul nostro sito , e penso che un po’ di chiarezza su questo argomento sia utile.