Per Fabricius: Non credo che tutte le grandi città d'Italia abbiano lo stesso tasso di criminalità in quanto metropoli. Non dipende tanto dalla latitudine quanto da problematiche che appartengono alla città (tant'è che Milano è statisticamente più pericolosa di Roma), e, anzi, direi che non è nemmeno corretto rimanere sul piano della città ma che sarebbe opportuno parlare di quartieri.
Nello specifico, Napoli, come altre città e paesi del sud, vive problemi specifici come la camorra, oltre alla criminalità non organizzata.
A parte questo, forse esagero, ma vedo il tutto come se fosse una conseguenza di un atteggiamento trasversale rispetto a nord, centro e sud nei confronti della società e nello Stato. Un problema di coscienza vero e proprio.
Per me lo Stato è un qualcosa in cui sono e devo essere, come cittadino (quindi con i miei diritti e doveri) e come uomo (con la mia cultura, la mia intelligenza, la mia etica, il mio potenziale da esprimere attraverso il lavoro e la collaborazione). Lo Stato mi riflette e io rifletto lo Stato, vi partecipo, direttamente o indirettamente, perché sono convinto che il futuro di una singola persona non conti poi così tanto, ma conti il futuro di una persona nella società e il futuro di quella società. Come si fa ad andare avanti alla grande se tutto intorno a noi è in sfacelo? Impossibile...
Molti, con i loro buoni motivi (che non condivido affatto ma posso comprendere) vedono lo Stato innanzitutto come un ente che poco o niente c'entra con loro; come un qualcosa che priva, da cui difendersi, e se si riesce anche da ostacolare. Educano gli altri ad assimilare questa visione di un gigante cattivo che scaglia fulmini contro i cittadini.
Per carità, dovunque ci giriamo abbiamo collusioni con la mafia, sperpero dei soldi che vengono dal lavoro dei cittadini, baroni e caste, illegalità nella teorica culla della legalità... ma abbiamo anche le colpe di molti cittadini, anche illustri o famosi: truffe ai danni dello Stato (quindi di tutti, ndr), evasione fiscale, mafie appunto; e chi sbaglia certe volte ci guadagna pure l'applauso, come Valentino Rossi elogiato da una certa parte imbecille delle masse convinta di avere il suo rappresentante furbo che ha raggirato lo stato oppressore (de che, poi), come se lo stato fosse una terza persona. O politici che delegittimano di continuo istituzioni e magistratura.
Penso che la vergogna sia questa, e la colpa è anche dei cittadini. I politici non vengono da un altro pianeta, erano cittadini come noi e sono quello che ogni cittadino non forte potrebbe molto probabilmente diventare e che in piccola parte diventa, nella quotidianità.
Nel menefreghismo, nell'omertà, nel non fare la raccolta differenziata portandosi sulla coscienza un futuro immondo per i nostri figli e le malattie che si beccheranno col cadmio dei nostri ottomila telefonini pro capite, nello scegliere di lavorare un po' di meno tanto chi se ne frega.
Come si fa ad aspettarsi qualcosa da uno stato se allo stato non si crede? Se non credessi ad un progetto che sto facendo non arriverei mai a pensare che quel progetto potrebbe farmi vincere un concorso, o arricchirmi culturalmente.
Scriveva John Donne:
Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. [...] io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te.
e io non solo lo quoto tutto, ma lo bacerei dalla testa ai piedi per questa frase!
Basta lamentarsi, le lamentele hanno rotto le palle, è ora di darsi da fare, una buona volta! Non è impossibile, e non bisogna pensare di dover necessariamente agire in alto. Scusate se mi sono scaldato un po', ma la questione mi prende. Sarà che mi sono annoiato da solo per quanto mi lamentavo senza agire! Davvero, se non facciamo niente noi che abbiamo 20, 30 anni chi è che fa qualcosa? Quelle cariatidi novantenni in Parlamento? Per carità... Siamo intorpiditi, dobbiamo svegliarci e farci sentire!
Non è una questione di quello che ci dà questo Stato, è una questione di volontà nostra, se vogliamo che questo Stato cambi dobbiamo cambiarlo noi, se non vogliamo le tasse alte dobbiamo sbattere in galera e far restituire tutto agli evasori, se non vogliamo la mafia e i ricatti dobbiamo tutti insieme combatterli.
Contesto l'uguaglianza tra mafia e stato, perché onestamente mi sento parte di qualcosa di infinitamente bello, del mio Paese, dell'Europa. Nella mia testa niente di tutto ciò ha qualcosa a che fare con la mafia.