Il discorso cannabis è un crocevia di molte questioni, la cannabis fa male come da studi recenti, fa male molto più del vino consumato con moderazione, fa male come i superalcoolici bevuti con dipendenza.Ma cosa si può fare per ovviare a tutto questo?Vietarla del tutto, al di là della legge attuale sul consumo personale dai confini sfumati e troppo spesso discrezionali?
Io credo che debba essere considerato sempre il valore simbolico di cui l'oggetto viene investito.Farsi le canne appare trasgressivo più di quanto sia allucinogeno e alienante.Noi dovremmo colpire il simbolo prima della molecola, che invece andrebbe a mio modesto avviso liberalizzata.
Immaginatevi un mondo assurdo nel quale tutti guidassero velocissimi per legge e per obbligo, in quel mondo magari i ragazzi andrebbero in discoteca con la carrozza trainata da cavalli.
Lo sballo e la trasgressione hanno sempre un valore composto più dal simbolo e dalla cultura che dalla chimica.
e in questo non possiamo dimenticare il potere creativo dell'eversione contro il sistema di valori riconosciuti, qualunque esso sia.Abbiamo cioè il dovere civico di discutere attorno al problema di quali simboli addensare di significato, ma poi dobbiamo accettare che la generazione di chi a 20 anni si trova a vivere quei valori possa metterli in discussione e sovvertirli se il caso.Il che non significa andare in piazza a fare casino o ammazzare la gente in nome del marxismo venturo, parentesi infelici e ricorrenti di un fenomeno che muove il mondo da sempre.Si tratta invece di capire come l'evoluzione dell'uomo poggi sulla possibilità di dare forma alle utopie che si amano a 20 anni.Quella è l'età alla quale si fanno le scoperte più importanti, nella quale si compongono opere immortali e si ridefiniscono i confini del mondo conosciuto fin lì.Abbiamo dunque bisogno del malessere sociale di chi si fuma le canne, soprattutto di intercettarlo a livello pedagogico, anche se ovviamente e banalmente non tutti i cannisti diventeranno Einstein o Joyce.
Ma allo stesso modo in cui le canne sono un simbolo per la generazione scolastica che si affaccia, e certo rimangono evasione per gli altri, noi dobbiamo coglierne il valore simbolico cercando di capire che entro i limiti di una legge efficiente e figlia del buon senso, non potremo mai e non dovremo normalizzare la società.Non potremo e non dovremo perchè il disagio, l'istanza di valore e di senso della vita espressi grottescamente a scuola anche attraverso una canna hanno la stessa matrice psicologica e potenzialmente fondante la società di un sonetto di Shakespeare.
Io credo che debba essere considerato sempre il valore simbolico di cui l'oggetto viene investito.Farsi le canne appare trasgressivo più di quanto sia allucinogeno e alienante.Noi dovremmo colpire il simbolo prima della molecola, che invece andrebbe a mio modesto avviso liberalizzata.
Immaginatevi un mondo assurdo nel quale tutti guidassero velocissimi per legge e per obbligo, in quel mondo magari i ragazzi andrebbero in discoteca con la carrozza trainata da cavalli.
Lo sballo e la trasgressione hanno sempre un valore composto più dal simbolo e dalla cultura che dalla chimica.
e in questo non possiamo dimenticare il potere creativo dell'eversione contro il sistema di valori riconosciuti, qualunque esso sia.Abbiamo cioè il dovere civico di discutere attorno al problema di quali simboli addensare di significato, ma poi dobbiamo accettare che la generazione di chi a 20 anni si trova a vivere quei valori possa metterli in discussione e sovvertirli se il caso.Il che non significa andare in piazza a fare casino o ammazzare la gente in nome del marxismo venturo, parentesi infelici e ricorrenti di un fenomeno che muove il mondo da sempre.Si tratta invece di capire come l'evoluzione dell'uomo poggi sulla possibilità di dare forma alle utopie che si amano a 20 anni.Quella è l'età alla quale si fanno le scoperte più importanti, nella quale si compongono opere immortali e si ridefiniscono i confini del mondo conosciuto fin lì.Abbiamo dunque bisogno del malessere sociale di chi si fuma le canne, soprattutto di intercettarlo a livello pedagogico, anche se ovviamente e banalmente non tutti i cannisti diventeranno Einstein o Joyce.
Ma allo stesso modo in cui le canne sono un simbolo per la generazione scolastica che si affaccia, e certo rimangono evasione per gli altri, noi dobbiamo coglierne il valore simbolico cercando di capire che entro i limiti di una legge efficiente e figlia del buon senso, non potremo mai e non dovremo normalizzare la società.Non potremo e non dovremo perchè il disagio, l'istanza di valore e di senso della vita espressi grottescamente a scuola anche attraverso una canna hanno la stessa matrice psicologica e potenzialmente fondante la società di un sonetto di Shakespeare.