densità sempre buona e variabilità dei diametri molto minore del 20% (cut off dermatoscopico per diagnosi di aga).
Non vedevo miniaturizzati (forse 1 su 1000 caduti) ma capelli che cadevano in abbondanza si. Lasciandoli crescere, (adesso ce li ho abbastanza lunghi per valutare ogni 3 mesi il wash test) notavo a fronte di capelli che cadevano con la punta tagliata dei capelli più corti (ma certamente non miniaturizzati) con una punta non tagliata (caratteristica perché nell'apice di un capello non tagliato si vede una punta affusolata).
In realtà non mi è stata fatta una diagnosi di certezza avendo rifiutato una biopsia, ma dal wash test sembra che il telogen effluvium cronicizzato sia più probabile (vista l'assenza di altri segni come i capelli cadaverizzati e il capelli a punti esclamativo). Sta di fatto che entrambe le condizioni (che si distinguono perché nella alopecia aerata incognita vi sono linfociti T mente nel telogen efflivium no, semmai altre cellule infiammatorie ma non linfociti) si associano secondo quanto si legge in letteratura a lieve recessione temporale. Una recessione che tuttavia mai è progredita in oltre un decennio. A novembre avevo una caduta abbastanza fastidiosa - che durava parecchio purtuttavia senza grosse variazione di densità - adesso dopo oltre un mese senza gluitine è nettamente minore però trarrò le conclusioni molto più avanti anche perché la deduzione che la causa potesse essere il glutine è mia, non certo del dermatologo. Questi era pronto a darmi una terapia a base di cortisonici (penso l'olux) ma io ho deciso per una volta di fare di testa mia.
Nessuna sorpresa relativamente al glutine, non avrebbe senso che tutti se ne astenessero (anche perché pare che il 70% della popolazione abbia i geni HLA non a rischio), ma chi ha sintomi fastidiosi (ad esempio le afte ricorrenti che la maggior parte dei medici di medicina generale attribuisce erroneamente ad infezioni da Herpes virus 1) dovrebbe essere messo al corrente di queste cose. Inoltre evitare il glutine non significa dire no tout court a tutti i cereali: ce ne restano parecchi che non contengono glutine che resta possibile mangiare, a cominciare dal riso (di cui esistono molte varietà), dall'avena, e altri ancora (miglio, quinoa, amaranto, ecc..). Sulle quantità va da sé che il troppo stroppia per ogni cosa e che probabilmente non esiste una unica formulazione dietetica migliore per tutti i soggetti, un domani con l'analisi genomica a basso prezzo sarà possibile dedurre dal genoma i cibi che sono più adatti per la costituzione di ciascuno ma va da sé che ci sono delle costanti universali (ad esempio l'effetto protettivo di un elevato consumo di fibra).
Tenete presenti che il consumo di cereali integrali non è affatto associato a fattori di rischio ma anzi sembra avere un effetto protettivo per tutte le cause di morte.
http://bmcmedicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12916-015-0294-7
www.hsph.harvard.edu/.../more-whole-grains-linked-with-lower-mortality- risk/
I legumi possono certamente essere mangiati ma vanno saputi preparare, oppure ci si affida a quelli inscatolati, sulla cui cottura non c'é nulla da eccepire.
Inoltre io non do credito ai cultori della Paleo tipo Cordain, i cui libri reputo un caso di frode o aberrazione, ma semmai alle pubblicazioni di ricercatori seri come Fasano o Corazza.
resta il fatto che ancora molto c'é da dire sulla presunta non celiac gluten sensitivity.