Il discorso Fue / Strip è attualmente un argomento molto dibattuto e contoverso. Sicuramente ambedue le tecniche hanno un ruolo molto importante nei trapianti di capelli, ma il loro utilizzo è senza dubbio soggettivo, da valutare in base alla situazione di partenza di ogni paziente.
C'è molta confusione, che porta a fare scelte scelte sbagliate, soprattutto per quanto riguarda la fruibilità della FUE, su che tipo di paziente è maggiormente adatta, in che situazioni; se riesce a fornire il numero di grafts che noi desideriamo ottenere, cosa comporta in termini di visibilità dei segni d'intervento, i rischi, i vantaggi, etc
Analizzando in cosa consiste la FUE, si riescono a reperire molte informazioni da tenere in considerazione
1. LA FUE COME TECNICA. LA FUE consiste nel prelievo di unità follicolari di 1,2,3,4 o anche 5 e 6 capelli per unità.
Viene utilizzato un punch chirurgico di piccolo diametro per estrarre le grafts dallo scalpo, questo processo non richiede bisturi ed è minimamente invasivo, poichè il punch entra soltanto il necessario per rimuovere la radice dell'unità follicolare, lasciando pertanto cicatrici, in ogni caso, che però possono:
- invisibili alla vista, ma soltanto a livello microscopico, se la FUE viene performata da un chirurgo competente con l'ausilio del punch corretto
- visibili a occhio nudo, oltre che a livello microscopico, se la FUE viene eseguita con punch di diametro inadeguato, perchè troppo grande.
Per questo la FUE è tecnicamente una procedura più impegnativa della Strip: la fase di estrazione richiede molta maggiore attenzione, il rischio di uccidere le graft e di fare danni alla donor è infatti maggiore.
2. PUNCH & EFFETTI CICATRIZIALI. E’ quindi molto importante il tipo punch utilizzato per eseguire le estrazioni.
Non sempre il punch più piccolo è il migliore.
E' riconosciuta infatti la necessità di utilizzare un punch di diametro di 0.9 mm o inferiore per non lasciare segni visibili o white dots, così come è riconosciuta la necessità di variare il diametro del punch in relazione al numero di capelli per unità follicolare da estrarre
Un punch di 0.75-0.8mm può permettere di estrarre anche gruppi di 3-4 capelli per unità; se invece viene usato un punch di diametro superiore, ad esempio 1mm o oltre, il prelievo sarà più rapido e facile, ma col rischio di provocare cicatrici visibili e transection, se invece viene usato un punch di diametro inferiore, ad esempio 0.6mm, la probabilità di sopravvivenza delle UF estratte sarà minore.
Dunque il diametro del punch, associato all'abilità del chirurgo, permette di effettuare prelievi altamente precisi, di diametro microscopico, ma che comunque lasciano sempre e comunque delle microscopiche cicatrici. Guardando nel dettaglio un singolo prelievo, ossia una singola cicatrice, adesso la questione è: quanto sarà visibile questa cicatrice?
Fattori come la pigmentazione, il tipo di tessuto di pelle e la capacità di guarigione individuale possono favorire/ridurre la visibilità delle cicatrici, ma si può comunque affermare che:
- se il punch usato è del diametro di 0.9mm o inferiore, e l'abilità del chirurgo è buona, questa cicatrice sarà sì esistente, ma anche invisibile a occhio nudo (anche a capelli rasati), ma ci sarà sempre, e sarà possibile vederla soltanto tramite microscopio. Ovviamente esso non avrà l'aspetto di un white dot, per il semplice fatto che non sarà visibile, nè a capelli rasati nè a occhio nudo, quindi non si avrà quell'aspetto effetto tarma come molti dicono.
- se invece il punch usato è di diametro superiore, diciamo da 1 mm in su (ma a quel punto io non la chiamerei più FUE, e il chirurgo non lo chiamerei chirurgo), la possibilità che la cicatrice sia visibile ad occhio nudo è molto più alta, e l'effetto tarma (ossia white dots) è una conseguenza molto probabile quando vengono performate FUE con questi tipi di punch, anche se l'abilità del chirurgo è buona.
Questo perchè, il white dot si forma in seguito allo spostamento di tessuto della pelle nel foro lasciato aperto dal prelievo. Più il foro è grosso, più tessuto è a rischio di entrarvici, e ovviamente più sarà visibile.
In parole povere: con punch di 0,75/0.9 mm si avranno comunque cicatrici, ma soltanto a livello microscopico e quindi non un white dot come lo intendiamo, mentre con punch di 1mm o superiori, si rischiano cicatrici, ma questa volta visibili, ossia white dots, specialmente se le caratteristiche individuali del pazienti non sono favorevoli.
Un punch infatti di 1 mm o superiore permette estrazioni più veloci in quanto è richiesta minor precisione e c’è minor margine di errore rispetto a un punch di 0.75 mm.
Il problema si presenta quando questo punch è più grande della UF da estrarre; nel migliore dei casi verranno rimosse due UFs allo stesso tempo (che poi dovranno essere divise), ma con problematiche conseguenze per la donor in termini di visibilità delle cicatrici; ma nel peggiore dei casi, la seconda UF verrà “TRANSECTED” (uccisa) dal punch inadeguato.
Per questo motivo è necessario cambiare più volte la grandezza del punch durante la procedura per adeguarla alle caratteristiche dei capelli del paziente.
3. QUANDO PUO' ESSERE USATA LA FUE? La FUE può essere ideale per piccole procedure, come la ricostruzione delle tempie o dell'hairline, adatte a uomini con diradamento abbastanza limitato e circoscritto, inteso ad esempio come classe NW2-3.
E' particolarmente indicata per creare le hairline nel modo più naturale possibile, in quanto il fatto di poter selezionare, durante la fase d'estrazione, le UF in base alle loro caratteristiche (singole o multiple, più fini o meno fini) permette di poter andare a scegliere appositamente (CHERRY PICKED) le UF più indicate per ricreare la naturalezza, ossia quelle singole, e fra quelle singole, le più fini, provenienti specialmente dalle regioni intorno alle orecchie, estese anche sui parietali
La FUE è indicata anche per i casi di “repair” quando la lassità dell'area donatrice è danneggiata e limitata da precedenti operazioni strip, anche perchè l'area di prelievo è più ampia nella fue rispetto alla strip, poichè comprende anche i parietali e le regioni intorno a quella occipitale.
4. FUE & DONOR MANAGEMENT. Il fatto che l'area di prelievo è più ampia nella FUE rispetto alla STRIP non significa però che il numero totale di UF estraibili via FUE sia maggiore rispetto alla STRIP. Anzi, avviene l'opposto. La FUE può incrementare, anche notevolmente, il numero ottenuto e ottenibile con la STRIP ma non può, da sola, produrre più unità follicolari rispetto alla STRIP.
Il grado di calvizie è quindi uno dei parametri fondamentali per valutare l'idoneità a una procedura FUE.
Prima di procedere all’estrazione, deve essere inoltre determinata, la densità delle unità follicolari nella donor area, così come lo spessore e il calibro del capello. Questo permetterà di dirci due cose fondamentali: la grandezza del punch richiesto per ogni UF e l’ammontare approssimativo delle UF che possono essere estratte via FUE senza sfociare nell’OVER HARVESTING (prelievo eccessivo).
Alcuni fattori base determinano l'ammontare di UF che possono essere estratte e trapiantate in un giorno, fattori come l'eccessivo sanguinamento, l'avere un paziente impaziente, la necessità di cambiare tra diversi diametri di punch e tra punch stessi durante la procedura, rallenteranno la procedura limitando il numero finale di grafts.
Se il chirurgo non è a conoscenza della densità dell'area donatrice e non si preoccupa di gestire in modo ragionato la donor, così come se non ha una conoscenza dell'angolo di uscita del capello dalla pelle si possono verificare basse percentuali di ricrescita, oppure danneggiamento dei capelli circostanti quelli da estrarre (TRANSECTION), così come la perdita visibile di densità nella donor, causata da un prelievo eccessivo (OVER HARVESTING)
Affinchè non si verifichi il prelievo eccessivo e sc