L'argomento è delicato, un po' scomodo, e può suscitare reazioni scomposte, soprattutto da parte di alcuni, tesi a difendere in via pregiudiziale e acritica l'amato/odiato farmaco.
Premetto, pertanto, che il ragionamento di seguito esposto, trae fondamento dalla mia esperienza personale e dall'idea che i processi mentali attivatisi nella mia mente, possano averli condivisi altri soggetti che hanno vissuto situazioni analoghe.
Come evidenziato in altra discussione, dopo circa sei mesi dall'inizio dell'assunzione di fina, la libido si è progressivamente ridotta. Ho inizialmente sperato in una fastidiosa suggestione psicologica, ma lo stato di apatia sessuale perdurava e si faceva sempre più imbarazzante.
Non sapevo più cosa inventarmi per schivare i momenti di intimità con la mia ragazza, che drammaticamente evidenziavano il problema. Ero indifferente a qualsiasi visione o pensiero stimolante, e le erezioni mattutine, test probante e incondizionato, erano un lontano ricordo. Dopo ulteriori sei mesi di cura, nella vana speranza che qualcosa cambiasse, ho rinunciato al farmaco.
Da tre mesi a questa parte sono tornato quello di prima.
Tuttavia, ed è questo il punto, durante il periodo di assunzione, in occasione dell'ultima visita di controllo dal dermatologo, non ho avuto il coraggio di confessare che la mia carica sessuale era scomparsa.
Sbagliando, ho anteposto l'orgoglio di maschio latino alla cruda realtà che stavo vivendo in quel periodo. Era difficile vuotare il sacco, dire di trovarmi in quel solo 2 (o 4)% di individui colpiti dai sides... Non era forse suggestione psicologica?! Purtoppo no.
Ma allora, non è forse possibile che non sia stato l'unico a mentire?
Che magari lo facciano anche altri nelle mie stesse condizioni, che, forse, lo abbia fatto anche una parte di soggetti sui quali è stato testato il farmaco, con buona pace della Merck...
La sessuallità maschile è, per certi versi, ancora un tabù.
Ha delle inevitabili ricadute sull'autostima e sulla stima che si ricerca negli altri. Così ogni sua alterazione è protetta da qualsiasi tentazione di comunicarla a persona diversa, anche se, magari, è il proprio medico.
A conferma di ciò, la considerazione che in realtà virtuali, come questo forum, nei quali la riservatezza di ciascuno è mascherata da nomi bizzarri, la verità, guarda caso, emerge con maggior frequenza di quanto non accada, anche, in uno studio medico.
Premetto, pertanto, che il ragionamento di seguito esposto, trae fondamento dalla mia esperienza personale e dall'idea che i processi mentali attivatisi nella mia mente, possano averli condivisi altri soggetti che hanno vissuto situazioni analoghe.
Come evidenziato in altra discussione, dopo circa sei mesi dall'inizio dell'assunzione di fina, la libido si è progressivamente ridotta. Ho inizialmente sperato in una fastidiosa suggestione psicologica, ma lo stato di apatia sessuale perdurava e si faceva sempre più imbarazzante.
Non sapevo più cosa inventarmi per schivare i momenti di intimità con la mia ragazza, che drammaticamente evidenziavano il problema. Ero indifferente a qualsiasi visione o pensiero stimolante, e le erezioni mattutine, test probante e incondizionato, erano un lontano ricordo. Dopo ulteriori sei mesi di cura, nella vana speranza che qualcosa cambiasse, ho rinunciato al farmaco.
Da tre mesi a questa parte sono tornato quello di prima.
Tuttavia, ed è questo il punto, durante il periodo di assunzione, in occasione dell'ultima visita di controllo dal dermatologo, non ho avuto il coraggio di confessare che la mia carica sessuale era scomparsa.
Sbagliando, ho anteposto l'orgoglio di maschio latino alla cruda realtà che stavo vivendo in quel periodo. Era difficile vuotare il sacco, dire di trovarmi in quel solo 2 (o 4)% di individui colpiti dai sides... Non era forse suggestione psicologica?! Purtoppo no.
Ma allora, non è forse possibile che non sia stato l'unico a mentire?
Che magari lo facciano anche altri nelle mie stesse condizioni, che, forse, lo abbia fatto anche una parte di soggetti sui quali è stato testato il farmaco, con buona pace della Merck...
La sessuallità maschile è, per certi versi, ancora un tabù.
Ha delle inevitabili ricadute sull'autostima e sulla stima che si ricerca negli altri. Così ogni sua alterazione è protetta da qualsiasi tentazione di comunicarla a persona diversa, anche se, magari, è il proprio medico.
A conferma di ciò, la considerazione che in realtà virtuali, come questo forum, nei quali la riservatezza di ciascuno è mascherata da nomi bizzarri, la verità, guarda caso, emerge con maggior frequenza di quanto non accada, anche, in uno studio medico.