Ho visto una trasmissione televisiva in cui si parlava di un farmaco dimagrante ritirato dal mercato a causa dei gravissimi effetti collaterali provocati, e il discorso si è poi spostato sul ruolo importantissimo della farmacovigilanza che oggi pare essere diventata un'emergenza a livello mondiale.
Tornando alla nostra finasteride mi sorge spontanea una considerazione: quanti dermatologi, medici di base, chirurghi di trapianti, per non parlare dei farmacisti, segnalano a chi di dovere le reazioni avverse del farmaco riportate dai loro pazienti? Come si fa, in mancanza di tali segnalazioni, a creare una "letteratura" ampia e cronologicamente estesa su un farmaco che altrimenti resta per forza vincolato a tutti i limiti numerici e procedurali di trial scientifici e di studi su commissione?
Ecco, mi piacerebbe sapere, magari coinvolgendo anche il Dottor Gigli, se esiste qualcuno che si sia mai preso la briga di fare qualche segnalazione in questo senso.
Tornando alla nostra finasteride mi sorge spontanea una considerazione: quanti dermatologi, medici di base, chirurghi di trapianti, per non parlare dei farmacisti, segnalano a chi di dovere le reazioni avverse del farmaco riportate dai loro pazienti? Come si fa, in mancanza di tali segnalazioni, a creare una "letteratura" ampia e cronologicamente estesa su un farmaco che altrimenti resta per forza vincolato a tutti i limiti numerici e procedurali di trial scientifici e di studi su commissione?
Ecco, mi piacerebbe sapere, magari coinvolgendo anche il Dottor Gigli, se esiste qualcuno che si sia mai preso la briga di fare qualche segnalazione in questo senso.