Oh mi son persa.... Con tutti sti quote e riquote (il tasto quote esiste, basta mettere il pezzo da quotare tra i due (quote) (/quote) che appaiono cliccando sulle virgolette nel post...)
Sinceramente non capisco però il senso della discussione...
A parte che mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi howl, giuro non ho capito niente di quello che volevi dire.
La faccenda della statistica non l'hai tirata fuori rispondendo a me ma a Vetriolo:
Citazione:
Vetriolo, il fatto che siano delle persone che soffrono di alopecia a non condannare il datore di lavoro non indica niente, perchè non è un'evidenza statistica e perchè più semplicemente non è l'alopecia la discriminante che permette di dare un giudizio più sensato di un altro.
eh...
Però mi fa specie che tu che non hai l'universale possa arrogarti il diritto di sapere come la pensano coloro che ne sono invece affetti, affermando che non fa statistica. Perchè tu fai statistica?
Vabbè a parte la storia della statistica che comunque mi sembra non abbia alcun senso, mi sembra che ti stai solo incaponendo per difendere la tua prima tesi.
Come ti ho già cercato di far capire, non si condanna nessuno, si cerca solo di capire i meccanismi!
Certo che non è giusto perdere il lavoro perchè si è calvi, ma ci sono certi tipi di lavoro che richiedono una certa presenza (e questo sta scritto anche nel diritto al lavoro, in cui si specifica che se ci sono lavori che richiedono una particolare presenza fisica, deve essere specificato nell'annuncio di lavoro, il che dà diritto al proprietario di non assumere o di licenziare chi non rispetta più i canoni dell'annuncio). Questo significa solo che una cameriera carina di solito attira più clienti di una che sembra malata... e su questo non mi pare ci sia da discutere, è un dato di fatto (purtroppo ma lo è). Ora, come la ragazza ha diritto a tutelare il suo lavoro, secondo me lo stesso diritto ce l'ha il proprietario, che peraltro le ha solo chiesto di mettere una protesi (finchè non le sarebbero cresciuti i capelli, che dopo la chemio di solito ricrescono). Al rifiuto della donna (a mio parere una presa di posizione gratuita perchè non le costava nulla mettere una protesi per un periodo di tempo, pur di conservare il lavoro) il proprietario ha preferito licenziarla che perdere magari dei clienti, per il bene del suo locale e degli altri che ci lavorano. Non lo trovo mica molto astruso! Cosa c'è in questa logica che ti sfugge?
Da una parte la donna ha preferito esporre il suo problema e il suo disagio e si è rifiutata di andare incontro al proprietario... perchè il proprietario avrebbe dovuto andare incontro a lei? E se il contratto prevedeva la bella presenza? A parte che la notizia sinceramente è da verificare....
E infatti....
http://www.hairforum.it/index.php?id=117
leggi bene!
Citazione:Mette all'asta i suoi capelli e viene licenziata.
Nessuna donna sacrifica la propria chioma a cuor leggero. Stacey Fearnall, 36 anni, cameriera in un ristorante a Owen Sound, nella provincia canadese dell'Ontario, lo ha fatto per una buona causa: i suoi capelli, messi all'asta durante un evento di beneficenza, hanno fruttato 2.700 dollari, destinati a finanziare la ricerca sul cancro.
Ma il sacrificio di Stacey ha portato ad una conseguenza del tutto inaspettata: il licenziamento.
Quando lunedì scorso si è presentata al lavoro, Dan Hilliard, proprietario del ristorante Nathaniel's, ha dimostrato di non apprezzare per nulla la sua nuova capigliatura in stile marine e le ha intimato di mettersi una parrucca per coprire quel taglio così ardito, troppo informale per un locale che, ha specificato Hilliard, ha certi standard e impone agli impiegati di portare i capelli ad una lunghezza ragionevole e di evitare, almeno per quanto riguarda il personale maschile, l'uso di orecchini.
Quando Stacey ha rifiutato, è scattato il licenziamento: Non posso credere che sia successo davvero, ha raccontato la donna all'emittente locale Canada Ctv, E' ridicolo che si possa essere puniti per aver voluto fare una cosa buona. Contattata anche dai media americani, Stacey non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni - Ne abbiamo abbastanza di questa storia ha tagliato corto John, il marito della sfortunata cameriera, ai microfoni di abcnews.com - così come il proprietario di Nathaniel's.
Intervistato dai reporter di Canada Ctv, Hilliard ha precisato che la sua dipendente non è stata licenziata, ma solo invitata a ripresentarsi al lavoro quando i suoi capelli saranno ricresciuti: del resto, sostiene Hilliard, Stacey era già informata del fatto che la sua iniziativa, per quanto meritevole, non era gradita e che avrebbe dovuto cercare un altro modo per contribuire alla causa che tanto le stava a cuore.
Della serie prendete con le molle i tam tam internettiani che la finiscono come il telefono senza fili....
[xx(][xx(][xx(][xx(][xx(][xx(][xx(][xx(]
Insomma, tanto rumore per nulla....
Ricordatevi di consultare la homepage www.calvizie.net
Sinceramente non capisco però il senso della discussione...
A parte che mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi howl, giuro non ho capito niente di quello che volevi dire.
La faccenda della statistica non l'hai tirata fuori rispondendo a me ma a Vetriolo:
Citazione:
Vetriolo, il fatto che siano delle persone che soffrono di alopecia a non condannare il datore di lavoro non indica niente, perchè non è un'evidenza statistica e perchè più semplicemente non è l'alopecia la discriminante che permette di dare un giudizio più sensato di un altro.
eh...
Però mi fa specie che tu che non hai l'universale possa arrogarti il diritto di sapere come la pensano coloro che ne sono invece affetti, affermando che non fa statistica. Perchè tu fai statistica?
Vabbè a parte la storia della statistica che comunque mi sembra non abbia alcun senso, mi sembra che ti stai solo incaponendo per difendere la tua prima tesi.
Come ti ho già cercato di far capire, non si condanna nessuno, si cerca solo di capire i meccanismi!
Certo che non è giusto perdere il lavoro perchè si è calvi, ma ci sono certi tipi di lavoro che richiedono una certa presenza (e questo sta scritto anche nel diritto al lavoro, in cui si specifica che se ci sono lavori che richiedono una particolare presenza fisica, deve essere specificato nell'annuncio di lavoro, il che dà diritto al proprietario di non assumere o di licenziare chi non rispetta più i canoni dell'annuncio). Questo significa solo che una cameriera carina di solito attira più clienti di una che sembra malata... e su questo non mi pare ci sia da discutere, è un dato di fatto (purtroppo ma lo è). Ora, come la ragazza ha diritto a tutelare il suo lavoro, secondo me lo stesso diritto ce l'ha il proprietario, che peraltro le ha solo chiesto di mettere una protesi (finchè non le sarebbero cresciuti i capelli, che dopo la chemio di solito ricrescono). Al rifiuto della donna (a mio parere una presa di posizione gratuita perchè non le costava nulla mettere una protesi per un periodo di tempo, pur di conservare il lavoro) il proprietario ha preferito licenziarla che perdere magari dei clienti, per il bene del suo locale e degli altri che ci lavorano. Non lo trovo mica molto astruso! Cosa c'è in questa logica che ti sfugge?
Da una parte la donna ha preferito esporre il suo problema e il suo disagio e si è rifiutata di andare incontro al proprietario... perchè il proprietario avrebbe dovuto andare incontro a lei? E se il contratto prevedeva la bella presenza? A parte che la notizia sinceramente è da verificare....
E infatti....
http://www.hairforum.it/index.php?id=117
leggi bene!
Citazione:Mette all'asta i suoi capelli e viene licenziata.
Nessuna donna sacrifica la propria chioma a cuor leggero. Stacey Fearnall, 36 anni, cameriera in un ristorante a Owen Sound, nella provincia canadese dell'Ontario, lo ha fatto per una buona causa: i suoi capelli, messi all'asta durante un evento di beneficenza, hanno fruttato 2.700 dollari, destinati a finanziare la ricerca sul cancro.
Ma il sacrificio di Stacey ha portato ad una conseguenza del tutto inaspettata: il licenziamento.
Quando lunedì scorso si è presentata al lavoro, Dan Hilliard, proprietario del ristorante Nathaniel's, ha dimostrato di non apprezzare per nulla la sua nuova capigliatura in stile marine e le ha intimato di mettersi una parrucca per coprire quel taglio così ardito, troppo informale per un locale che, ha specificato Hilliard, ha certi standard e impone agli impiegati di portare i capelli ad una lunghezza ragionevole e di evitare, almeno per quanto riguarda il personale maschile, l'uso di orecchini.
Quando Stacey ha rifiutato, è scattato il licenziamento: Non posso credere che sia successo davvero, ha raccontato la donna all'emittente locale Canada Ctv, E' ridicolo che si possa essere puniti per aver voluto fare una cosa buona. Contattata anche dai media americani, Stacey non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni - Ne abbiamo abbastanza di questa storia ha tagliato corto John, il marito della sfortunata cameriera, ai microfoni di abcnews.com - così come il proprietario di Nathaniel's.
Intervistato dai reporter di Canada Ctv, Hilliard ha precisato che la sua dipendente non è stata licenziata, ma solo invitata a ripresentarsi al lavoro quando i suoi capelli saranno ricresciuti: del resto, sostiene Hilliard, Stacey era già informata del fatto che la sua iniziativa, per quanto meritevole, non era gradita e che avrebbe dovuto cercare un altro modo per contribuire alla causa che tanto le stava a cuore.
Della serie prendete con le molle i tam tam internettiani che la finiscono come il telefono senza fili....
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Insomma, tanto rumore per nulla....
Ricordatevi di consultare la homepage www.calvizie.net