E' una strada affascinante ed ancora in parte inesplorata sicuramente con inevitabili benefici per gli animali vertebrati superiori, uomo compreso, che attiva quei geni definiti della lungo-sopravvivenza.
Cioè gli organismi attivano quei meccanismi di risparmio energetico, per preservare le funzioni superiori (vedi la riproduzione) che saranno utili quando terminerà la carestia.
Foxo in primis ma anche Sirt p53 p21 e tanti altri, tutti geni, proteine, chinasi, enzimi capaci di influenzare la longevità in un sottile equilibrio tra autofagia senescenza ed apoptosi.
Piuttosto che Walter Longo del quale apprezzo alcuni studi ma non condivido alcune scelte commerciali, seguo Luigi Fontana più serio ed accademico [
].
L'invecchiamento è comunque inevitabile, la natura non ha beneficio se un'intera specie si riproduce senza morire, noi siamo dei semplici funzionari asserviti alla specie e preziosi fino al momento in cui trasmettiamo i nostri geni con eventuali modifiche positive, alla generazione futura.