Caso Ilva di Taranto

21 Ottobre 2009
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Scusate l'Off Topic, ma mi sta proprio qui. Stiamo leggendo l'ultima pagina di un libro di cui si sapeva la fine fin dall'inizio: l'Ilva sta chiudendo. O meglio, la stanno facendo chiudere. Indifferenti alla situazione paese, alle conseguenze economiche e sociali derivanti da questo provvedimento, di fatto la magistratura sta dando il LA a quello che ritengo sarà il definitivo epilogo dell'industria italiana. Ma già i romani insegnavano: Summum ius, summa iniuria. E cioè il massimo del diritto può rivelarsi il massimo dell’ingiustizia. Le conseguenze saranno incalcolabili con un effetto domino spaventoso. Ho fatto per 23 anni il direttore amministrativo di una società di una certa dimensione per cui sono molto preparato sull'argomento economico, giuridico, produttivo. Poi la mia azienda ha chiuso e mi sono trovato in CIG. A questo punto mi sono reinventato. Sono andato in Romania ed ho cominciato ad occuparmi di appalti europei e con un ottimo successo, devo dire. Ma da qui per la prima volta l'Italia l'ho interpretata da spettatore e non più da attore. Bene, sono giunto ad un verdetto definitivo: l'Italia non ha speranza. Mi dispiace dirlo ma è destinata al fallimento. E la magistratura sta avallando in questi giorni il suo destino. Questa caccia assurda all'evasore, al lavoro perfetto e protetto all'ennesima potenza, alla ricerca della perfezione produttiva senza inquinamento messa in atto un po' da tutti gli organi pubblici con l'obbiettivo di raggiungere una stato modello sta portando di fatto le aziende ad una chiusura irreversibile. Non potranno mai e poi mai competere con nazioni snelle, amiche dell'imprenditoria, molto meno rigide e costose. Le tasse tra le più alte al mondo, costo del lavoro idem. Leggi inapplicabili e fatte da chi non sa chi non sa cosa sia il lavoro, costo energia elettrica anche qui da record, sindacalizzazione estrema ed una magistratura che sembra vivere slegata dalla realtà (lasciando perdere la classe politica ed il debito pubblico), porterà l'Italia ad una lenta eutanasia. Nel mondo economico. è l'industria che produce quasi esclusivamente la VERA E SANA occupazione che poi si estende a tutti. Ma adesso il faro si sta spegnendo. E mi dispiace dirlo, chi vive di luce riflessa, si spegnerà anche lui. Non entro nei tanti, tantissimi particolari che potrei snocciolare. Ma risponderò entrando nel dettaglio a chiunque volesse contraddire queste mie personali affermazioni.
 

marlin

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Contraddirti ? E perché ? Pur restando a lavorare qui in Italia vedo le stesse cose che vedi tu. L'unica differenza è che spero ancora un minimo nel famoso stellone italico, un barlume di speranza, in altre parole..., anche se la crisi è epocale e non solo italiana, la EU si rivela alla fine una mostruosa burocrazia di persone non elette che esprime normative spesso assurde e vincolanti per tutti e quindi non si può parlare solo di Italia e di italiani parlando di questa malattia.

Ciao

MA - r l i n
 

joeh

Utente
1 Dicembre 2011
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Guarda, io concordo solo in parte...
Dispiace per i posti di lavoro ma garantire la salute per me viene al primo posto. L'aumento vertiginoso dei casi di tumore e altre patologie non può essere tollerato.
Succede qualcosa di analogo qui da noi in Sardegna nella zona militare di Quirra dove si facevano esercitazioni militari: quando ha chiuso a causa dell'inchiesta, la gente del posto è stata contrarissima per la perdita dell'indotto, ecc.. Intanto i casi di morte erano aumentati in modo elevato, sono nati agnelli a due teste, ecc...
Boh... è difficile discernere.. ma per me la salute viene anche prima del lavoro...
 

pccion

Utente
18 Febbraio 2012
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non diciamo eresie per piacere. sono tarantino e so quello che stiamo passando e che passiamo.

nel quartiere tamburi, alle spalle dell'ilva, le donne spolverano tutti i giori. ma non la polvere che trovi in casa.

polvere nera, METALLI PESANTI.

a taranto nascono bambini con cellule tumorali al cervello, prostata, fegato.

ogni anno si ammalano e muoiono di tumore migliaia di persone. per 1200 euro al mese?

davvero la vita vale 1200 euro al mese?


il problema non è chiudere l'ilva.

il punto è che in un luogo del genere http://italia.trovaspiagge.it/images/photo_beach/Puglia/Marina-di-Pulsano.jpg, L'ILVA PROPRIO NON SI SAREBBE DOVUTA COSTRUIRE.

invece ci si è crogiolati, e non si è investito in turismo. abbiamo un mare che farebbe invidia alle maldive, MA SENZA STRUTTURE.

e quando ti rendi conto che le cozze che mangi, i vini che bevi (primitivo di manduria, i formaggi e salumi che consumi SONO PIENI DI DIOSSINA, allora forse converrebbe stare zitti e riflettere.


chissenefotte dell'eccellenza delle imprese italiane? se queste portano solo morte e distruzione? il governo ha sepolto e insabbiato per 50 anni le prove della NON regolarità delle emissioni dell'ilva.

risultato? la famiglia riva se n'è sempre sbattuta, NON investendo nella depurazione.


abbiamo già perso decine di cari la dentro. BASTA
 

joeh

Utente
1 Dicembre 2011
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Guarda.. per allacciarmi a quello che dice pccion... qui in Sardegna abbiamo venduto vastissime aree all'industria chimica per qualche centinaio di posto di lavoro... risultato: adesso stanno chiudendo tutte lasciando il territorio in condizioni disastrose (zone di Ottana, Sardegna centrale e zone di Portoscuso ad es..). Non parliamo della zona del Sulcis e l'industria mineraria...[V]
Quello che dico sempre è che qui in Sardegna con le straordinarie risorse naturali che abbiamo e la poca popolazione avremmo dovuto puntare su un'economia tipo il Trentino: turismo e agricoltura... ma già li sono tedeschi e qui invece...
A volte penso che abbia ragione Grillo quando dice alla Germania: vi prego invadeteci!
 
21 Ottobre 2009
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Non è mia intenzione entrare dei dettagli del caso Ilva. Sono stati commessi abusi, lo so. Ma adesso l'Ilva non è più la fabbrica dei veleni del passato. E' molto migliorata dal punto di vista della qualità dell'aria ed i tumori riguardano l'inquinamento del passato, non del presente che è tollerabile anche se non assente come è logico che sia parlando di una acciaieria. Ma è l'ostilità generale nei confronti di chi produce che mi spaventa. Lasciando perdere gli estremismi di comportamento giustamente da condannare, quando leggo sul giornale che un'azienda è stata chiusa perchè non rispettava i canoni di sicurezza o di inquinamento, per controlli esasperati, documenti mancanti, autorizzazioni scadute ed anche per evasione fiscale, provo tristezza. Tristezza e sconforto perchè questo significa posti di lavoro persi e non più sostituiti o sostituibili. Ad ogni azienda che viene chiusa tutti noi diventiamo più poveri. Tutti gli italiani. Mettiamocelo in testa. Andiamo pure avanti con questo accanimento. Alla fine la medicina è più dannosa del male. Dal punto di vista etico questo ragionamento non sarà certo perfetto, lo so. Ma se vogliamo che l'Italia non fallisca, tutti noi dobbiamo schierarci dalla parte di chi produce. A costo di tollerare un margine di irregolarità che è indispensabile per produrre oggi in un sistema economico fatto di leggi assurde ed inapplicabili, se non con costi mostruosi.
 

pccion

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18 Febbraio 2012
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scusami claudio claudio, io mi auguro tu stia scherzando.

non commento queste tue affermazioni, perchè sicuramente sei accecato.


quando dici Ma adesso l'Ilva non è più la fabbrica dei veleni del passato. E' molto migliorata dal punto di vista della qualità dell'aria ed i tumori riguardano l'inquinamento del passato, spero tu lo faccia in buona fede, senza sapere.

perchè la realtà è ben diversa. la realtà è questa:

http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=GDZAiEfee2A&feature=fvwp

http://www.youtube.com/watch?v=BzNab9Zok-k

FATEVI UN ESAME DI COSCIENZA, QUALORA L'AVESTE ANCORA


 

pccion

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18 Febbraio 2012
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schierarci dalla parte di chi produce? io mi schiero dalla parte di chi mi permette una vita dignitosa.

NON MI SCHIERO DALLA PARTE DI CHI PRODUCE E INGANNA, NON MI SCHIERO DALLA APRTE DI CHI AMMAZZA ME E LE MIE GENERAZIONI.

NN MI SCHIERO DALLA PARTE DELA Xxxxxx E DEL RAGGIRO.

mi spiace, ma io tifo per la vita. non per la morte
 
21 Ottobre 2009
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Per quanto riguarda l'Ilva, scusa ma mi posso sbagliare. Non conosco la situazione inquinamento perchè io sono di Trento ed a Taranto non ci sono mai stato e leggo solo ciò che dice la stampa. Ma utilizzavo l'Ilva solo quale spunto per una riflessione molto più ampia.
 

pccion

Utente
18 Febbraio 2012
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allora se non sai, ti prego, evita (ma non per me, per rispetto a chi non c'è piu) di dire scempiaggini.

solo un tarantino, solo chi abita in quelle zone può capire il disagio di veder il proprio papà morto di tumore in soli 6 mesi a 55 anni per 1200 euro al mese.

ma questo è solo un esempio. come dicevo prima, sono 50 anni che l'ilva uccide e insabbia.

e tu stai dalla parte che produce e ammazza? davvero?

abbiamo punti di vista differenti.

io sto dalla parte della vita. non mi interessa essere ricco.

mi basta vivere una vita dignitosa, per me e i miei figli.
 

marlin

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Per la questione ecologica è giusto quello che hanno detto gli altri utenti, con la vita (sopratutto degli altri) non si scherza, quello che mi pare sia mancato in questo caso è la flessibilità che ci ha sempre aiutato a superare diversi ostacoli (essendo noi italiani meno rigidi di molti altri popoli). In pratica mi pare che la magistratura non abbia collaborato a risolvere la situazione che dopo tanti anni non poteva essere certo risolta in un giorno e quindi si doveva fare in modo che l'azienda si adeguasse con sollecitudine, ma in tempi che non la portassero al blocco e alla chiusura.

Gli italiani non sono così scemi da non capire che un'azienda che chiude è un problema in più, anche se alcuni ritengono che lo stato debba provvedere a tutto e quindi anche al loro benessere.

Per non farla lunga io sono d'accordo con un non-politico, come Piero Angela, che nei suoi programmi quando sfiorava il tema economia ha spesso ribadito una legge che per me (laureato in economia) è semplice e basilare : se c'è qualcuno che merita un reddito e non lo percepisce, da qualche altra parte c'è qualcuno che percepisce un reddito senza meritarselo. Anche partecipando a una trasmissione insieme ai politici ha detto chiaro tutti si preoccupano di come redistribuire il reddito, ma nessuno di come crearlo. Questi sono i problemi di tutte le economie, ma in modo particolare della nostra.

Ciao

MA - r l i n

 

pccion

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marlin, l'occasione di sanare c'è stata.

al posto di investire denaro per la depurazione e ottimizzazione, i soldi sono stati sperperati e investiti in altro, e ilva e governo hanno insabbiato per 50 anni, MA LA GENTE CONTINUA A MORIRE, e loro si arrichiscono.

FANCULO, TUTTI IN GALERA **strad*
 

marlin

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Non doveva essere un'occasione, ma un programma monitorato attentamente con l'interessamento del governo. Solo così si salvano salute e lavoro. La gente non muore per l'inquinamento di oggi, ma per quello pregresso...in questo concordo con Claudio.

Mi pare comunque che la stessa Taranto sia divisa sull'argomento, quindi la questione non è così semplice da risolvere.

Ciao

MA - r l i n
 

pccion

Utente
18 Febbraio 2012
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certo, è ovvio che sia divisa sull'argomento. da una parte ci sono padri di famiglia di 50 anni che devono mandare avanti la prole.

dall'altra giovani talentuosi desiderosi di veder fiorire una città che amano.

nel mezzo, come sempre, ci sono i bradipi, ovvero coloro i quali si crogiolano nel loro posto fisso e nella loro ottusità, senza un minimo di aspettativa di vita migliore.

e in tutto questo c'è chi muore e chi si arricchisce sulla nostra salute.

come dicevo prima, il problema ilva in realtà non si dovrebbe porre, perchè con un litorale del genere e un potenziale del genere, quel mostro proprio non si sarebbe nemmeno dovuto immaginare in una splendida città come taranto
 
21 Ottobre 2009
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Qui c'è di mezzo un'utopia che può portare fuori dalla ragione. Fare turismo in Italia è difficilissimo. Mi collego al discorso che ho fatto prima e cerco di far capire. In Italia c'è una tale burocrazia, regole ambientali, controlli, fiscalità, ecc, ecc, che di fatto ha portato le catene alberghiere italiane ad investire all'estero e zero in Italia. Dall'altra parte nessuna catena internazionale estera investe un centesimo da anni in Italia. Quindi puntare sul turismo (io naturalmente sarei d'accordissimo) con le condizioni attuali italiane non è possibile. Resta un'utopia per deviare la ragione. Dalle altre parti all'estero, per agevolare il turismo, le varie municipalità PAGANO le aziende aeree perchè atterrino nei loro aeroporti. Anche così si fa il turismo. Naturalmente in Italia è impensabile. Senza fossilizzarsi sull'Ilva, il problema in Italia è agevolare e favorire l'imprenditoria. Invece da noi è considerata da tutti una nemico da schiacciare. Anche a Tarato, c'è un accordo per l'applicazione dell'AIA molto severo e penalizzante se non rispettato. Ma cosa vanno a fare i giudici? In questo momento delicato vanno a sequestrare i beni in modo che l'Aia non possa essere applicato. Ma allora in queste condizioni, chi sono i buoni e chi sono i cattivi?
 

mattafix

Utente
11 Gennaio 2012
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la magistratura sta avallando in questi giorni il suo destino

non parliamo di ambienti che non si conoscono, la (buona) magistratura non avalla nulla, applica la legge