>> non lo si può inibire senza peggiorare il corpo e probabilmente anche la sua salute.
non si tratta certo di bloccare mTOR, si tratta di un fine-tuning. inoltre mTOR è costituito da 3 sub-unità, torq1 torq2 e raptor. Gli effetti derivanti dall'inibizione selettiva di ciascuna di queste è differente. Ad esempio per promuovere la longevità basterebbe inibire, andando a memoria, torq1, mentre l'inibizione selettiva torq2 predispone al diabete (bloccando il segnale di trasduzione dai recettori tirosin-chinasici dell'insulina e del'IGF-1). Inoltre, come se non bastasse, non è detto che mTOR rivesta un ruolo pro-aging in tutti i citotipi. Probabilmente vi sono distretti cellulari (come i miociti) in cui la sua espressione è pochissimo dannosa.
il blocco di mTOR è stato tentato in certe forme tumorali ma l'effetto collaterale è ovviamente una regressione del sistema immunitario (l'immunosoppressione è una cosa un po' diversa, blagosklonny suggerisce che la rapamycina ringiovanisca il sistema immunitario riportandolo a uno stadio immaturo) non così compatibile con certi quadri clinici. Quanto alla terapia quindi vi sono limiti, nell'ambito della prevenzione invece ritengo che essendo largamente responsabile il complesso de mTOR dell'invecchiamento è indubbio che una sottoregolazione di esso, prevenendo l'invecchiamento prevenga uno degli effetti collaterali legati allo stesso. ovvero il cancro. Il cancro aumenta esponenzialmente con l'età questo è un dato di fatto. SI sa che i percorsi di crescita sono centrali perché in soggetti in cui è mutato il recettore del mediatore dell'ormone della crescita, ovvero il recettore tirosin-chinasico per IGF-1 (GH sortisce i suoi effetti attraverso quelli che vengono detti somatomedine, ossia IGF-1 e IGF-2) si ha nanismo non-acondroplasico detto sindrome di Laron. IN questa malattia i soggetti pur presentando nanismo appaiono per il resto sani e immuni da cancro e diabete. Su youtube c'é un'intervista di uno stimato ricercatore italiano, il Dott. Ph. D Longo (un cervello in fuga), il quale collabora con un altro stimatissimo esperto biogerontologo, il Dott. Fontana di Boston (vado a memoria). Se l'inattivazione genetica di IGF-1R rende immuni dal cancro e dal diabete non si può sostenere che il più grande responsabile sia c-myc. Anche perché c-myc è un fattore di trascrizione ( attiva le cicline ovvero i geni preposti all'organizzazione della mitosi cellulare) e i fattori di trascrizione sono l'ultimo step in tutte le vie di trasduzione del segnale. Vale a dire che prima di essere attivati un ormone interagisce con un recettore (di membrana o citologico), questi recluta quindi proteine adattatrici, le proteine adattatrici attivano delle chinasi che attivano altre chinasi fino a che l'ultima chinasi attivata in questa cascata (solitamente si tratta delle via delle MAP-Kinasi) fosforila questi fattori (oltre a c-myc c'é c-fos e c-jun) che sono già nel nucleo e una volta attivati interagiscono col DNA in specifiche sequenze che sono i promotori.
Ora gran parte dei tumori epidemiologicamente rilevanti sono carcinomi, ovvero tumori delle cellule epiteliali che esprimono attivamente c-myc in quanto vanno incontro a frequente mitosi. Però di oncogeni conosciuti e importanti ce ne sono molti (recettori mutati di ormoni e fattori di crescita o proteine traduttrici del segnale come RAS), vi sono poi gli oncosoppressori gatekeeper (rb, p53) e caretaker geni codificanti proteine preposte al riparo del DNA (Nucleotide excision repari, Base excysion repair). Tanto per intenderci p53 è mutato nel 50% dei tumori e non capisco quindi questa presa di posizioni.
CMq la ricerca sul cancro non mi entusiasma più di tanto. Poiché il cancro in grossa parte un risultato dell'invecchiamento state pur certi che concentrarsi sul cancro non risolverà mai il problema una volta per tutte. i problemi si affrontano alle radici.
un cadeaux
http://www.youtube.com/watch?v=EN9aXwvJ78A
http://en.wikipedia.org/wiki/Laron_syndrome