Ho letto questo post qualche giorno fa su un altro forum e ne sono rimasta profondamente colpita... Non perché non avessi queste idee ben chiare nella mente, ma perché mi hanno ricordato la drammaticità di tutte quelle volte in cui i problemi ci spaventano e ci fanno tirare indietro. Quante volte ho visto fuggire le persone da se stessi, e fingere di essere qualcun altro perché è più facile essere larva che uomini... e allora ho deciso di postarlo qui.
L'autrice è una senachi e tighearn, ossia cultrice storica, narratrice di gesta e signora di un Clan italiano. Le ho chiesto se potevo postare qui il suo pensiero, e lei ha acconsentito.
Guardatevi intorno, osservate chi conoscete: quelli che non prendono un animale in casa per paura di affezionarsi e soffrire se dovesse morire, sono un paradigma.
C'è pieno il mondo di ignavi, di gente che vive schiava della paura: paura di soffrire, di essere abbandonata, di risultare ridicola, di essere giudicata.
C'è chi ha il timore di non piacere e tace e si nasconde; per paura di un rifiuto chiude il cuore, scappa, sfugge a se stesso e si nega la possibilità di un sentimento.
C'è chi non vuole figli perchè ha paura di non riuscire ad amarli,c'è chi vive una eterna adolescenza di sensazioni epidermiche, peluches e parchi dei divertimenti e non impegna l'anima, il corpo, il sangue in qualcosa per cui valga la pena vivere. Il mondo è pieno di zombies, di larve, di spoglie vuote di insetti, non chiamateli uomini e donne, non lo sono.
C'è gente in giro proprio bella, che non si spo*ca con niente, sembra uscita da una fabbrica di bambole ed ha l'anima di plastica.
Chi è vivo non ha paura di amare, non ha paura di pagare un prezzo alla vita, si spo*ca le mani con la m**da dei suoi figli e li ama senza risparmio e senza riserve.
Lasciamo ai pavidi l'anestesia sentimentale: meglio soffrire, sbagliare, pentirsi, essere delusi, che non essere vivi.
Marina
L'autrice è una senachi e tighearn, ossia cultrice storica, narratrice di gesta e signora di un Clan italiano. Le ho chiesto se potevo postare qui il suo pensiero, e lei ha acconsentito.
Guardatevi intorno, osservate chi conoscete: quelli che non prendono un animale in casa per paura di affezionarsi e soffrire se dovesse morire, sono un paradigma.
C'è pieno il mondo di ignavi, di gente che vive schiava della paura: paura di soffrire, di essere abbandonata, di risultare ridicola, di essere giudicata.
C'è chi ha il timore di non piacere e tace e si nasconde; per paura di un rifiuto chiude il cuore, scappa, sfugge a se stesso e si nega la possibilità di un sentimento.
C'è chi non vuole figli perchè ha paura di non riuscire ad amarli,c'è chi vive una eterna adolescenza di sensazioni epidermiche, peluches e parchi dei divertimenti e non impegna l'anima, il corpo, il sangue in qualcosa per cui valga la pena vivere. Il mondo è pieno di zombies, di larve, di spoglie vuote di insetti, non chiamateli uomini e donne, non lo sono.
C'è gente in giro proprio bella, che non si spo*ca con niente, sembra uscita da una fabbrica di bambole ed ha l'anima di plastica.
Chi è vivo non ha paura di amare, non ha paura di pagare un prezzo alla vita, si spo*ca le mani con la m**da dei suoi figli e li ama senza risparmio e senza riserve.
Lasciamo ai pavidi l'anestesia sentimentale: meglio soffrire, sbagliare, pentirsi, essere delusi, che non essere vivi.
Marina