Acidi grassi insaturi

officinalis

Utente
27 Luglio 2003
287
0
265
Nell'articolo sotto si parla dell'azione anti 5 a reduttasi degli acidi grassi insaturi (con particolare riferimento alla nipo).
Cosa ne pensate?

Non ho conoscenze chimiche.
Chi mi sa dire se l'acido pentadecanoico fa parte degli acidi grassi insaturi con 14 - 22 catene di carbonio e da 1 a 6 doppi ligami in configurazione cis, cone ad es. l'acido linoleico e quello stearico?
Se così è, l'acido pentadecanoico potrebbe (per logica deduzione) avere effetti inibitori sulla 5 a reduttasi?
COpio di seguito l'articolo, trascritto la LAPELLE




I dati epidemiologici sull’alopecia androgenetica maschile e femminile sono impressionanti: piu' del 50% degli uomini e del 40% delle donne ne presentano una forma clinicamente evidente. Recentemente Vera Price ha pubblicato dati altrettanto significativi sull’incidenza dell’alopecia androgenetica negli adolescenti lanciando l’allarme sull’impatto psicologico e il disagio emotivo che la calvizie androgenetica puo' determinare in un numero altissimo di giovani, al limite della patologia comportamentale.
Eppure, la terapia dermatologica ha fatto enormi progressi negli ultimi venti anni, e soprattutto dall’introduzione del minoxidil (primi anni ‘80) e della finasteride (1994) ha messo a disposizione farmaci estremamente efficaci, con una bassissima incidenza di effetti collaterali. E’ risaputo, poi, che numerosi altri principi attivi farmacologici possono essere utili nell’alopecia androgenetica: e' il caso, per esempio, dello spironolattone o della flutamide, o della dutasteride, che spesso pero' non vengono utilizzati per motivi medico-legali (mancanza di indicazione d’uso, rischio di effetti collaterali, eccetera). Forse proprio per questo motivo, in questi venti anni i “canoni” della terapia dell’alopecia androgenetica riconoscono solo il minoxidil e la finasteride come cura accettata, con l’aggiunta della terapia ormonale nei casi indicati, come stigmatizzato dalle linee guida dell’American Academy of Dermatology, o dai numerosi articoli pubblicati. Tuttavia anche le terapie ufficiali hanno dei limiti: gli ormoni negli uomini o nelle donne affette da patologia endocrina o oncologica, la finasteride per le donne in eta' fertile (e per motivi medico-legali dopo la menopausa per la mancanza di indicazione), il minoxidil per gli adolescenti. Come affrontare, quindi, tutte le situazioni non previste dai “canoni”? Negli ultimi anni sono state studiate sostanze alternative, spesso di origine naturale, che si son
 

officinalis

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27 Luglio 2003
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Nell'articolo sotto si parla dell'azione anti 5 a reduttasi degli acidi grassi insaturi (con particolare riferimento alla nipo).
Cosa ne pensate?

Non ho conoscenze chimiche.
Chi mi sa dire se l'acido pentadecanoico fa parte degli acidi grassi insaturi con 14 - 22 catene di carbonio e da 1 a 6 doppi ligami in configurazione cis, cone ad es. l'acido linoleico e quello stearico?
Se così è, l'acido pentadecanoico potrebbe (per logica deduzione) avere effetti inibitori sulla 5 a reduttasi?
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I dati epidemiologici sull’alopecia androgenetica maschile e femminile sono impressionanti: piu' del 50% degli uomini e del 40% delle donne ne presentano una forma clinicamente evidente. Recentemente Vera Price ha pubblicato dati altrettanto significativi sull’incidenza dell’alopecia androgenetica negli adolescenti lanciando l’allarme sull’impatto psicologico e il disagio emotivo che la calvizie androgenetica puo' determinare in un numero altissimo di giovani, al limite della patologia comportamentale.
Eppure, la terapia dermatologica ha fatto enormi progressi negli ultimi venti anni, e soprattutto dall’introduzione del minoxidil (primi anni ‘80) e della finasteride (1994) ha messo a disposizione farmaci estremamente efficaci, con una bassissima incidenza di effetti collaterali. E’ risaputo, poi, che numerosi altri principi attivi farmacologici possono essere utili nell’alopecia androgenetica: e' il caso, per esempio, dello spironolattone o della flutamide, o della dutasteride, che spesso pero' non vengono utilizzati per motivi medico-legali (mancanza di indicazione d’uso, rischio di effetti collaterali, eccetera). Forse proprio per questo motivo, in questi venti anni i “canoni” della terapia dell’alopecia androgenetica riconoscono solo il minoxidil e la finasteride come cura accettata, con l’aggiunta della terapia ormonale nei casi indicati, come stigmatizzato dalle linee guida dell’American Academy of Dermatology, o dai numerosi articoli pubblicati. Tuttavia anche le terapie ufficiali hanno dei limiti: gli ormoni negli uomini o nelle donne affette da patologia endocrina o oncologica, la finasteride per le donne in eta' fertile (e per motivi medico-legali dopo la menopausa per la mancanza di indicazione), il minoxidil per gli adolescenti. Come affrontare, quindi, tutte le situazioni non previste dai “canoni”? Negli ultimi anni sono state studiate sostanze alternative, spesso di origine naturale, che si son
 

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Nell'articolo sotto si parla dell'azione anti 5 a reduttasi degli acidi grassi insaturi (con particolare riferimento alla nipo).
Cosa ne pensate?

Non ho conoscenze chimiche.
Chi mi sa dire se l'acido pentadecanoico fa parte degli acidi grassi insaturi con 14 - 22 catene di carbonio e da 1 a 6 doppi ligami in configurazione cis, cone ad es. l'acido linoleico e quello stearico?
Se così è, l'acido pentadecanoico potrebbe (per logica deduzione) avere effetti inibitori sulla 5 a reduttasi?
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I dati epidemiologici sull’alopecia androgenetica maschile e femminile sono impressionanti: piu' del 50% degli uomini e del 40% delle donne ne presentano una forma clinicamente evidente. Recentemente Vera Price ha pubblicato dati altrettanto significativi sull’incidenza dell’alopecia androgenetica negli adolescenti lanciando l’allarme sull’impatto psicologico e il disagio emotivo che la calvizie androgenetica puo' determinare in un numero altissimo di giovani, al limite della patologia comportamentale.
Eppure, la terapia dermatologica ha fatto enormi progressi negli ultimi venti anni, e soprattutto dall’introduzione del minoxidil (primi anni ‘80) e della finasteride (1994) ha messo a disposizione farmaci estremamente efficaci, con una bassissima incidenza di effetti collaterali. E’ risaputo, poi, che numerosi altri principi attivi farmacologici possono essere utili nell’alopecia androgenetica: e' il caso, per esempio, dello spironolattone o della flutamide, o della dutasteride, che spesso pero' non vengono utilizzati per motivi medico-legali (mancanza di indicazione d’uso, rischio di effetti collaterali, eccetera). Forse proprio per questo motivo, in questi venti anni i “canoni” della terapia dell’alopecia androgenetica riconoscono solo il minoxidil e la finasteride come cura accettata, con l’aggiunta della terapia ormonale nei casi indicati, come stigmatizzato dalle linee guida dell’American Academy of Dermatology, o dai numerosi articoli pubblicati. Tuttavia anche le terapie ufficiali hanno dei limiti: gli ormoni negli uomini o nelle donne affette da patologia endocrina o oncologica, la finasteride per le donne in eta' fertile (e per motivi medico-legali dopo la menopausa per la mancanza di indicazione), il minoxidil per gli adolescenti. Come affrontare, quindi, tutte le situazioni non previste dai “canoni”? Negli ultimi anni sono state studiate sostanze alternative, spesso di origine naturale, che si son
 

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27 Luglio 2003
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Nell'articolo sotto si parla dell'azione anti 5 a reduttasi degli acidi grassi insaturi (con particolare riferimento alla nipo).
Cosa ne pensate?

Non ho conoscenze chimiche.
Chi mi sa dire se l'acido pentadecanoico fa parte degli acidi grassi insaturi con 14 - 22 catene di carbonio e da 1 a 6 doppi ligami in configurazione cis, cone ad es. l'acido linoleico e quello stearico?
Se così è, l'acido pentadecanoico potrebbe (per logica deduzione) avere effetti inibitori sulla 5 a reduttasi?
COpio di seguito l'articolo, trascritto la LAPELLE




I dati epidemiologici sull’alopecia androgenetica maschile e femminile sono impressionanti: piu' del 50% degli uomini e del 40% delle donne ne presentano una forma clinicamente evidente. Recentemente Vera Price ha pubblicato dati altrettanto significativi sull’incidenza dell’alopecia androgenetica negli adolescenti lanciando l’allarme sull’impatto psicologico e il disagio emotivo che la calvizie androgenetica puo' determinare in un numero altissimo di giovani, al limite della patologia comportamentale.
Eppure, la terapia dermatologica ha fatto enormi progressi negli ultimi venti anni, e soprattutto dall’introduzione del minoxidil (primi anni ‘80) e della finasteride (1994) ha messo a disposizione farmaci estremamente efficaci, con una bassissima incidenza di effetti collaterali. E’ risaputo, poi, che numerosi altri principi attivi farmacologici possono essere utili nell’alopecia androgenetica: e' il caso, per esempio, dello spironolattone o della flutamide, o della dutasteride, che spesso pero' non vengono utilizzati per motivi medico-legali (mancanza di indicazione d’uso, rischio di effetti collaterali, eccetera). Forse proprio per questo motivo, in questi venti anni i “canoni” della terapia dell’alopecia androgenetica riconoscono solo il minoxidil e la finasteride come cura accettata, con l’aggiunta della terapia ormonale nei casi indicati, come stigmatizzato dalle linee guida dell’American Academy of Dermatology, o dai numerosi articoli pubblicati. Tuttavia anche le terapie ufficiali hanno dei limiti: gli ormoni negli uomini o nelle donne affette da patologia endocrina o oncologica, la finasteride per le donne in eta' fertile (e per motivi medico-legali dopo la menopausa per la mancanza di indicazione), il minoxidil per gli adolescenti. Come affrontare, quindi, tutte le situazioni non previste dai “canoni”? Negli ultimi anni sono state studiate sostanze alternative, spesso di origine naturale, che si son
 

marlin

Amministratore
Staff
9 Maggio 2004
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2,015
Milano
Ciao mitico Officinalis, il tuo pentadecanoico è un 15:0, ossia un acido saturo, però a catena dispari (pare che questo numero dispari sia strategico per la ricrescita dei capelli).

Qui dicono che solo gli insaturi bloccherebbero la 5 ar, ma il pentadecanoico non lo sa e funziona lo stesso[:)]

Scherzi a parte, pare che il pentadecanoico agisca aumentando notevolmente la produzione di ATP e quindi sia più simile al minox che alla fina.

Auguri.

MA - r l i n