Quindici anni fa più o meno ho iniziato una personale battaglia contro l'A.A, nel consueto modo che tutti i perseguitati da questa atroce e incurabile patologia hanno testato, prendendo appuntamenti a più non posso presso studi di noti e meno, professionisti del settore.
Dal dermatologo di provincia molto specializzato nella cura (della pedicùlosi), allo strafigo/a, celeberrimo/a , dermatologo/a del centro delle città italiane e non.
Come se non bastasse per la mia mancanza di pigrizia (santa pigrizia, una delle poche cose santissime di questa vita, dopo i vizi e i soldi) non ho sdegnato di bussare alle porte anche di universi paralleli, endocrinologi gastroenterologi dietologi ...e chi più ne ha ne metta.
Insomma da tutti gli slot/machinery della combriccola. : Calvi non si nasce si diventa...datte da fà.
La figura che ricordo con simpatia, fu quella di un nutrizionista .
Ricordo con particolare affetto quel professionista malgrado mi avesse spiazzato immediatamente dicendomi che l'alimentazione non giocava nessun ruolo sulla calvizie , le rinunce alimentari sarebbero state soltanto sacrificio invano, il ricorrere o rincorrere una alimentazione ricca di fibre e vegetali cibi ricercati , non mi avrebbero portato a nulla , aggiungendo la sua piccola considerazione .: frutta verdura sono semplicemente Acqua Inscatolata e gli integratori vitaminici fanno bene solo alle tasche dei farmacisti...
Il tutto era giustificato e rafforzato forse dal fatto che si trovava davanti ad un 18 enne in perfetta forma che sembrava uscito da anni di seria palestra con un fisico talmente sano che poteva benissimo mangiarsi un maiale intero trifolato. Con contorno.
Purtroppo invece sentivo in me nascere il desiderio misericordioso e patetico del sacrificio francescano, promosso forse da una cultura impartitami (involontariamente, sfruttando l'innocenza dell'infanzia) con un indottrinamento cattolico, partorito da menti contorte che affermano tuttora che. : bisogna assolutamente soffrire e prostrarsi tutta la vita per meritare il paradiso,......
La paura di diventare calvo mi portava di conseguenza a temere di tutto, sentirmi privo di tutto ma disponibile a tutto, anche alla sofferenza . Ma non era così.
Volevo rifiutarmi di pagargli la visita, la mia arroganza (o ignoranza) non lo voleva, non avendomi prescritto nulla non rientrava nei mie processi mentali retribuirgli la parcella, ero abituato ad un meccanismo comportamentale indotto dai
Dal dermatologo di provincia molto specializzato nella cura (della pedicùlosi), allo strafigo/a, celeberrimo/a , dermatologo/a del centro delle città italiane e non.
Come se non bastasse per la mia mancanza di pigrizia (santa pigrizia, una delle poche cose santissime di questa vita, dopo i vizi e i soldi) non ho sdegnato di bussare alle porte anche di universi paralleli, endocrinologi gastroenterologi dietologi ...e chi più ne ha ne metta.
Insomma da tutti gli slot/machinery della combriccola. : Calvi non si nasce si diventa...datte da fà.
La figura che ricordo con simpatia, fu quella di un nutrizionista .
Ricordo con particolare affetto quel professionista malgrado mi avesse spiazzato immediatamente dicendomi che l'alimentazione non giocava nessun ruolo sulla calvizie , le rinunce alimentari sarebbero state soltanto sacrificio invano, il ricorrere o rincorrere una alimentazione ricca di fibre e vegetali cibi ricercati , non mi avrebbero portato a nulla , aggiungendo la sua piccola considerazione .: frutta verdura sono semplicemente Acqua Inscatolata e gli integratori vitaminici fanno bene solo alle tasche dei farmacisti...
Il tutto era giustificato e rafforzato forse dal fatto che si trovava davanti ad un 18 enne in perfetta forma che sembrava uscito da anni di seria palestra con un fisico talmente sano che poteva benissimo mangiarsi un maiale intero trifolato. Con contorno.
Purtroppo invece sentivo in me nascere il desiderio misericordioso e patetico del sacrificio francescano, promosso forse da una cultura impartitami (involontariamente, sfruttando l'innocenza dell'infanzia) con un indottrinamento cattolico, partorito da menti contorte che affermano tuttora che. : bisogna assolutamente soffrire e prostrarsi tutta la vita per meritare il paradiso,......
La paura di diventare calvo mi portava di conseguenza a temere di tutto, sentirmi privo di tutto ma disponibile a tutto, anche alla sofferenza . Ma non era così.
Volevo rifiutarmi di pagargli la visita, la mia arroganza (o ignoranza) non lo voleva, non avendomi prescritto nulla non rientrava nei mie processi mentali retribuirgli la parcella, ero abituato ad un meccanismo comportamentale indotto dai