Io e Khil ci incontreremo sicuramente un giorno, e questo ad onore di tante discussioni in cui ci siamo confrontati, anche aspramente ed esagerando (qualche volta) ma con un profondo rispetto. E nonostante alcune differenze innegabili, la diagnosi che aveva fatto di inettitudine della sinistra era all'epoca molto più lungimirante della mia, che non la difendevo ma la consideravo il minore dei mali.
Io non credo che le nostre visioni siano diverse, nel senso che siamo tutti e due convinti che una società in cui le regole siano razionali e rispettate sia una società che funziona meglio a livello collettivo ed individuale.
La differenza è sull'accento che diamo alla percezione della importanza del rispetto delle regole. La regola delle regole (lo chiamerei un imperativo categorico)non scritta è per ciascuno di noi capire che rispettare una regola può in qualche occasione andare a detrimento di una posizione individuale, ma alla fine il rispetto di tutti di tale regola crea un benessere che oltrepassa tale detrimento. E che, inoltre non rispettare le regole ha dei costi sociali che ricadono su ciascuno di noi e ci rendono più poveri.
Questo è il motivo per cui i tedeschi stanno in fila indiana, senza scavalcarsi per comprare qualcosa: chi arriva prima ha un diritto che non può essere calpestato dalla convenienza individuale di chi è arrivato dopo. In quel caso chi è arrivato dopo dovrà aspettare, ma in futuro si potrebbe trovare in quella stessa situazione. E non dovrà guardarsi istericamente intorno per controllare ad ogni secondo che qualcuno provi a passare davanti, o a fare potenzialmente una discussione per questo.
Questo è il motivo per cui i greci fumano (anche al lavoro) in posti dove è proibito, senza che nessuno si curi di protestare o di pensare quanto ciò vada a detrimento delle persone che non lo fanno. QUesto è il motivo per cui i greci vanno in giro in moto ed in motorino senza casco (sarebbe obbligatorio portarlO), anche se poi i costi di una cura ed un ricovero ospedaliero conseguente alle ferite le paga la società.
La fila indiana o il casco sono una banalità, ma è proprio da queste banalità che si costruisce la coscienza civile delle persone. In Italia fai una regola e poi devi spendere risorse per farla rispettare, altre per far controllare che sia rispettata. Poi scopri che chi deve controllare che sia rispettata è stato corrotto. E spendi altri soldi per processarlo e condannarlo. E poi scopri che ha avuto la prescrizione dei reati. E via cosi.
E' quindi solo un problema di regole? Forse non solo. Le regole ci sono e possono essere migliorate. Ma se dietro ad esse non si costruisce una cultura del rispetto delle stesse, a livello individuale, qualsiasi regola sarà inutile, o il costo sociale di farla rispettare sarà talmente alto che la regola fatta per miglioare la vita delle persone la impoverirà.
Ciao,
B.
----------------------------------------------------------------
the world ain't all sunshine and rainbows. It's a very rough, mean place... and no matter how tough you think you are, it'll always bring you to your knees and keep you there, permanently... if you let it. You or nobody ain't never gonna hit as hard as life. But it ain't about how hard you hit... it's about how hard you can get hit, and keep moving forward... how much you can take, and keep moving forward. If you know what you're worth, go out and get what you're worth. But you gotta be willing to take the hitx