Breve articolo di Michele Serra su la Repubblica di ieri.
Poichè ci sono quarantenni he vivono ancora con papà e mammà, per metà coccolati e per metà castrati.
Poichè questo avviene perchè la famiglia è diventata il rifugio coatto di individui altrimenti privi di sbocchi e speranze.
Io voterei molto volentieri per quella parte politica che la smettesse, una buona volta, di riempirsi la bocca di famiglia e di valori della famiglia.
E si preoccupasse, piuttosto (anche per salavare la povera famiglia italiana dal uo ruolo asfissiante, iperprotettivo, malato) di dare una montagna di quattrini alascuola pubblica e all'università, costruendo pensionati studenteschi, combattendo il precariato, finanziando e stimolando con ogni mezzo la salvifica fuga di casa dei giovani italiani.
La speranza di futuro di un paese è direttamente proporzionale alla distanza che separa genitori e figli almeno durante gli anni della formazione di questi ultimi.
Una politica intelligente, generosa e lungimirante dovrebbe finanziare gli individui, non le famiglie, incentivare le solitudini e gli azzardi, non gli accrocchi obbligati di persone spaventate dalla vita.
Io non sono familista, sono statalista: uno Stato libero e forte crea scuole pubbliche forti, università forti, forti leggi che incentivano e proteggono il primo impiego.
E aiuta i giovani ad accorciare i tempi della propria libertà. E magari a farsi prima una famiglia.
Poichè ci sono quarantenni he vivono ancora con papà e mammà, per metà coccolati e per metà castrati.
Poichè questo avviene perchè la famiglia è diventata il rifugio coatto di individui altrimenti privi di sbocchi e speranze.
Io voterei molto volentieri per quella parte politica che la smettesse, una buona volta, di riempirsi la bocca di famiglia e di valori della famiglia.
E si preoccupasse, piuttosto (anche per salavare la povera famiglia italiana dal uo ruolo asfissiante, iperprotettivo, malato) di dare una montagna di quattrini alascuola pubblica e all'università, costruendo pensionati studenteschi, combattendo il precariato, finanziando e stimolando con ogni mezzo la salvifica fuga di casa dei giovani italiani.
La speranza di futuro di un paese è direttamente proporzionale alla distanza che separa genitori e figli almeno durante gli anni della formazione di questi ultimi.
Una politica intelligente, generosa e lungimirante dovrebbe finanziare gli individui, non le famiglie, incentivare le solitudini e gli azzardi, non gli accrocchi obbligati di persone spaventate dalla vita.
Io non sono familista, sono statalista: uno Stato libero e forte crea scuole pubbliche forti, università forti, forti leggi che incentivano e proteggono il primo impiego.
E aiuta i giovani ad accorciare i tempi della propria libertà. E magari a farsi prima una famiglia.