Questo topic che rappresenta l'adattamento d'una mia relazione precedentemente scritta per un quindicinale letterario, nasce come riflessione e come analisi relativa alla considerazione che viene spesso espressa e riproposta in molti topic di ieson, riguardante la constatazione dell'importanza, sempre cresciente negli ultimi anni che la cosiddetta apparenza, a livello fisico-estetico, riveste nella società postmoderna.
Non senza ragioni da più parti si è etichettata questa tendenza come non costruttiva, come fuorviante e deteriore, ma la rilfessione è.. siamo davvero diventati una società di superficiali?
Quali sono i motivi che hanno portato a questa trasformazione di massa, orientata verso un primato dell'apparenza e dell'estetica? Sopratutto, esiste un modalità per sottrarsi all'imitazone massiva di modelli e di canoni che ormai plasmano la cultura, la
personalità, i comportamenti e l'immagine stessa della stragrande maggioranza delle persone (sino dalla giovanissima età, come si evince dalla moda e dai costumi dei giovanissimi), ormai acriticamente assuefatte ai messaggi veicolati dei media?
Il tentavivo che qui si compie è di rappresentare, argomentandole e ragionandovi, le ragioni e le motivazioni del perchè questa sia, e sarà sempre più, una società drammaticamente legata all'importanza dell'apparenza, ormai vista -essa stessa- come una forma di libido, ovvero come il desiderio psicologico di accettazione di sè (io mi accetto nel momento in cui l'altro mi accetta), di riconoscibilità del proprio esserci e di appagamento del desiderio di relazione gratificante col prossimo .
A tal proposito, alcuni movimenti culturali promossi da filosofi, antopologi e sociologi come H.Marcuse, Baudrillard e P.Bourdieu, o da artisti attenti ai mutamenti de costume, hanno dimostrato che oggi putroppo per una certa parte della società (peraltro largamente maggioritaria), si vive veramente, solo nel momento in cui si riesce a raggiungere una condizione di visibilità in cui poter mostrarsi, sempre e comunque (M.Heiddeger definiva questa condizione -deisen-).
La morale a tale proposito è: esisti se ci sei;
e sei quello che hai (a volte anche a livello di capitale fisico).
Queste sono leggi non scritte, non etiche, non morali , ma ormai sono anche quelle più seguite dalla larga parte della comunità.
Naturalmente il 90% di noi, stigmatizza la mera superficialità come un disvalore e per fortuna aggiun