C'era da aspettarsi che andasse a finire così, visto e considerato che gli autotrasportatori in Italia sono diventati una categoria con una rilevanza economica e sociale abnorme. Dal lavoro dei trasportatori dipende buona parte degli approvvigionamenti necessari alla vita quotidiana della gente (alimentari, carburanti, medicinali etc.) ed il loro peso ora si fa sentire in maniera talmente schiacciante da ricordarci quanto siano infime le altre forme di trasporto delle merci (non solo ferrovia ma anche navigazione fluviale) che colpevolmente e scelleratamente non sono state adeguatamente sviluppate in tutti questi anni.
Mi piacerebbe sentire adesso l'opinione di qualche accanito sostenitore della NO-TAV rispetto alla situazione di cortocircuito che si è creata, ma questo è un altro discorso.
Sotto un certo aspetto comprendo la durezza estrema della protesta, perchè in questo paese senza diritto purtroppo se non alzi la voce e non sbatti i pugni sul tavolo non ottieni nulla di ciò che legittimamente ti spetta, però non posso giustificarla non solo per i disagi che stà creando ma anche per alcune delle rivendicazioni avanzate dalle categorie sindacali in questione.
Una in particolare ritengo sia inaccettabile : la richiesta di diminuire il prezzo del gasolio per gli addetti del settore mediante l'abbattimento delle accise. Il prezzo alle stelle dei carburanti è un problema derivato dal caro petrolio ed é un fenomeno dirompente con il quale tutto il mondo si stà confrontando.
Non vedo per quale motivo un privilegio del genere debba essere elargito per di più sotto il ricatto della paralisi nazionale.
Di pari passo allora le acciaierie potrebbero chiedere agevolazioni statali perchè il prezzo dell'acciaio è lievitato, idem per le aziende alimentari per via del grano che ultimamente ha subito delle impennate e cosi via ogni settore per le materie prime usate nei rispettivi ambiti.
In ogni caso, tutti gli autotrasportatori (dalla grande logistica tipo TNT o DHL fino al piccolo padroncino) rivedono periodicamente i prezzi di listino dei propri noli di trasporto, adeguandoli ai diversi fattori tra i quali c'è anche il prezzo del gasolio. Alla fine della fiera, al termine della catena di distribuzione, il caro petrolio grava sempre sul consumatore finale il quale lo assorbe e se ne fa carico attraverso il prezzo del bene o del servizio acquistato.