Bene, ragazzi, giorno in più, giorno in meno e saremo secondo il calendario Gregoriano in un nuovo anno e come so che molti viageranno ho deciso scrivervi questo messaggio un po' in anticipo.
Ad ogni capodanno, ci facciamo dei propositi, mete da raggiungere che, a volte, vengono abbandonati nell'infindabile successione dei giorni finché arrivi un altro capodanno a ricordarci che non è stato ancora questa volta che siamo riusciti ad andare oltre. Meno male, che anche cosi, abbiamo cmq una nuova opportunità che si presenta sotto la forma di numeri...2005, 2006 e adesso 2007. Il bello del nuovo è che questo sempre porta con sé il sogno, l'idea di mutevolezza, lo sconosciuto e la speranza.
Che 2007,nonostante gli influssi di Marte, possa essere per ognuno di noi un nuovo cominciare, una sorta di rinascita. Che possiamo,infine, vedere nell'uomo, altro che il lupo dell'uomo stesso;ma, un somigliante in lotta per la sopravvivenza. Che possiamo dimenticare per un po' la Selezione naturale di Darwin e osservare che più che animali in gara, siamo fratelli.
Cosí, essendo, vi lascio con un dei messaggi più belli ed attuali che ho ormai letto. È un messaggio scritto anni fa da un uomo che non aveva paura di lottare per la giustizia e per le sue credenze> Un uomo che ironizzava chi diceva che questo era il migliore dei mondi possibili, candidamente;ma, che senz'altro, anche con ironia, ha collaborato perché questo fosse un mondo migliore...Vi lascio col Trattato sulla Tolleranza o se preferite, una preghiera a Dio di Voltaire, nella speranza di che possiamo esseri persone migliori.
Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo, ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato, a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura. Fa sì che questi errori non generino la nostra sventura. Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, ne delle mani per sgozzarci a vicenda; fà che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passseggera. Fà sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opini
Ad ogni capodanno, ci facciamo dei propositi, mete da raggiungere che, a volte, vengono abbandonati nell'infindabile successione dei giorni finché arrivi un altro capodanno a ricordarci che non è stato ancora questa volta che siamo riusciti ad andare oltre. Meno male, che anche cosi, abbiamo cmq una nuova opportunità che si presenta sotto la forma di numeri...2005, 2006 e adesso 2007. Il bello del nuovo è che questo sempre porta con sé il sogno, l'idea di mutevolezza, lo sconosciuto e la speranza.
Che 2007,nonostante gli influssi di Marte, possa essere per ognuno di noi un nuovo cominciare, una sorta di rinascita. Che possiamo,infine, vedere nell'uomo, altro che il lupo dell'uomo stesso;ma, un somigliante in lotta per la sopravvivenza. Che possiamo dimenticare per un po' la Selezione naturale di Darwin e osservare che più che animali in gara, siamo fratelli.
Cosí, essendo, vi lascio con un dei messaggi più belli ed attuali che ho ormai letto. È un messaggio scritto anni fa da un uomo che non aveva paura di lottare per la giustizia e per le sue credenze> Un uomo che ironizzava chi diceva che questo era il migliore dei mondi possibili, candidamente;ma, che senz'altro, anche con ironia, ha collaborato perché questo fosse un mondo migliore...Vi lascio col Trattato sulla Tolleranza o se preferite, una preghiera a Dio di Voltaire, nella speranza di che possiamo esseri persone migliori.
Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo, ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato, a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura. Fa sì che questi errori non generino la nostra sventura. Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, ne delle mani per sgozzarci a vicenda; fà che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passseggera. Fà sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opini