se non uso la fina..

raiden

Utente
17 Maggio 2003
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New York
ciao
visto che questa sezione è dedicata agli anti dht naturali..lozioni da quanto vedo..volevo sapere se ci sono valide alternative alla fina qui dentro.
Non dico cose che sia comparabili alla fina,ma utilizzando solo io minox e non utilizzando piu fina..tutto ciò che può servire ad aiutare il capello a miniaturizzarsi del tutto il piu tardi possibile..
 
6 Marzo 2003
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In pazienti maggiorenni e di sesso maschile, l’inibizione farmacologica della 5 alfa reduttasi è oggi considerata la terapia di prima scelta della alopecia androgenetica, specie quando questa si è chiaramente manifestata. Quando però il paziente è molto giovane e la patologia non è ancora ben delineata o quando si temono possibili effetti collaterali di una lunga terapia ormonale farmacologica si possono voler cercare strade alternative, certamente meno efficaci ma più dolci e sicure.

La Serenoa repens è comune nel sud est degli Stati Uniti, soprattutto lungo le coste e lungo il litorale dell’Oceano Atlantico ed anche all’interno come nel sud dell’Arkansas.
È un piccola palma, fra i 2 e i 4 metri di altezza. Cresce in fitte boscaglie adiacenti le coste o nei sottoboschi di Pini e latifoglie.
I fiori della Serenoa repens, di colore bianco giallognolo e di circa 5 mm di larghezza, producono una densa infiorescenza lunga fino a 60 cm. Il frutto, una drupa di colore nero-rossastro, rappresenta per gli animali selvatici un’importante fonte di cibo. I nativi americani utilizzano il frutto come cibo, ma anche per una grande varietà di problemi legati al sistema urinario e all’apparato riproduttivo. I coloni europei imparano presto a utilizzarla. Per almeno 200 anni venne usato l’estratto secco per diverse patologie: stanchezza, debolezza, problemi urogenitali come incontinenza ed ipertrofia prostatica.
La Serenoa repens è ricchissima di acidi grassi e fitosteroli. Uno dei suoi fitosteroli è il Beta-sitosterolo.
Una meta-analisi pubblicata sul Journal of the American Medical Association ha dimostrato, in doppio cieco contro placebo e contro due comuni medicinali in commercio, l’efficacia sul trattamento dei sintomi della iperplasia prostatica benigna. Trials clinici ne mostrano l’efficacia anche nella cura della calvizie maschile.
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che l’effetto della Serenoa repens si esplica attraverso l’inibizione della 5-alfa-reduttasi del testosterone.
Gli effetti collaterali della Serenoa repens sono praticamente assenti, così come citato nella meta-analisi JAMA, né sono state individuate interazioni dannose con medicinali di sintesi. Ne viene comunque sconsigliata la somministrazione a donne in gravidanza e in allattamento.

II Beta-sitosterolo è ampiamente distribuito nel regno vegetale e si ritrova abbondante, oltre che nella Serenoa repens, nel Pino, nella Cucurbita pepo nel Pygeum africanum. È il fitosterolo più abbondante nella dieta.
Dal punto di vista chimico, il Beta-sitosterolo ha una struttura molto simile a quella del colesterolo, ne differisce per la presenza di un gruppo etilico a livello del carbonio 24 della catena laterale. Il Beta-sitosterolo è praticamente insolubile in acqua e scarsamente solubile in solventi lipidici. Si trova in natura in forma di estere e di glicoside, ed entrambe queste forme sono più solubili del Beta-sitosterolo stesso.
II Beta-sitosterolo ha un effetto positivo sul parenchima prostatico e possiede pure capacità ipocolesterolemizzante.
Una revisione di quattro studi clinici in doppio cieco, controllati verso placebo, condotti in 519 soggetti affetti da ipertrofia prostatica benigna sintomatica e trattati con Beta-sitosterolo per periodi da 4 a 26 settimane, ha dimostrato un miglioramento significativo nei sintomi urologici e nel getto urinario.
II possibile meccanismo d’azione del Beta-sitosterolo sul parenchima prostatico è legato alla sua capacità di inibizione della 5-alfa-reduttasi del testosterone.
Gli effetti collaterali attribuiti al Beta-sitosterolo sono molto scarsi. Sono stati riportati disordini gastrointestinali, come difficoltà digestive, flatulenza, diarrea e stipsi. Alcuni studi hanno indicato che i fitosteroli possono diminuire le concentrazioni seriche di alfa e beta carotene, di licopene e di vitamina E, attraverso una probabile interferenza con il loro assorbimento. II Beta-sitosterolo è controindicato nei soggetti affetti da rare malattie genetiche, come la sitosterolemia e la xantomatosi cerebrotendinea. Non sono mai stati descritti casi di sovradosaggio. Ne viene comunque sconsigliata la somministrazione a donne in gravidanza e in allattamento.

Il Resveratrolo, altro componente dl Sametrix, è una sostanza che ha attirato molto interesse tra i ricercatori che si occupano di integratori per rallentare l’invecchiamento. Appartiene alla famiglia di composti polifenolici. È ampiamente diffuso nel mondo vegetale, negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e semi oleosi (arachide).
Il resveratrolo possiede un documentato effetto antinfiammatorio attribuito alla sua capacità di inibire le ciclossigenasi.
Il resveratrolo è un attivo antiossidante ed impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL.
L’analogia della struttura chimica del resveratrolo con quella degli estrogeni ha suggerito la possibilità che ne possa essere un debole agonista-antagonista (come il Tamoxifene).
Nella medicina tradizionale asiatica si utilizza la pianta Polygonum cuspidatum, particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al fegato.
Non sono descritti effetti collaterali attributi al resveratrolo.

Lo zinco, è un metallo di peso atomico 65, indispensabile per la crescita corporea, per i processi riparativi dei tessuti, per la risposta immunitaria. Lo zinco è anche cofattore della sintesi del collagene ed in più di settanta reazioni enzimatiche conosciute, è inoltre presente nella molecola di circa cento metalloenzimi.
Il fabbisogno giornaliero è stimato in 10 - 15 mg per l’adulto, 20 mg per le gestanti, 30 mg per le nutrici.
Nell’organismo umano lo zinco è presente soprattutto nelle ossa, nei denti, nella pelle, nel fegato, nei muscoli e nei capelli. La maggior parte delle proteine lo include nelle regioni con struttura secondaria (e le fibroproteine lo sono integralmente) che avvolgendosi, danno luogo alla loro configurazione tridimensionale. La struttura secondaria più comune è l’alfa-elica (in cui lo scheletro della proteina si avvolge a formare l’elica caratteristica) e il filamento beta (in cui l’impalcatura di sostegno è completamente distesa); i residui di istidina e cisteina vengono uniti da un atomo di zinco fissando insieme il filamento beta e l’elica. La carenza di zinco provoca disturbi gravi in tutti gli organismi viventi e la caduta dei capelli. La carenza grave di zinco o della proteina carrier intestinale che ne permette l’assorbimento, determina l’acrodermatite enteropatica (dermatite, diarrea, alopecia). La frequenza della ipozinchemia pare sia sottostimata e pressoché diffusa come la carenza di ferro.
La zinchemia normale è di 0,7-1,5 mg/l di siero.
In Tricologia somministreremo, a scopo profilattico, solfato di zinco a dosaggi fisiologici, circa 10 - 20mg al giorno.

E così molte alte sostanze ancora...


Dott. Andrea Marliani, dermatologo a Firenze.