Daccordo. Riassumo le regole:
- se mio padre è calvo, potrei esserlo anch'io;
- se mio padre è calvo, potrei non esserlo;
- se ho un figlio di 6 anni, nessuno può predire se diventerà calvo o no;
- se mi accorgo di perdere i capelli, l' andamento potrebbe essere grave all' inizio e poi attenuarsi, o viceversa;
- esistono dei protocolli di cura che su alcuni funzionano (su di me hanno funzionato benissimo),ma su altri no;
- questi protocolli possono dare (ma non sempre)effetti collaterali, a volte transitori, a volte no; questi effetti possono essere lievi o gravi, precoci o tardivi;
- se arrivo ai 35 anni e non perdo i capelli, non vuole dire che posso stare tranquillo, perchè di tutti quelli che perdono i capelli, una agghiacciante percentuale del 50% li perde dopo i 35 anni.
Naturalmente noi sappiamo le percentuali di tutti gli studi, ma questo a me non serve, dato che nessuno al mondo mi può dire su quale punto del grafico io mi trovi, ed io ho una testa sola.
Noi studiamo i dati statistici e cerchiamo di ricavare delle regole. Ma al singolo, a chi si dibatte con i problemi di una terapia lunga e impegnativa, il risultato di tutti gli studi è spesso di scarso aiuto.
Al posto di Piero io farei così:
- mi farei controllare per bene in modo da documentare obiettivamente e con certezza il mio stato;
- mi metterei subito a 0,5 mg,;
- mi farei ricontrollare dopo tre o quattro mesi. Se la situazione fosse invariata, resterei con la dose dimezzata.
E per una volta non avrei paura di contraddire il mio medico, perchè sono sicuro, e so per esperienza, che anche lui brancola nel buio esattamente come me.
Saluti.