Poesia: ""Preludio al pomeriggio d'un fauno..""

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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La poesia che ho inserito è stata scritta da S.Mallarmè, uno dei massimi esponenti della poesia decadente francese, fu genio sperimentatore e visionario. La poesia narra l'ultimo pomeriggio d'un fauno che, in questo caso, incarna allegoricamente il simbolo dell'amore puro che muore per la forza della sua stessa intensità;
nel contesto d'un paesaggio agreste e incantato .





Prelude a l'apremidi d'un faune (sintesi):


Quelle ninfe.. io le voglio eternare...
Così chiare sono le loro carni lievi,
che nell'aria assopita, volteggiano di folli sonni.

..Amai forse un sogno?

Dirama il dubbio.., antica notte,
tra fronde sottili che rimaste il bosco vero,
provano ch'io solo ahimé!
mi offrivo per trionfo, alla caduta ideale delle rose.

Pensiamo...

O se le donne di cui parli
fossero solo l'augurio dei tuoi sensi favolosi..
Come un illusione..

Fauno,
dagli occhi azzurri e freddi..,
come sorgente in pianto.

Nello stanco ed immobile deliquio,
fresco il mattino soffoca i calori.
Se non lotta nessun mormorio d'acqua..
che il mio flauto non versi alla boscaglia,
irrorata d'accordi
prima che perda il suono in una pioggia..

Inerte.. tutto brucia l'ora fulva del meriggo,
diritto e solo, sotto un'onda antica di luce,
gigli.. ed uno di voi tutti
per il candore dolce del loro labbro divulgato,
Il bacio..,
che assicura a bassa voce dalle perfidie,
il petto miope sempre intatto da prove,
testimonia un misterioso morso, dovuto a qualche dente augusto;

Sogno in un luogo assolo, d'incantare..
la bellezza dei luoghi
con fallaci mescolanze tra essi e il nostro canto.

Far così, per quanto alto si moduli l'amore,
far svanire dall'ordinario sogno..
il dorso, fianco puro, seguito dai miei sguardi chiusi,
una sonora, vana, uguale linea.

Torna dunque, strumento delle fughe,
O maligna siringa, a rifiorire
Ai laghi ove m'attendi!

Io, di mia voce fiero..
voglio parlare lungamente di dee..
e con pitture d'idolatra,
all'ombra loro.. sciogliere cinture

Ancora: così quando lo splendore
ho succhiato dell'uve..
per bandire un rimorso già eluso da finzione,
alzo beffardo... al cielo dell'estate
il grappolo vuoto e le chiare bucce.

Soffiando, avido ed ebbro, fino a sera
In esse guardo.

Oh ninfe,
rigonfiamo Di RICORDI diversi:
Aprendo i giunchi
Il mio occhio dardeggiava su ogni fo
 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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La poesia che ho inserito è stata scritta da S.Mallarmè, uno dei massimi esponenti della poesia decadente francese, fu genio sperimentatore e visionario. La poesia narra l'ultimo pomeriggio d'un fauno che, in questo caso, incarna allegoricamente il simbolo dell'amore puro che muore per la forza della sua stessa intensità;
nel contesto d'un paesaggio agreste e incantato .





Prelude a l'apremidi d'un faune (sintesi):


Quelle ninfe.. io le voglio eternare...
Così chiare sono le loro carni lievi,
che nell'aria assopita, volteggiano di folli sonni.

..Amai forse un sogno?

Dirama il dubbio.., antica notte,
tra fronde sottili che rimaste il bosco vero,
provano ch'io solo ahimé!
mi offrivo per trionfo, alla caduta ideale delle rose.

Pensiamo...

O se le donne di cui parli
fossero solo l'augurio dei tuoi sensi favolosi..
Come un illusione..

Fauno,
dagli occhi azzurri e freddi..,
come sorgente in pianto.

Nello stanco ed immobile deliquio,
fresco il mattino soffoca i calori.
Se non lotta nessun mormorio d'acqua..
che il mio flauto non versi alla boscaglia,
irrorata d'accordi
prima che perda il suono in una pioggia..

Inerte.. tutto brucia l'ora fulva del meriggo,
diritto e solo, sotto un'onda antica di luce,
gigli.. ed uno di voi tutti
per il candore dolce del loro labbro divulgato,
Il bacio..,
che assicura a bassa voce dalle perfidie,
il petto miope sempre intatto da prove,
testimonia un misterioso morso, dovuto a qualche dente augusto;

Sogno in un luogo assolo, d'incantare..
la bellezza dei luoghi
con fallaci mescolanze tra essi e il nostro canto.

Far così, per quanto alto si moduli l'amore,
far svanire dall'ordinario sogno..
il dorso, fianco puro, seguito dai miei sguardi chiusi,
una sonora, vana, uguale linea.

Torna dunque, strumento delle fughe,
O maligna siringa, a rifiorire
Ai laghi ove m'attendi!

Io, di mia voce fiero..
voglio parlare lungamente di dee..
e con pitture d'idolatra,
all'ombra loro.. sciogliere cinture

Ancora: così quando lo splendore
ho succhiato dell'uve..
per bandire un rimorso già eluso da finzione,
alzo beffardo... al cielo dell'estate
il grappolo vuoto e le chiare bucce.

Soffiando, avido ed ebbro, fino a sera
In esse guardo.

Oh ninfe,
rigonfiamo Di RICORDI diversi:
Aprendo i giunchi
Il mio occhio dardeggiava su ogni fo
 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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La poesia che ho inserito è stata scritta da S.Mallarmè, uno dei massimi esponenti della poesia decadente francese, fu genio sperimentatore e visionario. La poesia narra l'ultimo pomeriggio d'un fauno che, in questo caso, incarna allegoricamente il simbolo dell'amore puro che muore per la forza della sua stessa intensità;
nel contesto d'un paesaggio agreste e incantato .





Prelude a l'apremidi d'un faune (sintesi):


Quelle ninfe.. io le voglio eternare...
Così chiare sono le loro carni lievi,
che nell'aria assopita, volteggiano di folli sonni.

..Amai forse un sogno?

Dirama il dubbio.., antica notte,
tra fronde sottili che rimaste il bosco vero,
provano ch'io solo ahimé!
mi offrivo per trionfo, alla caduta ideale delle rose.

Pensiamo...

O se le donne di cui parli
fossero solo l'augurio dei tuoi sensi favolosi..
Come un illusione..

Fauno,
dagli occhi azzurri e freddi..,
come sorgente in pianto.

Nello stanco ed immobile deliquio,
fresco il mattino soffoca i calori.
Se non lotta nessun mormorio d'acqua..
che il mio flauto non versi alla boscaglia,
irrorata d'accordi
prima che perda il suono in una pioggia..

Inerte.. tutto brucia l'ora fulva del meriggo,
diritto e solo, sotto un'onda antica di luce,
gigli.. ed uno di voi tutti
per il candore dolce del loro labbro divulgato,
Il bacio..,
che assicura a bassa voce dalle perfidie,
il petto miope sempre intatto da prove,
testimonia un misterioso morso, dovuto a qualche dente augusto;

Sogno in un luogo assolo, d'incantare..
la bellezza dei luoghi
con fallaci mescolanze tra essi e il nostro canto.

Far così, per quanto alto si moduli l'amore,
far svanire dall'ordinario sogno..
il dorso, fianco puro, seguito dai miei sguardi chiusi,
una sonora, vana, uguale linea.

Torna dunque, strumento delle fughe,
O maligna siringa, a rifiorire
Ai laghi ove m'attendi!

Io, di mia voce fiero..
voglio parlare lungamente di dee..
e con pitture d'idolatra,
all'ombra loro.. sciogliere cinture

Ancora: così quando lo splendore
ho succhiato dell'uve..
per bandire un rimorso già eluso da finzione,
alzo beffardo... al cielo dell'estate
il grappolo vuoto e le chiare bucce.

Soffiando, avido ed ebbro, fino a sera
In esse guardo.

Oh ninfe,
rigonfiamo Di RICORDI diversi:
Aprendo i giunchi
Il mio occhio dardeggiava su ogni fo
 

akiraaa

Utente
29 Settembre 2005
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Bellissima! mi ricorda tanto il Dio Pan, la sua solitudine e la sua voglia di amare tutte le ninfe...

A proposito Klimt, sei per caso un innamorato cronico?=)
 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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Akiraaa complimenti per la citazione, hai penetrato a fondo uno dei significati di questo componimento poetico!

Se sono innamorato, si molto...
...delle poesiè di Mallarmè [;)]
 

cleopatra

Utente
10 Agosto 2004
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Che dire Klimt
bellissima...delicata e profonda specchio di un'anima che ha tanto da dare.
Sicuramente, tra i miei poeti maledetti preferiti c'è Paul Verlaine


Poichè l'alba si accende...

Poiché l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,

facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto
basta con l'ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.

E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
basta con l'abominevole rancore! basta
con l'oblìo ricercato in esecrate bevande!

Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,

io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;

sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spingerà il destino,
senza violenza, né rimorsi, né invidia:
sarà questo il felice dovere in gaie lotte.

E poiché, per cullare le lentezze della via,
canterò arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.

Un bacio
Cleopatra...[:)]
 

brianmay

Utente
6 Giugno 2006
3,039
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preferisco boudelaire...

.. il nostro sangue....
innamorato di chi lo afferra..
cola per l'eterno Sciame del desiderio...


amore infernale cosi pieno di peccato e cosi lontano, tra il rosso e l essenza giace la morte, che vola avida sopra la terra sopra l amore sopra la vita...
 

stempiato 86

Utente
23 Dicembre 2004
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...beccatevi sta ciofeca fatta in casa, altro che poeti maledetti, qua siamo poeti disperati....

quando i capelli, anch'io potrò riavere,
paura più, di amare non potro avere.
Minoxidil,Propecia e ormoni ho provato,
ma dopo il fallimento, solo il tuo viso mi ha salvato,

E come l'alopecia, che mai mi ha abbandonato,
io mi stringo a te, sperando intanto,
che l'Intercytex,qualcosa, abbia inventato!!![tp][tp][tp][tp][tp][tp][tp][tp][tp][tp][tp][tp]
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
12,792
2
2,015
Julian, non sono andata al Cenacolo;ma, ringrazio il tuo sforzo accanto a Pietro per trovarmi posto lì per Ognissanti.
Salutoni e grazie mille per tutto!!![;)]
 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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Stempiato ..invece la tua poesia l'apprezzo è struggente...[8)],
inizia con un disastro e finisce con una speranza...

Cmq per consolarti saprai benissimo che anche le persone che hanno conservato tutti i capelli non sono esentate dalla paura di amare.[:)]


> Un caro saluto alla mia amica maddy ..(ricambio l'emoticons) ed anche a danielle (bentornata)
 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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Citazione:Messaggio inserito da brianmay
preferisco boudelaire...

.. il nostro sangue....
innamorato di chi lo afferra..
cola per l'eterno Sciame del desiderio...


amore infernale cosi pieno di peccato e cosi lontano, tra il rosso e l essenza giace la morte, che vola avida sopra la terra sopra l amore sopra la vita...




> Conoscevo quella poesia Cleo. è molto bella, grazie di averla inserita nel topic.[:)]


> a Brian, visto che hai citato una altro dei mei poeti preferiti, inseirisco un componimento di Baudelaire tratto da I poemi dell'hashish.




Le cose vi appariranno sotto forme sino ad allora sconosciute, poi si deformeranno e infine ..entreranno nel vostro essere...,o forse, siete voi che entrerete in esse. i suoni avranno un colore e i colori una musica, siete voi a esalare sotto forma di nuvole bluastre.
Questa fantasia dura un eternità, ma l'eternità è durata solo un minuto.
Un altra corrente di idee vi trascina e vi trascinerà per un eterno minuto in un turbine vivente e questo minuto sarà ancora più d'un eternità.

Le proporzioni del tempo e dell'essere sono disturbate dalla moltitudine innumerevolee dalla intensità delle forze e delle idee.
.......nello spazio ..di un ora,
...si possono vivere ...........più vite d'un uomo.

Per Confordersi con gli essere esterni. Eccovi l'albero che canta al vento, mentre racconta alla natura melodie vegetali;...ora vi librate nell'azzurro del cielo , immensamente ingrandito.
Voi non dovete più lottare e siete trascinati. Ben presto l'idea del tempo scomparirà completamente.

Ogni dolore......
è scomparso....





0003dybf
 

brianmay

Utente
6 Giugno 2006
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ho sempre pensato ke il tempo non esiste...

il tempo noi non lo percepiamo, l abbiamo creato ma non lo tocchiamo, molte volte crediamo di vederlo...

oltremodo raggiungerò il caos dov è principio e fine, moriranno i suoni, si spegneranno le luci, in ginocchio ogni scaglia di vita e nel preciso momento in cui tutto sembrerà perduto, ritroveremo confusamente l armonia di ogni singola sensazione , perchè ogni male nasce comunque dall identificazione e dalla divisione.
 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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Citazione:Messaggio inserito da brianmay
ho sempre pensato ke il tempo non esiste...

il tempo noi non lo percepiamo, l abbiamo creato ma non lo tocchiamo, molte volte crediamo di vederlo...

oltremodo raggiungerò il caos dov è principio e fine, moriranno i suoni, si spegneranno le luci, in ginocchio ogni scaglia di vita e nel preciso momento in cui tutto sembrerà perduto, ritroveremo confusamente l armonia di ogni singola sensazione , perchè ogni male nasce comunque dall identificazione e dalla divisione.




x Cure - penso che associasse le due cose[:)], fumo e bordeaux

X brian- mi piace molto ciò che hai scritto

 

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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Ho presente Caro Klimt ma tra le due, era decisamente a favore del vino[8)] anche se non si negò mai nulla...persino la sifilide!

E non vogliamo citare il mitico Cecco Angiolieri???
Quando impazzavano i delicati e dolci stilnovisti, autori di versi che magnificavano la beltà femminile, l'estasi dei sospiri dell'anima figli di uno sguardo benevolo.
La vera parte bella del mondo insomma.
Quando c'era tutto questo e a casa sua quasi solo questo, lui pensò bene di scrivere d'altro.

Tre cose solamente m'ènno in grado,

le quali posso non ben ben fornire,

cioè la donna, la taverna e 'l dado:

queste mi fanno 'l cuor lieto sentire.

Ma sì mme le convene usar di rado,

ché la mie borsa mi mett' al mentire;

e quando mi sovien, tutto mi sbrado,

ch'i' perdo per moneta 'l mie disíre.

E dico: Dato li sia d'una lancia! ,

ciò a mi' padre, che mmi tien sì magro,

che tornare' senza logro di Francia.

Ché fora a torli un dinar[o] più agro,

la man di Pasqua che ssi dà la mancia,

che far pigliar la gru ad un bozzagro.
[8)]



[:D]
Dante Alleghier, s'i' so' buon begolardo,

tu me ne tien' ben la lancia a le reni;

s'i' desno con altrui, e tu vi ceni;

s'io mordo 'l grasso. e tu vi sughi el lardo;

s'io cimo 'l panno, e tu vi freghi el cardo;

s'io so' discorso, e tu poco t'afreni;

s'io gentileggio, e tu misèr t'aveni;

s'io so' fatto romano, e tu lombardo.

Si che, laudato Idio, rimproverare

poco può l'uno a l'altro di noi due:

sventura o poco senno ce'l fa fare.

E se di tal materia vo' dir piùe,

Dante, risponde, ch'i' t'avrò a stancare,

ch'i' son lo pugnerone, e tu se' 'l bue










 

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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A se stesso - Leopardi terribile e meraviglioso

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.

Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, né di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.

T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.



 

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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Un omaggio anche al vecchio Hank. L'ho già postata in
passato ma merita di essere ricordata con tutto il particolare stile dell'autore

Primo Amore

un tempo
quando avevo 16 anni
c'era solo qualche scrittore
a darmi speranza
e conforto

a mio padre non piacevano
i libri e
a mia madre neppure
specie i libri che prendevo io
in biblioteca
d.h. lowrence
dostoewkij
turgenev
gorkij
a. huxley
e altri

avevo la mia camera da letto
ma alle 8 di sera
bisognava filare tutti a nanna
il mattino ha l'oro in bocca diceva mio padre

poi gridava luci spente!

allora mettevo la lampada
sotto le coperte

e continuavo a leggere
sotto la luce calda
ibsen
shakespeare
cechov
e altri

mi offrivano un opportunità e qualche speranza
in un posto senza opportunità
speranza
sentimento

me la guadagnavo
faceva caldo sotto le coperte
qualche volta fumavano le lenzuola
allora spegnevo la lampada
la tenevo fuori
per rafreddarla

senza quei libri
non sono del tutto sicuro
di cosa sarei diventato
delirante
parricida
idiota
buonanulla

quando mi padre gridava luci spente!
sono sicuro che lo terrorizzava
la parola ben tornita
e immortalata
una volta per tutte
nelle pagine migliori
della nostra più bella letteratura

ed essa era li
per me
vicina a me
sotto le coperte
più donna di una donna
più uomo di un uomo

era tutta per me
e io
la presi

 

the cure

Utente
7 Ottobre 2005
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Per chiudere, questa. Intima. Un altra storia. Il passato.

Colonne d'Ercol'ove vergine nascesti
tempo non e' piu' di zucchero sciolto
sorriso nuovamente donna assolve
vecchie catene di troppa liberta'.
Del tempo di vino e sesso far cilicio
deliziosa d'Alfa ed Omega libido
dopo il lutto innocenza? e dopo?
stanca lussuria, aghi di contrizione.


Intermittenza com'impalpabil'è il tuo dogma
fedel'a morte senza un vero amplesso
duro e' scorgere oltre gote di gioia
tremebonda estasi di nulla gioventu'.


Cartilagini fuor da tempo striscian nello sporco
perpetua deflorazione d'ostile quotidiano
oh, levita' di mani tue d'inferma
lipstick e orbite di gridar non piu',


Ieri non era il Giorno di Tortura
(in qual filo spinato ti facesti donna...)
troppa gravita' nel paesaggio piatto
sensuale consapevolezza della Fine.
Metropolitani ritmi in cui nutrirsi
discontinui dell'assenza tua,
uccider padre con urla di pu***na,
esser fanciulla al proprio funerale.


Il riso si patisce, essere qui
ed apparire altrove, e poi ancora.
accendi l'ennesima senza fare maledetto
coccola la tua croce lontano da ogni orario.


Ogni secondo e' oro di coma tuo si' lieve
la classe di celare i propri cancri
sola voler discendere nel solito vecchio inferno
vecchia senz'anni di stigmate di donna.


_piano....-dicevi, spo*candomi di santo
profano e bimbo, e contemplavi assorta
il Nulla di citta', tuo vecchio sposo/padre
che t'aspettava a casa,
e sorridevi...


Che fa che s'ami
l'Assassino della Sanita' in orbite di bellezza,
ritmi di decadenza sono colore
perpendicolare,
e tutto e' a schegge e tutto e'
bello,
impazzito -ma non ieri- sotto un
sidero non complice.