Ora ho 19 anni, da quando ne ho 17 mio padre mi ha fatto notare che nella zona fronto temporale avevo i capelli leggermente diradati e da lì mi sono sempre visto i capelli diradati. A gennaio 2018 feci la prima visita dal tricologo che senza fare troppi controlli mi diagnostica alopecia androgenetica quando sente che il padre di mia madre era stempiato e mi prescrive minoxidil 3%, seppur nella diagnosi c’è scritto “non Yellow dots vuoti”.
Dopo 8 mesi torno da questa tricologa che mi visita con quel macchinario per la seconda volta e questa volta dice che ci sono miglioramenti netti, ma ci sono dei yellow dots vuoti a distribuzione irregolare e mi prescrive minoxidil 5% due volte al giorno.
Dopo 8 mesi torno ancora, diagnosi: non yellow dots, come alla prima visita e mi prescrive minoxidil 5% biorga una volta al giorno per cicli di 3 mesi all’anno, con alopecia androgenetica in sostanziale remissione. Da lì ho smesso di usare minoxidil, senza notare alcuna caduta copiosa di capelli e ad oggi ancora non noto capelli miniaturizzati.
Quello che non capisco, è che nella prima diagnosi ha scritto “riferisce un diradamento frontale” cioè ha scritto quello che ho detto io, ma nella sua diagnosi non ha segnalato nessun diradamento, e poi la seconda volta che ci sono stato, stando a quello che dice lei, pur notando miglioramenti mi ha aumentato sia le applicazioni, che sono diventate mattina e sera sia la % di minoxidil. Ogni volta che passo davanti a uno specchio controllo i capelli nella zona frontale. Non riesco ad accettare di perdere i capelli così presto