Caro Lortas (e Andrea),
a mio avviso il viaggiatore è una persona umile e dalla mente aperta, capace di assumere, con qualità camaleontica, le sembianze di un autoctono, spogliandosi degli abiti del turista schizzinoso e pretenzioso. E' forse un mio modo di vedere il viaggio, ma mi permette, in questo modo, di apprezzare le diversità del paese che mi ospita. La famiglia che mi ha adottata in Portogallo, nonostante abiti a sud di Lisbona, è originaria della regione dell'Alentejo. Loro, e i diversi amici sparsi per tutto il paese, da Sintra a Leria, da Porto a Coimbra mi hanno dato modo di provare diversi piatti tipici, soprattutto il baccalà in tutte le salse. E' vero che la loro cucina non è così ricca, ma qui sta la differenza tra il viaggiatore e il turista: quest'ultimo pretende sempre di trovare gli spaghetti all'amatriciana (o MacDonald a seconda dell'età anagrafica del soggetto) ovunque vada e si dimentica che posti come il Portogallo annoverano ricette centenarie, molte di queste povere o chissà, indigeste [
], ma con storia, con passione, con tradizione alle spalle. Lisbona non sarà chic come Parigi, è vero, né trendy come Londra. E' bohémienne, è decadente. Ha un fascino che non tutti sanno apprezzare. Ma se sei una persona che ama scoprire, arricchirsi delle esperienze diverse, che sa essere parte integrante dell'ambiente che lo circonda con umiltà e interesse, allora vai a Lisbona. Lascia perdere i taxi. Ci sono dei tram stupendi che si arrampicano nella città vecchia. Vai a piedi come un pellegrino e vedrai mille sfaccettature, mille scorci, mille dettagli di una città meravigliosa che non ha rivali.
Un abbraccio,
Marina