L'uomo ha creato la religione come un sollievo alle sue pene e come un modo di spiegare le cose che non riusciva a capire; eppure, alla fine, l'uomo,creatore, è stato recreato dalla sua stessa creazione, diventando uno schiavo di questa, come una sorta di servo della fede abbagliante.
Cosí essendo, la religione che all'inizio, dovrebbe aiutare l'uomo a libertarsi dei suoi timori, li ha soltanto ingranditi, intrappolandolo nelle sue paure. In nome della fede, tutto è permesso e anche il verbo ammazzare prende,assurdamente, un nuovo significato.
Questa breve introduzione sul rapporto uomo/religione, si fa necessaria se vogliamo analizzare la cosiddetta intolleranza religiosa di qualche gruppo di mussulmani verso la pubblicazione di innocenti vignette ridicolarizzando Maometto, dalla parte di un giornale danese.
A mio avviso, la pubblicazione delle vignette, più che un atto di libertà di stampa o di pensiero, è stato un atto irresponsabile ed infelice; in specie, se pensiamo all'attuale contesto di affronto fra il mondo arabo e quello no arabo. E se ci inseriamo nell'universo particolare di questi cosiddetti fedeli, riusciamo a capire un po' meglio tutto questo.
Ho letto la storia di Maometto e devo dire che più che un santo, il profeta dell'Islam fu un genio del suo tempo, ammirevole, direi, se osserviamo tutta la sua opera e se ci ricordiamo che si trattava di un analfabeta che viveva in mezzo ad una cultura politeista senza la nozione di unità e di comunità. Maometto ha avuto il merito, fra altri, di unificare una razza nomade e di dare nome ad una tribù, finora alla margine della società conosciuta. L'uomo fu un rivoluzionario senza pari e penso che piangerebbe amaramente, se vedesse il cammino settario che hanno preso i suoi insegnamenti. Certo,da quando il mondo è mondo, le dottrine vengono sempre deturpate dai potenti pastori che le usano come modo di condurre e controllare le sue ingenue pecore.E questo non è esclusività di un popolo oppure di una religione, dello stesso modo che l'intolleranza religiosa non va ridotta al popolo arabo;anzi, storicamente, nessun gruppo è stato più intollerante qto riguarda alla religione qto i cristiani; nonostante, questo venga spesso dimenticato.
Spero che nessuno creda che provo a difendere l'intolleranza degli arabi alle vignette. No, abomino ogni forma di intolleranza, in specie, qdo prende vie violenti dove il giusto deve pagare per il peccatore. Il mio scopo
Cosí essendo, la religione che all'inizio, dovrebbe aiutare l'uomo a libertarsi dei suoi timori, li ha soltanto ingranditi, intrappolandolo nelle sue paure. In nome della fede, tutto è permesso e anche il verbo ammazzare prende,assurdamente, un nuovo significato.
Questa breve introduzione sul rapporto uomo/religione, si fa necessaria se vogliamo analizzare la cosiddetta intolleranza religiosa di qualche gruppo di mussulmani verso la pubblicazione di innocenti vignette ridicolarizzando Maometto, dalla parte di un giornale danese.
A mio avviso, la pubblicazione delle vignette, più che un atto di libertà di stampa o di pensiero, è stato un atto irresponsabile ed infelice; in specie, se pensiamo all'attuale contesto di affronto fra il mondo arabo e quello no arabo. E se ci inseriamo nell'universo particolare di questi cosiddetti fedeli, riusciamo a capire un po' meglio tutto questo.
Ho letto la storia di Maometto e devo dire che più che un santo, il profeta dell'Islam fu un genio del suo tempo, ammirevole, direi, se osserviamo tutta la sua opera e se ci ricordiamo che si trattava di un analfabeta che viveva in mezzo ad una cultura politeista senza la nozione di unità e di comunità. Maometto ha avuto il merito, fra altri, di unificare una razza nomade e di dare nome ad una tribù, finora alla margine della società conosciuta. L'uomo fu un rivoluzionario senza pari e penso che piangerebbe amaramente, se vedesse il cammino settario che hanno preso i suoi insegnamenti. Certo,da quando il mondo è mondo, le dottrine vengono sempre deturpate dai potenti pastori che le usano come modo di condurre e controllare le sue ingenue pecore.E questo non è esclusività di un popolo oppure di una religione, dello stesso modo che l'intolleranza religiosa non va ridotta al popolo arabo;anzi, storicamente, nessun gruppo è stato più intollerante qto riguarda alla religione qto i cristiani; nonostante, questo venga spesso dimenticato.
Spero che nessuno creda che provo a difendere l'intolleranza degli arabi alle vignette. No, abomino ogni forma di intolleranza, in specie, qdo prende vie violenti dove il giusto deve pagare per il peccatore. Il mio scopo