L'anima al diavolo

paolina

Utente
21 Aprile 2006
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Se potessi vendere l'anima al diavolo,significherebbe che ho un'anima.
saprei qdi di essere già in possesso dell'unica cosa x cui varrebbe la pena fare un patto col diavolo...la risposta al senso della vita.
 

soukrates

Utente
3 Aprile 2006
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La prendo sul serio: diciamo che interpreto la vendita dell'anima come, semplificando estremamente e considerando un aspetto specifico di una congerie di riflessioni assai più complessa e articolata, credo la interpretasse il buon Goethe: ossia come l'uomo che, divorato dall'ambizione e cercando di superare le barriere della Natura e del Fato, mette da parte, soffoca quanto c'è di buono in lui, rinnega il suo lato umano per divenire un bruto, non in sè una creatura lussoriosa o ambiziosa, ma un essere infine vuoto, infelice, abbrutito...
nn si tratta semplicemente del vendersi per raggiungere il successo, la fama, la ricchezza: si tratta di rinnegare i sentimenti e le emozioni che comunque albergano nel cuore umano, di abbracciare in maniera pressochè completa una fredda e calcolatrice razionalità che è una non-vita. Vista in quest'ottica, quante persone hanno venduto e vendono l'anima al diavolo? E si possono condannare e giudicare, in realtà? No, a mio avviso: almeno io non lo faccio, perchè penso che questa scelta di vita vada rispettata e accettata (almeno finchè nn danneggia le altre persone; ci sono purtroppo varie gradazioni: si va dal freddo e razionale uomo della strada che vive chiuso ad ogni richiamo alla vita, ad ogni emozione, nel menefreghismo più assoluto, semplicemente perchè così vive in maniera più tranquilla e semplice, per arrivare, nn so, al signore della guerra che arma un esercito di bambini di 7 anni in africa, e magari li fa fucilare se indietreggiano durante il combattimento): ma non la condivido, francamente.