L'Alopecia Areata secondo Rebora

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
12,792
2
2,015
Questo articolo è stato scritto dal dottore Alfredo Rebora
Professore di Dermatologia dell'Università di Genova.
L'alopecia areata (AA) è una malattia molto comune, ma nella grande maggioranza dei casi guarisce spontaneamente o con cure artigianali. Solo in una minoranza dei casi la chiazza glabra persiste e si allarga fino ad interessare tutto il cuoio capelluto (alopecia totale) o tutti i peli del corpo (alopecia universale). Donne e uomini sono colpiti indifferentemente, quasi sempre prima dei 40 anni.

L'AA appartiene al numero delle cosiddette malattie autoimmuni, malattie nelle quali l'organismo aggredisce se stesso o meglio una sua parte, nel caso specifico le cellule del pelo. Perché succede? Per spiegarlo bisogna ricorrere all'esempio dei trapianti d'organo. Dopo un trapianto è ben noto il rischio del rigetto che viene eseguito da alcune cellule, i cosiddetti linfociti assassini. Queste cellule hanno infatti la capacità di distinguere quello che appartiene all'organismo (self) da quello che è estraneo (non-self); avendo la funzione di difenderci da virus, cellule tumorali ecc., essi riconoscono come non self l'organo trapiantato, l'aggrediscono e lo distruggono. Qualcosa di simile succede nelle malattie autoimmuni, almeno nella maggior parte di esse. Per ragioni che ci sfuggono ancora in parte, in certi soggetti, soprattutto in situazioni di emergenza (stress), i linfociti assassini perdono, temporaneamente o definitivamente, la capacità di distinguere il bene (self) dal male (non self) ed aggrediscono di conseguenza il self scambiandolo per il non self. Le malattie autoimmuni sono numerose, cambiano solo di nome e di gravità a seconda della cellula (o dell'organo) che è bersaglio dei linfociti assassini. Tutte le cellule e gli organi sono egualmente sensibili a questo tipo di attacco? In realtà, no, perché una cellula è tanto più sensibile all'attacco quanto più velocemente si riproduce e il cheratinocita del pelo (bersaglio nella AA) è forse la cellula che si riproduce più spesso nel nostro organismo. Ecco perché l'AA è tanto comune, mentre altre malattie autoimmuni come per esempio la sclerosi a placche è molto più rara.

Una possibilità che deve essere indagata è se il cheratinocita sia l'unico bersaglio dell'attacco dei linfociti assassini. In effetti, le malattie autoimmuni non vanno mai da sole, ma quello che si manifesta in maniera più evidente è spesso solo un aspetto di una realtà più complessa. Nell'AA, di
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
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Questo articolo è stato scritto dal dottore Alfredo Rebora
Professore di Dermatologia dell'Università di Genova.
L'alopecia areata (AA) è una malattia molto comune, ma nella grande maggioranza dei casi guarisce spontaneamente o con cure artigianali. Solo in una minoranza dei casi la chiazza glabra persiste e si allarga fino ad interessare tutto il cuoio capelluto (alopecia totale) o tutti i peli del corpo (alopecia universale). Donne e uomini sono colpiti indifferentemente, quasi sempre prima dei 40 anni.

L'AA appartiene al numero delle cosiddette malattie autoimmuni, malattie nelle quali l'organismo aggredisce se stesso o meglio una sua parte, nel caso specifico le cellule del pelo. Perché succede? Per spiegarlo bisogna ricorrere all'esempio dei trapianti d'organo. Dopo un trapianto è ben noto il rischio del rigetto che viene eseguito da alcune cellule, i cosiddetti linfociti assassini. Queste cellule hanno infatti la capacità di distinguere quello che appartiene all'organismo (self) da quello che è estraneo (non-self); avendo la funzione di difenderci da virus, cellule tumorali ecc., essi riconoscono come non self l'organo trapiantato, l'aggrediscono e lo distruggono. Qualcosa di simile succede nelle malattie autoimmuni, almeno nella maggior parte di esse. Per ragioni che ci sfuggono ancora in parte, in certi soggetti, soprattutto in situazioni di emergenza (stress), i linfociti assassini perdono, temporaneamente o definitivamente, la capacità di distinguere il bene (self) dal male (non self) ed aggrediscono di conseguenza il self scambiandolo per il non self. Le malattie autoimmuni sono numerose, cambiano solo di nome e di gravità a seconda della cellula (o dell'organo) che è bersaglio dei linfociti assassini. Tutte le cellule e gli organi sono egualmente sensibili a questo tipo di attacco? In realtà, no, perché una cellula è tanto più sensibile all'attacco quanto più velocemente si riproduce e il cheratinocita del pelo (bersaglio nella AA) è forse la cellula che si riproduce più spesso nel nostro organismo. Ecco perché l'AA è tanto comune, mentre altre malattie autoimmuni come per esempio la sclerosi a placche è molto più rara.

Una possibilità che deve essere indagata è se il cheratinocita sia l'unico bersaglio dell'attacco dei linfociti assassini. In effetti, le malattie autoimmuni non vanno mai da sole, ma quello che si manifesta in maniera più evidente è spesso solo un aspetto di una realtà più complessa. Nell'AA, di
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
12,792
2
2,015
Questo articolo è stato scritto dal dottore Alfredo Rebora
Professore di Dermatologia dell'Università di Genova.
L'alopecia areata (AA) è una malattia molto comune, ma nella grande maggioranza dei casi guarisce spontaneamente o con cure artigianali. Solo in una minoranza dei casi la chiazza glabra persiste e si allarga fino ad interessare tutto il cuoio capelluto (alopecia totale) o tutti i peli del corpo (alopecia universale). Donne e uomini sono colpiti indifferentemente, quasi sempre prima dei 40 anni.

L'AA appartiene al numero delle cosiddette malattie autoimmuni, malattie nelle quali l'organismo aggredisce se stesso o meglio una sua parte, nel caso specifico le cellule del pelo. Perché succede? Per spiegarlo bisogna ricorrere all'esempio dei trapianti d'organo. Dopo un trapianto è ben noto il rischio del rigetto che viene eseguito da alcune cellule, i cosiddetti linfociti assassini. Queste cellule hanno infatti la capacità di distinguere quello che appartiene all'organismo (self) da quello che è estraneo (non-self); avendo la funzione di difenderci da virus, cellule tumorali ecc., essi riconoscono come non self l'organo trapiantato, l'aggrediscono e lo distruggono. Qualcosa di simile succede nelle malattie autoimmuni, almeno nella maggior parte di esse. Per ragioni che ci sfuggono ancora in parte, in certi soggetti, soprattutto in situazioni di emergenza (stress), i linfociti assassini perdono, temporaneamente o definitivamente, la capacità di distinguere il bene (self) dal male (non self) ed aggrediscono di conseguenza il self scambiandolo per il non self. Le malattie autoimmuni sono numerose, cambiano solo di nome e di gravità a seconda della cellula (o dell'organo) che è bersaglio dei linfociti assassini. Tutte le cellule e gli organi sono egualmente sensibili a questo tipo di attacco? In realtà, no, perché una cellula è tanto più sensibile all'attacco quanto più velocemente si riproduce e il cheratinocita del pelo (bersaglio nella AA) è forse la cellula che si riproduce più spesso nel nostro organismo. Ecco perché l'AA è tanto comune, mentre altre malattie autoimmuni come per esempio la sclerosi a placche è molto più rara.

Una possibilità che deve essere indagata è se il cheratinocita sia l'unico bersaglio dell'attacco dei linfociti assassini. In effetti, le malattie autoimmuni non vanno mai da sole, ma quello che si manifesta in maniera più evidente è spesso solo un aspetto di una realtà più complessa. Nell'AA, di
 

emily

Utente
8 Febbraio 2004
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Citazione:Messaggio inserito da Batgirl
Ammetto che anch'io ho pensato a Recoba.[:D]

????? purtroppo non riesco a seguirvi ????