la società che non c'è più

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
5,220
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1,415
la mia famiglia proviene dal paese, mia madre è di un paesino in provincia di campobasso che ho conosciuto in tenerà età. ci siamo trasferiti quando io ero piccolo ed ho pochi ma bellissimi ricordi di allora.

oggi pensavo a come la nostra società si è evoluta in modo ipertecnologico e tutto va a ritmi frenetici ma non ci siamo accorti che stiamo perdendo la semplicità.

i miei ricordi di bambino mi riportano ad un piccolo paese sperso tra le valli dove potevi vedere la diversità dei campi in mille colori, i profumi e i sapori erano unici. vecchie signore centenarie camminavano con in testa i cesti con la frutta o il grano in bilico tra le viuzze del paese dove si sentiva quell'odore di fascine.

si faceva il pomodoro in casa, la vendemmia, si ammazzava il maiale e ci si ricavava ogni ben di dio, col freddo si accendeva un vecchio camino in pietra bianca alto più di me dove si facevano le castagne.

l'atmosfera era unica anche perchè c'era il calore della famiglia, la famiglia fatta dai genitori, i fratelli,i cugini, gli zii, i nonni e le nonne. quanti ricordi, ricordi di tanta gente che rendevano la casa sempre piena.

oggi abbiamo perso tutto ciò, i figli crescono soli, con internet e la tv, con le playstation, magari con la badante straniera e vedono i genitori solo alla sera se gli va bene, a meno che come la maggioranza delle coppie di oggi non siano già separati dopo poco tempo e anche le festività prima occasione di unione sono oggi solo l'occasione per ricevere regali e sbafare a tavola ma nulla di più.

la nostra società ha aperto forzatamente le porte agli immigrati per nulla integrati e viviamo tutto con grande distanza, basti pensare a un condominio dove astento ci si saluta, nel paese pari a 100 condomini si conoscevano praticamente tutti.

anche voi sentite questa freddezza? questa solitudine? questo senso di abbandono di questa società che ci sta traformando tutti in degli automi? io si e quì non c'entra la fede, è una questione di evoluzione dell'umanità che probabilmente non tornerà più indietro.

 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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la mia famiglia proviene dal paese, mia madre è di un paesino in provincia di campobasso che ho conosciuto in tenerà età. ci siamo trasferiti quando io ero piccolo ed ho pochi ma bellissimi ricordi di allora.

oggi pensavo a come la nostra società si è evoluta in modo ipertecnologico e tutto va a ritmi frenetici ma non ci siamo accorti che stiamo perdendo la semplicità.

i miei ricordi di bambino mi riportano ad un piccolo paese sperso tra le valli dove potevi vedere la diversità dei campi in mille colori, i profumi e i sapori erano unici. vecchie signore centenarie camminavano con in testa i cesti con la frutta o il grano in bilico tra le viuzze del paese dove si sentiva quell'odore di fascine.

si faceva il pomodoro in casa, la vendemmia, si ammazzava il maiale e ci si ricavava ogni ben di dio, col freddo si accendeva un vecchio camino in pietra bianca alto più di me dove si facevano le castagne.

l'atmosfera era unica anche perchè c'era il calore della famiglia, la famiglia fatta dai genitori, i fratelli,i cugini, gli zii, i nonni e le nonne. quanti ricordi, ricordi di tanta gente che rendevano la casa sempre piena.

oggi abbiamo perso tutto ciò, i figli crescono soli, con internet e la tv, con le playstation, magari con la badante straniera e vedono i genitori solo alla sera se gli va bene, a meno che come la maggioranza delle coppie di oggi non siano già separati dopo poco tempo e anche le festività prima occasione di unione sono oggi solo l'occasione per ricevere regali e sbafare a tavola ma nulla di più.

la nostra società ha aperto forzatamente le porte agli immigrati per nulla integrati e viviamo tutto con grande distanza, basti pensare a un condominio dove astento ci si saluta, nel paese pari a 100 condomini si conoscevano praticamente tutti.

anche voi sentite questa freddezza? questa solitudine? questo senso di abbandono di questa società che ci sta traformando tutti in degli automi? io si e quì non c'entra la fede, è una questione di evoluzione dell'umanità che probabilmente non tornerà più indietro.

 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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la mia famiglia proviene dal paese, mia madre è di un paesino in provincia di campobasso che ho conosciuto in tenerà età. ci siamo trasferiti quando io ero piccolo ed ho pochi ma bellissimi ricordi di allora.

oggi pensavo a come la nostra società si è evoluta in modo ipertecnologico e tutto va a ritmi frenetici ma non ci siamo accorti che stiamo perdendo la semplicità.

i miei ricordi di bambino mi riportano ad un piccolo paese sperso tra le valli dove potevi vedere la diversità dei campi in mille colori, i profumi e i sapori erano unici. vecchie signore centenarie camminavano con in testa i cesti con la frutta o il grano in bilico tra le viuzze del paese dove si sentiva quell'odore di fascine.

si faceva il pomodoro in casa, la vendemmia, si ammazzava il maiale e ci si ricavava ogni ben di dio, col freddo si accendeva un vecchio camino in pietra bianca alto più di me dove si facevano le castagne.

l'atmosfera era unica anche perchè c'era il calore della famiglia, la famiglia fatta dai genitori, i fratelli,i cugini, gli zii, i nonni e le nonne. quanti ricordi, ricordi di tanta gente che rendevano la casa sempre piena.

oggi abbiamo perso tutto ciò, i figli crescono soli, con internet e la tv, con le playstation, magari con la badante straniera e vedono i genitori solo alla sera se gli va bene, a meno che come la maggioranza delle coppie di oggi non siano già separati dopo poco tempo e anche le festività prima occasione di unione sono oggi solo l'occasione per ricevere regali e sbafare a tavola ma nulla di più.

la nostra società ha aperto forzatamente le porte agli immigrati per nulla integrati e viviamo tutto con grande distanza, basti pensare a un condominio dove astento ci si saluta, nel paese pari a 100 condomini si conoscevano praticamente tutti.

anche voi sentite questa freddezza? questa solitudine? questo senso di abbandono di questa società che ci sta traformando tutti in degli automi? io si e quì non c'entra la fede, è una questione di evoluzione dell'umanità che probabilmente non tornerà più indietro.

 

ardecore

Utente
22 Maggio 2006
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Mai abbiamo prodotto tanti beni,e la miseria è alle nostre porte.Mai abbiamo moltiplicato così freneticamente la nostra specie,e i deserti guadagnano terreno ogni giorno.Mai ci è parso di avvicinarci tanto all'età dell'oro,all'ozio che ci ritempra,e la disoccupazione diventa la nostra prima calamità.Mai abbiamo mostrato così largamente i nostri corpi nudi e le nostre unioni cosiddette libere,e mai la morte è stata così vicina al sesso.Mai abbiamo inventato tecniche così prodigiose per entrare in contatto gli uni con gli altri e mai la solutidine ha trovato accenti più amari. Dalai Lama
 

ronald

Utente
6 Maggio 2003
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sì la sento molto. io mi sento un automa dentro questa società, ci hanno fatti diventare solo tanti burattini parlanti e nulla più.
 

girolamo46

Utente
31 Dicembre 2006
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Citazione:Messaggio inserito da ardecore
Mai abbiamo prodotto tanti beni,e la miseria è alle nostre porte.Mai abbiamo moltiplicato così freneticamente la nostra specie,e i deserti guadagnano terreno ogni giorno.Mai ci è parso di avvicinarci tanto all'età dell'oro,all'ozio che ci ritempra,e la disoccupazione diventa la nostra prima calamità.Mai abbiamo mostrato così largamente i nostri corpi nudi e le nostre unioni cosiddette libere,e mai la morte è stata così vicina al sesso.Mai abbiamo inventato tecniche così prodigiose per entrare in contatto gli uni con gli altri e mai la solutidine ha trovato accenti più amari. Dalai Lama
Vuol dire che come società siamo un vero e propio fallimento !
 

evolux

Utente
7 Maggio 2004
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Concordo, siamo proprio un fallimento di società. Bèh, e per i meno pessimisti..non è che si possa certo dire il contrario eh!
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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Citazione:Messaggio inserito da ardecore
Mai abbiamo prodotto tanti beni,e la miseria è alle nostre porte.Mai abbiamo moltiplicato così freneticamente la nostra specie,e i deserti guadagnano terreno ogni giorno.Mai ci è parso di avvicinarci tanto all'età dell'oro,all'ozio che ci ritempra,e la disoccupazione diventa la nostra prima calamità.Mai abbiamo mostrato così largamente i nostri corpi nudi e le nostre unioni cosiddette libere,e mai la morte è stata così vicina al sesso.Mai abbiamo inventato tecniche così prodigiose per entrare in contatto gli uni con gli altri e mai la solutidine ha trovato accenti più amari. Dalai Lama


parole davvero sagge queste del dalai lama, non le avevo mai lette.
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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Citazione:Messaggio inserito da Klaus Meine
De rossi, toglimi una curiosità: ma tu conosci un certo castanochiaro?[:D]





no, chi sarebbe?
 

gordon

Utente
4 Marzo 2004
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Lo stesso discorso si puo fare riguardo ai paesi ricchi e quelli poveri.

Se osserviamo i paesi poveri vediamo che i rapporti inter-personali sono forti, i legami familiari vivi, la gente e' aperta, si incontra per strada, chiacchiera di tutto.
Dal lato opposto manca la liberta'. La liberta' di conoscere, di avere un istruzione, di viaggiare, di decidere cosa fare della propria vita, di vivere le proprie esperienze senza che l'intera comunita' ci chiacchieri sopra per mesi.

Nei paesi ricchi invece accade esattamente l'opposto.


Non penso che si possa giudicare se uno sia meglio dell'altro. Entrambi hanno pregi e difetti.

 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
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Non è che la società evocata da de rossi (che immagino abbia al massimo 40 anni e che dunque si riferisca al periodo tra la fine degli anni 70 e la fine e degli anni 90) fosse così idialliaca e moralmente ed eticamente apprezzabile.
Per questo mi sembra significativo fare una breve fotografia di quella che era la situazione politico sociale ed economica dei decenni passati e considerati dal buon de rossi come una sorta di aurea età perduta!

L'italia della fine degli anni 70 e degli anni 80, era una società ipocrita come poche sulla faccia della terra, nella stessa si iniziava ad inseguire il mito del capitalismo e della ricchezza a tutti i costi, inziava a farsi strada il modello americano che identifica il valore di una persona, o d'una famiglia da quello che si possiede, per la convinzione che = tu sei ciò che hai!

La cultura pretesca ancora infarciva la vita sociale di un falso moralismo che si esplicitava nella critica sperticata alla condotta del prossimo e mai alla propria, per cui la gente allora (come ora),puntava il dito solo con l'intento di vedere la pagliuzza nella casa del vicino e mai la trave nella propria.

La solidarietà dei gruppi sociali era già quasi a: 0;
anche se magari a quel tempo la situazione in alcune zone d'italia, era forse meno spietata di oggi.

Sopratutto al centro sud, si facevano già alla fine degli anni 70, delle lotte salariali terrificanti e la gente onesta, allora come oggi, non arrivava alla fine del mese....

e l'unica speranza che potesse cullare un cittadino medio...
era che la propria squadra di calcio ..potesse vincere il campionato...peraltro anche quello truccato all'origine, come le inchieste successive hanno poi dimostrato.

L'unico esercizio di quella solidarietà sociale che de rossi evoca,
si estrinsecava al nord, nella lotta al ******* immigrato dal sud che era il più grande incubo che si potesse immaginare in quei tempi, peggio anche della paura che faceva la guerra fredda.

Questo per quanto riguarda la situazione sociale ed economica.

Per quella politica invece si che andavamo meglio! Si poteva davvero esser orgogliosi della nostra nazione!

Al governo c'era il pentapartito dominato dalla Dc, definita da pier paolo pasolini -il nulla ideologico mafioso-,
nel parlamento del paese si alternavano personaggi del calibro di de mita,andreotti, de michelis, pomicino, craxi, gava, scotti, de lorenzo ecc..

I contribuenti pagavano le spese delle amanti di craxi and company che proprio sui contribuenti giravano tutti i loro divertimenti (aerei privati, feste, viaggi ecc..)

Politici che facevano carne di porco delle ricchezze del paese ed esportavano una immagine dell'italia che meglio non poteva essere.

Nel mondo del lavoro (almeno per quanto riguarda le professioni di livello), già si entrava solo grazie al -nepotismo- imperante, grazie a parentele d'un certo tipo, ad amicizie importanti, ed a tessere di partito e grazie agli amici degli amici.

Con bustarelle e tangenti tutto si creava e tutto si aggiustava.
Naturlamente oggi quel tipo di situazione è stata portata al topos ed al non plus ultra.

Il modello da inseguire era rappresentato dal ex dandy Gianni Agnelli che era specializzato nella creazione di fabbriche pagate dallo stato e nella successiva messa in cassaintegrazione dei lavoratori anche quella sostenuta dalla comunità e dai contribuenti.


La mia domanda è...: C'è davvero molto da rimpiangere??![:O][8D]





 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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klimt premesso che di anni ne ho 43 e vado verso i 44 ho letto con interesse quanto dici ma non lo reputo molto relazionabile alla perdita di valori e di tradizioni, di quel tipo di famiglia matriarcale che ora non c'è praticamente più. nell'italia degli anni 70/80 c'era ancora quel modello di famiglia che oggi non c'è più e se non c'è più non è per inseguire il capitalismo, quel modello di famiglia moderna ma vuota, sterile, anemica è cosa diffusa in tutti i ceti sociali.
 

klaus meine

Utente
8 Febbraio 2006
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Citazione:Messaggio inserito da Klimt

Nel mondo del lavoro (almeno per quanto riguarda le professioni di livello), già si entrava solo grazie al -nepotismo- imperante, grazie a parentele d'un certo tipo, ad amicizie importanti, ed a tessere di partito e grazie agli amici degli amici.




Non è che sia cambiato molto da allora, devo dire....



 

arrhenius

Utente
13 Settembre 2005
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STRAQUOTO Klimt , è un luogo comune che l'uomo si porta avanti
da centinaia di anni :
quello di considerare ciò che c'era prima o che comunque NON c'è adesso migliore di ciò che invece c'è adesso...
Esempio classico: se dai un giocattolo ad un bambino lui ci giocherà per un pò , dopodichè si stuferà e lo lascierà in terra, se tu raccogli quel o peggio glielo strappi dalle mani, lui improvvisamente lo rivorrà fortemente più del nuovo gioco con il quale stava giocando prima...
e questo deriva solo ed esclusivamente dal fatto che
l'uomo NON è mai contento e soddisfatto di quello che ha!
Non dipende dalla perfetta armonia (ma quale,dove,quando mai nella storia dell'uomo????) che c'era un tempo....

Si aggiunga,e questo è il punto chiave,l'egoismo e l'arroganza generazionale in base alla quale le nuove generazioni sono sempre considerate peggiori, per il solo fatto che le vecchie pensano,anche inconsciamente,che il loro operato nella società sia insostituibile, e non vogliono lasciare il NATURALE passaggio di testimone senza pensare che sarà peggio di quando c'erano loro....
Da qui le eterne lotte fra padre e figlio (classiche), in base alle quali il padre non considera mai il figlio all'altezza,tanto che questo se ne convince o scoppia una guerra....

Se dite che il mondo di oggi fa schifo, chiedetevi quali sono stati i termini di questo prodotto....evidentemente se il risultato è questo, non devono essere stati gran chè....
personalmente sono stufo di sentire sempre fiumi di demagogia su questo fatto....

Io penso che per ogni uomo buono che muore ne nasca immediatamente un altro buono e per ogni uomo cattivo che muore ne nasce un altro cattivo....questo da sempre....anche se poi bisognerebbe vedere cosa si intenda per buono o cattivo....

Per quanto riguarda la famiglia penso che nel passato questa per molti sia stata solo sinonimo di incubo e frustrazioni.....
l'armonia è solo un fatto che ognuno di noi prova ad ottenere con se e con gli altri.

Perciò conio il detto:
Ogni società è paese!!! [:D]

 

jador

Utente
7 Agosto 2006
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Citazione:Messaggio inserito da arrhenius

Per quanto riguarda la famiglia penso che nel passato questa per molti sia stata solo sinonimo di incubo e frustrazioni.....



eggia'!!





 

klaus meine

Utente
8 Febbraio 2006
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Cmq sec me la società moderna porta con se dei pro e dei contro rispetto al passato, come ogni cosa. E' cmq innegabile che si assista ad una sempre più frequente e generalizzata perdita di valori da parte delle nuove leve; è il prezzo da pagare alla società del consumismo e dell'immagine



 

jador

Utente
7 Agosto 2006
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Per quanto tempo ancora? Dove sta il lavoro che potra' garantire consumismo e quant'altro?