Ho notato che.....

sarah

Utente
15 Marzo 2005
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il problema della calvizie miete più vittime tra quelli che cercano di essere belli per piacere ad una ragazza che tra quelli che vedono di più un difetto tecnico tipo sudore che scende sulla fronte o anticipazione del freddo sulla testa, oppure anche il problema dei nei dovuto al solo battente sull'apice della testa.
Personalmente in un uomo non guardo se ha i capelli lunghi o folti.
Quello che resta per tutta la vita o diciamo per molto tempo nello stare insieme sono tutte quelle qualità che di lui lo hanno reso simpatico, attento, gentile, raffinato, estroverso al punto giusto, e qualcosa in più o qualcosa in meno.
Comunque, per esperienza personale, i bellocci da spiaggia capelloni o capelluti, con gli occhiali incorporati come anche l'abronzatura, hanno avuto sempre il tempo loro. Breve e coinciso.

Ciao
 

grinch

Utente
11 Maggio 2003
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E' giusto quello che dici Sarah,problema pratico legato spesso a dermatiti lavaggi frequenti e problema psicologico di accettazione della propria immagine,in entrambi casi si cerca di cerca di intervenire con voglia e desiderio.
Ho fatto scenate tremende ma devo dirti che sono arrivato ad una conclusione molto diversa dalla tua su quanto considero apprezzabile in una donna,per utilita' e convenienza,sono ancora molto arrabbiato.
Ciao
 

khil

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6 Febbraio 2004
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all'incirca tutte quelle a cui si regala qualcos'altro che non sia la propria immagine.
 

merlin

Utente
10 Febbraio 2004
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...purtroppo si vive in un mondo dove è sempre più importante l'apparire che l'essere...
ma non ce ne curiamo, perchè noi SIAMO e restiamo tali, qualunque cosa accada....

Merlin
 

clifford

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24 Ottobre 2004
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Citazione:Messaggio inserito da merlin
...purtroppo si vive in un mondo dove è sempre più importante l'apparire che l'essere...
ma non ce ne curiamo, perchè noi SIAMO e restiamo tali, qualunque cosa accada....

Merlin

L'apparire? Si è vero, ma nel senso di come ci si rapporta all'esterno...non a livello solo di immagine.
Sto imparando questo, piano piano. Siamo noi i fabbri della nostra fortuna. E' tutto un problema di atteggiamento verso l'esterno.
Se sembriamo insicuri e ci chiudiamo, ci sentiamo appesantiti per colpa di quelli che percepiamo essere difetti insormontabili, all'esterno non riusciremo mai ad aprirci rimanendo, così, chiusi nella nostra dimensione autistica.
Al contrario, se decidiamo razionalmente (ho deciso di provarci, per quel che mi riguarda) di cambiare atteggiamento, di fregarcvene di cose su cui, tra l'altro, possiamo fare poco, qualcosa cambierà...
Un abbraccio!
 

clifford

Utente
24 Ottobre 2004
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P.s. e richiamo un mio precedente post...
Non si deve scindere, a mio parere, la NOSTRA IMMAGINE da noi STESSI nel complesso.
Il punto è di non fare in modo che una caratteristica parafisiologica, genetica, influisca su di noi come persone tarpandoci le ali.
E, questa, è innanzitutto una scelta cosciente, che richiede sicuramente un certo sforzo.
Ma che va fatta.
Saluti!
 

clifford

Utente
24 Ottobre 2004
451
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p.p.s. Comincio a pensare che davvero la bellezza sia un fatto squisitamente interiore...
 

sarah

Utente
15 Marzo 2005
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Credo che l'intervento di Clifford lo si possa prendere come esempio.
Quello che però manca è una buona dose di testardagine, visto che chi fa le regole non è la gente calma riflessiva, piena di veri valori e che vede un futuro nell'uomo. Le regole vengono decise dal caos, dal troppo benessere che ignaro crea uno sfrenato consumismo, crea la voglia di essere tutti uguali e servitori di un unico padrone, in un certo modo la società di oggi tende a cancellare le nostre identità.
Niente più futuro nell'essere umano ma frammenti di vita giornaliera.
Come eravamo a 10 anni, come eravamo a 18 come eravamo a 30 come siamo oggi. La fuga e la negazione dei valori e degli ideali non è causato dalla nostra maturità o evoluzione, anche se in certi casi maturiamo e facciamo maturare in nostri pensieri, è causato da quella corsa che ci vede competitivi con altri nella società, senza star troppo a decidere se sia giusto fare questi match e gareggiare. Se non ci si comporta come gli altri, nel buono e nel cattivo esempio, si perisce.
Ecco perchè poi a farne le spese sono sempre le persone più sensibili.
Credo comunque, che si debba lottare anche se si è indifesi e anche se il gioco non è alla nostra poratata.
Il vantaggio è che in caso di perdita si avrà lo stesso un premio di consolazione. Chiamiamolo attestato di frequenza e abilitazione al match successivo. Cioè la competizione anche se perdente, ci abilita al misurarci con gente ancora più forte. In assoluto non ci sarà la conquista dell'Universo, ci sarà una conquista personale nel nostro sistema. Potremo dire guardandoci allo specchio di saper vivere in modo positivo la vita.
ciao
 

cosini

Utente
24 Maggio 2004
253
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Sarah ma che discorsi sono, qua le ragazze vogliono fare le veline, la de filippi fa la scuola di saranno famosi, ci sono persone che si venderebbero un rene per andare in televisione a dire 3 sciocchezze...
ora in un clima del genere mi dici che una bella topa a 20 anni starebbe tranquillamente con un 20enne squattrinato, non bello e per di più calvo....

e si... basta essere belli dentro
 

marina

Utente
27 Agosto 2004
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Citazione:Messaggio inserito da Cosini
basta essere belli dentro


No, la bellezza interiore non basta sempre: dipende da quello che vuoi ottenere nella vita... In linea generale quando ti interessa soltanto divertirti, la bellezza interiore serve a gran poco. Meglio puntare su altro che ti garantisca facilmente il risultato... Ma se vuoi altro, se vuoi un qualcosa di importante, la bellezza esteriore, il fisico, i capelli non hanno alcun valore: contano altri elementi e devi essere disposto a pagarne il prezzo, perché la felicità, quella reale è un bene prezioso e non si ottiene facilmente...
Baci
Marina
 

sarah

Utente
15 Marzo 2005
8
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Citazione:Messaggio inserito da Cosini
Sarah ma che discorsi sono, qua le ragazze vogliono fare le veline, la de filippi fa la scuola di saranno famosi, ci sono persone che si venderebbero un rene per andare in televisione a dire 3 sciocchezze...
ora in un clima del genere mi dici che una bella topa a 20 anni starebbe tranquillamente con un 20enne squattrinato, non bello e per di più calvo....

e si... basta essere belli dentro

Ho parlato di altro forse. Se lo squattrinato ci sa fare perchè non potrebbe frequentare tope.
Se il tizio in questione considera ampiamente le proprie capacità, può farlo.
Il mio era uno sguardo della società attuale, che va dal dopoguerra a oggi, e dei problomi di adattamento che possono esserci per tante persone che rischiano l'isolamento e l'emarginazione.
Che ho detto che non quadra?
Il fatto di avere la testardaggine giusta può aiutarci ad essere volenterosi e ad accettarci così come siamo. Solo stimando la propria personalità si riesce a presentarsi in pubblico. Non sei d'accordo. Il rischio sarebbe di essere derisi. Proprio la sicurezza che noi ci diamo può renderci immuni da qualsiasi influenza negativa.
Mi pare di dire le solite cose..... o no?
 

nanni

Utente
16 Luglio 2003
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265
Citazione:Messaggio inserito da marina
Citazione:Messaggio inserito da Cosini
basta essere belli dentro


No, la bellezza interiore non basta sempre: dipende da quello che vuoi ottenere nella vita... In linea generale quando ti interessa soltanto divertirti, la bellezza interiore serve a gran poco. Meglio puntare su altro che ti garantisca facilmente il risultato... Ma se vuoi altro, se vuoi un qualcosa di importante, la bellezza esteriore, il fisico, i capelli non hanno alcun valore: contano altri elementi e devi essere disposto a pagarne il prezzo, perché la felicità, quella reale è un bene prezioso e non si ottiene facilmente...
Baci
Marina

Concordo con te marina. Peccato che la maggior parte delle persone dica di cercare la bellezza interiore, mentre in realtà và cercando tutt'altro...Pensiero un pò pessimista ma purtroppo reale
 

marina

Utente
27 Agosto 2004
2,241
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615
Ma certo Anna... ognuno racconta quello che vuole! sta a te cercare di capire se la persona che hai davanti è veramente interessata a quello che sei dentro o a quello che appari fuori. E poi, in sostanza, che importa quello che la maggior parte dice? Importa quello che TU pensi e quello che TU cerchi... E' già così difficile riuscire a trovare la persona giusta che perdersi in pensieri pessimisti sugli altri non fa altro che renderci il compito più difficile... o sbaglio? Ma ancor più importante: conta quello che tu vuoi che la gente sappia di te. Imponiti per il tuo carattere e per quello che sei dentro, vedrai che l'aspetto esteriore passerà in secondo piano o diventerà soltanto un semplice complemento del tuo essere!
Baci!
Marina
 

sarah

Utente
15 Marzo 2005
8
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5
Pensiero pessimesta?

Ma cosa significa pensare con pessimismo?
Il mio discorso cercava di mettere dei segni definiti sul rapporto che hanno certe persone con tutto il mondo della commercializzazione, il mondo in cui è importante fare business, il mondo in cui è importante apparire.
Chi si oppone a questa sfrenata corsa non lo fa per pessimismo, al contrario conosce se stesso e condana la troppa superficialità che gira intorno.
Essere se stessi non significa poi emarginarsi.
Significa vivere perchè le possibilità che si hanno in un mondo finto e fatto di gente finta sono molto poche.
Quindi non bisogna chiudersi in se stessi e dire che è difficile accettare il tipo di sistema che la società ci impone.
Bisogna sempre con quel pizzico di testardagine collocarsi nella propria nicchia e vivere come lo fanno gli altri pensando ai nostri obiettivi e non quelli altrui.
Io credo che la macchina messa in piedi dall'escalation industraiale e commerciale fin dai primi del novecento attraversando significative e dure crisi, in cui molto spesso si vedevano scomparire grossi valori etici e grosse personalità che rappresentavano il freno giusto all'ipotetico disastro compiuto dall'uomo, non decide per l'uomo, cioè non è questa macchina che dice a Tizia, tu non sei all'altezza della situazione e quindi mettiti da parte. Quello di mettersi da parte è un fatto nostro che riguarda solo noi.
Non ci sono complotti di nessun tipo, a volte si è depressi e il vittimismo ci assale. Tutto sta nel capire la situazione per poi gestirla.

Ciao
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
1,883
1
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la finzione non attiene solo al mondo dell'escalation industriale e del fare business,una finzione mutante spesso si nasconde nel rifiuto della retorica c.d. imperante e ne veicola una altrettanto avvilente.Strati di retorica e di 'conformazione' a diversa tessitura e segno si sovrappongono incessantemente rendendo tutto oggettivamente complesso.Il problema si sposta dall'asse industriale/commerciale e diventa 'segnico',culturale,non intendendo con ciò l'accezione negativa del termine e cioè contenitore di luoghi comuni e immagini e marci e piatti refrain subliminali di vario ordine e origine,ma riferendosi proprio al nucleo considerato da questi inattaccabile e cioè il 'nostro cervello migliore e pensante,quello che,quando volessimo,..sarebbe sempre possibile resuscitare per farlo funzionare.

succede così,può succedere diciamo,che lo sviluppo di passioni sociali e civili e profondamente umanitarie per statuto avvenga per la contrapposizione ideale verso qualcosa che indubitabilmente lo merita o lo richiede,ma che inevitabilmente determina il segno estremo della stessa( quì sta il margine dove intervenire),dove per estremo non intendo letture di valore negativo quali ad esempio fazioso o settario,ma certo questo sì..parziale e 'polarizzante',riferendosi
non alla plausibilità dell'analisi in sè che si fà dell'oggetto,ma osservandone l'eccessiva focalizzazione da una parte e l'assolutizzare prescrizioni e assiomi dall'altra.

Partendo da un'ottica comunque di non-accettazione...lo sfruttamento e l'iniquità sociale sono paradossalmente(leggi paradossalmente...)diminuiti,o meglio 'soltanto' cambiati nell'ultimo secolo,proprio x l'aumento della competizione:questa,motore del sistema industriale,ha standardizzato i termini del profitto e del profi..ttamento della 'manodopera' e ha fatto una cosa terribile rendendo molti uomini uguali nella possibilità di confrontare uguali pene e sofferenze.L'alienazione data non solo o non tanto dalla ripetizione meccanica di un gesto sempre medesimo ma dal condividere lo stesso con tanti altri nello stesso preciso momento.La proiezione di sè sugli altri,ma soprattutto l'introiezione della dimensione altrui,percepita appunto come spersonalizzante.

tutto questo ha significato umanamente dolore e sofferenza ma storicamente ha innescato uno stato nascente delle forze lavoro di base presenti nella società,ne ha formato un blocco compatto di enorme potenziale creativo,ha tolto loro il carattere di 'isolamento' e di 'cellula'(...)fin lì avuto.
Lo scopo finaziario fu evidentemente lo sfruttamento di risorse energetiche e/o commerciabili,ma solo su scala estesa e con modalità massimente efficienti ed efficaci,poichè la stessa cosa inizia,pound for pound,in mesopotamia con lo sfruttamento dell'agricoltura e acora prima con l'attività del cacciare(precedente a quella di allevare).

E' un processo lungo secoli nel quale risulta difficile intervenire spezzandone un tratto per dire che il male del mondo ha origine lì,per quanto ciò sia fisiologico e naturale da un punto di vista ego-centrico.Ma è un processo che anche relativamente alla fase cui ci riferiamo è ancora in pieno svolgimento e tutti noi spesso rischiamo di utilizzare strumenti di pensiero e di 'segno'
che rispetto allo stesso non sono 'categorie' terze ma più o meno diretti afferenti.

perdonatemi.
 

grinch

Utente
11 Maggio 2003
518
0
265
Quando si entra nel patologico,non ci sono farmaci e non ci sono parole che siano di consolazione,eticattare i comportamenti sociali in base alle scelte anche questa rappresenta un'imposizione culturale.E' soltanto un fatto genetico di qualche gene in piu' o in meno,ma lo studio l'osservazione dei caratteri ereditari è considerato da una tipologia di donne infantile,le stesse che in modo cosi' amorevole sono verse a distribuire il loro latte materno.
Sono le donne perfette che sanno vedere soltanto una proiezione di se stesse all'interno di una realta' ben limitata.
 

neroazzurro

Utente
2 Febbraio 2005
441
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265
Personalmente non penso che nessuno di noi potrebbe mai iniziare una relazione sentimentale se non prova una discreta attrazione fisica verso l'altra/o.
Come non si potrebbe restare a lungo con una persona che ci piace molto fisicamente, ma che ci delude continuamente con i suoi comportamenti o che non stimiamo minimamente.
Un rapporto non è solo questione di bellezza interiore, forse ha più importanza nell'amicizia, nella coppia contano entrambe le cose.
Questo non significa che chi ha pochi capelli non sia attraente, in questo sono d'accordo con clifford: è una questione di fiducia in sè stessi, se non ti piaci non puoi piacere agli altri.
Saluti.