Ciao Dep [
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è effettivamente interessante confrontarsi su queste cose anche magari partendo da punti di vista diversi, ti do subito alcuni chiarimenti ,ci sarebbero diverse cose da dire ma avremo sicuramente modo di riaffrontare questi discorsi visto che sul forum gli spunti non mancano mai. Così da evitare di essere troppo tecnici e anche un po’ troppo lunghi adesso.
Mi soffermo in particolare su due cose: 1) i conservanti e quelle che tu chiami le 2) formulazioni scarne (di cui sono solo per alcuni versi d’accordo).
Per quanto riguarda i conservanti non bisogna correre il rischio di essere integralisti, non va certo fatta una crociata contro, ma personalmente non sono così “ininfluenti” ricordiamo infatti alcune cose:
1) Sappiamo bene che sono le uniche sostanze cosmetiche a cui la legge ha posto un limite massimo alla quantità utilizzabile (cosa non prevista per altri eccipienti) e non a caso (tanto innocui quindi non possono essere) perché ritenute con un livello tossicologico superiore alla media.
2) La quasi totalità dei conservanti usati sono tutti derivati (o capaci di liberare per decomposizione) dell’ALDEIDE FORMICA, c’è una vastissima letteratura medico-scientifica in merito sugli effetti ,anche senza considerare le interpretazioni allarmistiche, hanno un elevato profilo tossicologico e non solo allergizzante (come i katon)
3) I conservanti sono spesso causa di allergie e sensibilizzazioni e fenomeni reattivi
Lo sforzo di contenere l’utilizzo di queste sostanze, di sostituirli quando possibile con metodi preservanti più naturali secondo me è uno sforzo che va incoraggiato, e che denota una migliore attenzione da parte dell’aziende alle materie prime che usa (che in chimica, sai meglio di me, non sono tutte uguali) .Un prodotto secondo me andrebbe valutato, fatte le debite proporzioni, dal primo all’ultimo ingrediente.
Io personalmente quando valuto un prodotto do anche un’occhiata ai conservanti usati, non sono il primo criterio di scelta (ovvio) però non li ritengo totalmente ininfluenti
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Per quanto riguarda il secondo argomento quello delle formulazioni troppo “scarne” secondo me molto dipende dalla miscela dei tensioattivi se di ottima qualità e sapientemente miscelati tra di loro sia come tipologie che come rapporti di quantità non hanno necessariamente bisogno di composti quaternari o quant’altro
Spesso l’utilizzo eccessivo di una grande quantità di condizionanti serve a “camuffare”cattive miscelazioni di tensioattivi: che disidratano il capello, lo increspano, causano troppa elettricità statica e poi si ricorre a queste sostanze per camuffare “i danni” (in senso lato) fatti .
Alcune formulazioni di quelli shampoo ritenuti “chimicamente” scarni (anche perché sobri di condizionanti, sostantivanti, idratanti) lasciano imprevedibilmente i capelli in ottimo stato estetico. Perché? Semplicemente perché la miscela di tensioattivi è stata così sapientemente scelta prima, e dosata poi , che il lavaggio non ha disidratato la fibra del capello che non necessita di essere successivamente riportata al suo equilibrio naturale.
Poi andrebbe detta anche una cosa che queste formulazioni così “gonfie”, con queste inci infinite, spesso sono anche fittizie nel senso che mettere (ad esempio) che so 0,5%di olio di jojoba, 0,5 di glicerina, 0,5 glicine soia 0,5 di karitè può farci erroneamente pensare che sia uno shampoo molto ricco, mentre uno cosidetto scarno mette direttamente (faccio un esempio) il 2%di lecitina . Quantitativamente quindi la stessa quantità di sostanza funzionale!!!
Personalmente ritengo che sia meglio puntare su pochi ingredienti ben scelti alla giusta concentrazione, piuttosto che di tutto un po’, che poi quel po’ non è mai abbastanza.
Ad esempio l’Aveeno dell’Emulave (che complessivamente è un valido prodotto) se uno guarda con attenzione scoprirà che c’è tutta una serie di sostanze funzionali posizionate nell’Inci sotto l’imidazolidinyl urea conservante usato al massimo (per legge) allo 0.6% .Ovvio che dopo l’1% le sostanze possono essere messe senza ordine preciso ma questo è sufficiente a capire che tutta una serie di sostanze funzionali (avena sativa, melissa, proteine del grano,glicerina) che avrebbero bisogno di altri dosaggi per essere davvero funzionali ,sono usate a percentuali comunque dello 0, (zero virgola) cioè assolutamente inattive. Quale utilità hanno un pizzico di avena sativa o qualche goccia di glicerina ? Nessuna in pratica.
In teoria serve invece addirittura all’azienda per titolare lo shampoo come “all’Avena colloidale” .
Purtroppo (secondo me è un limite) è prevalsa troppo l’idea semplificativa dello shampoo tuttofare: lavare, ammorbidire, ristrutturare persino curare. Mettendo tutto insieme e creando formulazioni che non solo non fanno nulla di quello che promettono. Ma almeno quel poco che si chiede ad uno shampoo (lavare) lo fanno pure nel peggiore dei modi.
Personalmente darei ad ogni prodotto la sua funzione fisiolofica: lo shampoo per lavare (e farlo bene è già tanto), il condizionante per ammorbidire, il ristrutturante per “riparare”, la lozione (soprattutto) per curare. Ovviamente è una questione di punti di vista…
Ovviamente non ci sono verità assolute (certo qualche punto fermo scientifico c’è) è francamente è un bene. Altrimenti in cosmetologia avremo un’unica crema, un unico shampoo, un unico balsamo…
Per fortuna invece che abbiamo l’imbarazzo della scelta (anche se scegliere poi diventa un faticoso)
Ciao
Un saluto anche a Cleopatra e Giampaolo[
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