Fusione fredda

bertosantos

Utente
20 Febbraio 2007
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265
X chi ne ha sentito parlare x chi come me ne ha anche approffondito la questione - vedi ricerche italiane bloccate e cadute nel dimenticatorio senza risposta-colpevole anche rubbia, sicuramente x interventi e pressioni esterne-

Ecoo un'ulteriore conferma che funzione speriamo non venga bloccata e si prosegua con la ricerca
Giappone, la fusione fredda funziona.

Il Giornale OnlineRiuscito l'esperimento del professor Arata.

di Laura Bogliolo

La fusione fredda sembra funzionare correttamente. Parola, anzi fatti di Yoshiaki Arata, 85 anni, una vita per la ricerca, che oggi, alle 19.30 ora locale all'Università di Osaka in Giappone, in un esperimento aperto al pubblico di esperti e a pochissimi giornalisti, ha sconvolto ogni teoria scientifica.

L'esperimento. La prova è stata compiuta inserendo in un contenitore di acciaio riempito di deuterio gassoso nanoparticelle di una lega composta da palladio-zirconia. Il professore ha osservato le reazioni termiche e ha calcolato che il calore sprigionato è di 100 volte più forte se si fosse utilizzato l'idrogeno. L'energia sprigionata ha attivato un piccolo motore termico che ha azionato, a titolo dimostrativo, un ventilatore o un piccolo alternatore che ha acceso dei Led. Alla fine dell'esperimento Arata ha riscaldato le nanoparticelle di palladio e analizzato il gas rimasto intrappolato. Dall'analisi è emerso che si trattava di Elio 4, prova che c'è stata una fusione fredda. Con 7 grammi di palladio-zirconia si calcola che siano stati prodotti oltre 100 k-joule, reazione cento volte più intensa di qualunque reazione chimica nota.

Arata phenomena. La fusione fredda, ossia la Condensed-matter-nuclear-science, dunque sembra funzionare. Alla fine dell'esperimento il pubblico riunito ha deciso di chiamare la scoperta Arata phenomena, decisione che ha emozionato il professore che ha ringraziato con un solenne inchino.

L'opinione degli esperti. Un grande passo nella ricerca scientifica quindi, come conferma Francesco Celani, primo ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. «Si apre una nuova possibilità - ha spiegato Celani - in questo modo non vengono prodotti elementi radioattivi». Celani, collega e amico di Arata, subito dopo l'esperimento ha sentito il professore giapponese. «Mi ha detto che stava festeggiando - ha raccontato Celani - era molto contento, e scherzando mi ha detto che stava bevendo finalmente vicino a una bottiglia di sachè e non a una bobola in acciaio con deuterio.
 

bertosantos

Utente
20 Febbraio 2007
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X chi ne ha sentito parlare x chi come me ne ha anche approffondito la questione - vedi ricerche italiane bloccate e cadute nel dimenticatorio senza risposta-colpevole anche rubbia, sicuramente x interventi e pressioni esterne-

Ecoo un'ulteriore conferma che funzione speriamo non venga bloccata e si prosegua con la ricerca
Giappone, la fusione fredda funziona.

Il Giornale OnlineRiuscito l'esperimento del professor Arata.

di Laura Bogliolo

La fusione fredda sembra funzionare correttamente. Parola, anzi fatti di Yoshiaki Arata, 85 anni, una vita per la ricerca, che oggi, alle 19.30 ora locale all'Università di Osaka in Giappone, in un esperimento aperto al pubblico di esperti e a pochissimi giornalisti, ha sconvolto ogni teoria scientifica.

L'esperimento. La prova è stata compiuta inserendo in un contenitore di acciaio riempito di deuterio gassoso nanoparticelle di una lega composta da palladio-zirconia. Il professore ha osservato le reazioni termiche e ha calcolato che il calore sprigionato è di 100 volte più forte se si fosse utilizzato l'idrogeno. L'energia sprigionata ha attivato un piccolo motore termico che ha azionato, a titolo dimostrativo, un ventilatore o un piccolo alternatore che ha acceso dei Led. Alla fine dell'esperimento Arata ha riscaldato le nanoparticelle di palladio e analizzato il gas rimasto intrappolato. Dall'analisi è emerso che si trattava di Elio 4, prova che c'è stata una fusione fredda. Con 7 grammi di palladio-zirconia si calcola che siano stati prodotti oltre 100 k-joule, reazione cento volte più intensa di qualunque reazione chimica nota.

Arata phenomena. La fusione fredda, ossia la Condensed-matter-nuclear-science, dunque sembra funzionare. Alla fine dell'esperimento il pubblico riunito ha deciso di chiamare la scoperta Arata phenomena, decisione che ha emozionato il professore che ha ringraziato con un solenne inchino.

L'opinione degli esperti. Un grande passo nella ricerca scientifica quindi, come conferma Francesco Celani, primo ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. «Si apre una nuova possibilità - ha spiegato Celani - in questo modo non vengono prodotti elementi radioattivi». Celani, collega e amico di Arata, subito dopo l'esperimento ha sentito il professore giapponese. «Mi ha detto che stava festeggiando - ha raccontato Celani - era molto contento, e scherzando mi ha detto che stava bevendo finalmente vicino a una bottiglia di sachè e non a una bobola in acciaio con deuterio.
 

bertosantos

Utente
20 Febbraio 2007
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X chi ne ha sentito parlare x chi come me ne ha anche approffondito la questione - vedi ricerche italiane bloccate e cadute nel dimenticatorio senza risposta-colpevole anche rubbia, sicuramente x interventi e pressioni esterne-

Ecoo un'ulteriore conferma che funzione speriamo non venga bloccata e si prosegua con la ricerca
Giappone, la fusione fredda funziona.

Il Giornale OnlineRiuscito l'esperimento del professor Arata.

di Laura Bogliolo

La fusione fredda sembra funzionare correttamente. Parola, anzi fatti di Yoshiaki Arata, 85 anni, una vita per la ricerca, che oggi, alle 19.30 ora locale all'Università di Osaka in Giappone, in un esperimento aperto al pubblico di esperti e a pochissimi giornalisti, ha sconvolto ogni teoria scientifica.

L'esperimento. La prova è stata compiuta inserendo in un contenitore di acciaio riempito di deuterio gassoso nanoparticelle di una lega composta da palladio-zirconia. Il professore ha osservato le reazioni termiche e ha calcolato che il calore sprigionato è di 100 volte più forte se si fosse utilizzato l'idrogeno. L'energia sprigionata ha attivato un piccolo motore termico che ha azionato, a titolo dimostrativo, un ventilatore o un piccolo alternatore che ha acceso dei Led. Alla fine dell'esperimento Arata ha riscaldato le nanoparticelle di palladio e analizzato il gas rimasto intrappolato. Dall'analisi è emerso che si trattava di Elio 4, prova che c'è stata una fusione fredda. Con 7 grammi di palladio-zirconia si calcola che siano stati prodotti oltre 100 k-joule, reazione cento volte più intensa di qualunque reazione chimica nota.

Arata phenomena. La fusione fredda, ossia la Condensed-matter-nuclear-science, dunque sembra funzionare. Alla fine dell'esperimento il pubblico riunito ha deciso di chiamare la scoperta Arata phenomena, decisione che ha emozionato il professore che ha ringraziato con un solenne inchino.

L'opinione degli esperti. Un grande passo nella ricerca scientifica quindi, come conferma Francesco Celani, primo ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. «Si apre una nuova possibilità - ha spiegato Celani - in questo modo non vengono prodotti elementi radioattivi». Celani, collega e amico di Arata, subito dopo l'esperimento ha sentito il professore giapponese. «Mi ha detto che stava festeggiando - ha raccontato Celani - era molto contento, e scherzando mi ha detto che stava bevendo finalmente vicino a una bottiglia di sachè e non a una bobola in acciaio con deuterio.
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
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2,015
Qdo si pensa che prima si moriva in nome della scienza e che oggi questa è un gioccatolo nelle mani dei potenti, pensiamo se davvero il mondo si sia sviluppato o meno.