Questo articolo ci dice che dal 2003 la vendita on line di farmaci senza obbligo di ricetta è lecito in tutta Europa. Quindi la normativa italiana in materia devierebbe da quello che è un indirizzo ormai adottato in tutta Europa. Questo spiega la confusione che c'è sull'argomento. Ora sarebbe bello se qualche esperto in giurisprudenza rispondesse a questa domanda: in questa materia è possibile che la normativa nazionale scavalchi quella europea? Se la risposta fosse negativa, allora sarebbe ILLEGALE bloccare i pacchi alla dogana, anche quando contengono farmaci SOP!!!!!!!!!!!!!!!!!
di Roberto Manno* - 20.01.05
Con la sentenza resa in data 11 dicembre 2003 nella causa C-322/01 (Deutscher Apothekerverband eV contro 0800 DocMorris NV e Jacques Waterval) , i giudici comunitari hanno ridisegnato l'intero quadro comunitario della vendita a distanza dei medicinali.La sentenza, inoltre, riconosce giuridicamente l'importanza delle ICT nella prestazione di servizi sanitari, alla base delle diverse applicazioni di e-health e di telemedicina.
I fatti
La farmacia olandese DocMorris, dal 8 giugno 2000, vende via internet a cittadini tedeschi, con o senza prescrizione medica, medicinali la cui autorizzazione al commercio proviene non sempre dalle autorità tedesche, ma anche (spesso) da altri Stati membri.
L'associazione dei farmacisti tedeschi (rappresentante di ben 19.000 titolari di farmacie) ha quindi convenuto la farmacia DocMorris dinanzi al tribunale di Francoforte sul Meno, contestando sia l'offerta di medicinali via internet che la loro consegna internazionale per corrispondenza, sulla base dei divieti nazionali tedeschi che vietano la vendita a distanza di medicinali disponibili esclusivamente nelle farmacie. In particolare, si eccepivano i divieti previsti dalle leggi sui medicinali ad uso umano (AMG) e sulla pubblicità nelle professioni sanitarie (HWG). Secondo l'associazione, tali divieti sarebbero compatibili con gli art. 28 e 30 del Trattato, vertendo in materia di protezione della vita e della salute dei cittadini, interessi giuridici superiori alle libertà fondamentali del mercato interno.
Dietro le contestazioni di un tale assunto da parte di DocMorris, il giudice tedesco ha posto alla Corte di giustizia una serie di questioni pregiudiziali di estrema importanza, che si riassumono nella loro sostanza, rinviando per una loro più rigorosa elencazione al testo della sentenza:
1. I divieti nazionali alla vendita a distanza
di Roberto Manno* - 20.01.05
Con la sentenza resa in data 11 dicembre 2003 nella causa C-322/01 (Deutscher Apothekerverband eV contro 0800 DocMorris NV e Jacques Waterval) , i giudici comunitari hanno ridisegnato l'intero quadro comunitario della vendita a distanza dei medicinali.La sentenza, inoltre, riconosce giuridicamente l'importanza delle ICT nella prestazione di servizi sanitari, alla base delle diverse applicazioni di e-health e di telemedicina.
I fatti
La farmacia olandese DocMorris, dal 8 giugno 2000, vende via internet a cittadini tedeschi, con o senza prescrizione medica, medicinali la cui autorizzazione al commercio proviene non sempre dalle autorità tedesche, ma anche (spesso) da altri Stati membri.
L'associazione dei farmacisti tedeschi (rappresentante di ben 19.000 titolari di farmacie) ha quindi convenuto la farmacia DocMorris dinanzi al tribunale di Francoforte sul Meno, contestando sia l'offerta di medicinali via internet che la loro consegna internazionale per corrispondenza, sulla base dei divieti nazionali tedeschi che vietano la vendita a distanza di medicinali disponibili esclusivamente nelle farmacie. In particolare, si eccepivano i divieti previsti dalle leggi sui medicinali ad uso umano (AMG) e sulla pubblicità nelle professioni sanitarie (HWG). Secondo l'associazione, tali divieti sarebbero compatibili con gli art. 28 e 30 del Trattato, vertendo in materia di protezione della vita e della salute dei cittadini, interessi giuridici superiori alle libertà fondamentali del mercato interno.
Dietro le contestazioni di un tale assunto da parte di DocMorris, il giudice tedesco ha posto alla Corte di giustizia una serie di questioni pregiudiziali di estrema importanza, che si riassumono nella loro sostanza, rinviando per una loro più rigorosa elencazione al testo della sentenza:
1. I divieti nazionali alla vendita a distanza