etica

kioma

Utente
26 Settembre 2007
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oggi ho sentito una notizia che alcune grosse fabbriche farmaceutiche, di varie nazionalità usa compresa ,con la copertura degli aiuti che darebbero alle popolaziooni bisognose, effetuano ricerche e testano prodotti con esiti alle volte mortali sugl'individui sottoposti a loro insaputa, spesso bambini, tra i vari farmaci testati c'erano anche farmaci contro la perdita dei capelli, io a questo punto mi sono sentito di non voler più una cura se c'è il rischio che questa sia il risultato di una schifezza del genere.
 

magico26

Utente
30 Aprile 2008
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noi siamo ipocriti... non pensare che l'aspririna che tu prendi, o una tachipirina, o cose leggere, non siano state testate in passato.. mi spiace dirtelo, ma calcola che parte dei vaccini che ora esistono e che ci permettono di guarire, sono nati grazie a questi esperimenti e credo proprio che molte vite umane se ne siano andate. i progressi della scienza, hitler era un maniaco, squartava ebrei x farli studiare, e molte scoperte sono nate li. purtroppo è cosi caro mio, è sbagliato, ma è cosi.


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koveras

Utente
17 Agosto 2008
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beh kioma, in ogni caso non si può generalizzare... per molte persone i propri capelli sono molto più importanti delle vite degli altri, sopratutto se sconosciuti.

Come in molti problemi etici, non c'è in assoluto un modo per stabilire se abbiano ragione loro o tu, e le discussioni lasciano il tempo che trovano...
 

kioma

Utente
26 Settembre 2007
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scusa magico ma se si è sempre sbagliato fin'ora non vuol dire che si debba continuare a farlo.. koveras non lo commento nemmeno...
 

howl

Utente
23 Luglio 2008
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Bè in verità, di principi etici assoluti persone atee non dovrebbero averne; non vedo perchè meravigliarsi quindi se una casa farmaceutica non ne ha, dal momento che essa è una persona giuridica ma non è certamente una persona fisica..
Quanto all'essere sbagliato o meno sfruttare le vite degli altri, questo è qualcosa che coinvolge tutti noi per molti altri aspetti della nostra esistenza, non solo per i farmaci, eppure tutti ce ne sbattiamo come ce ne sbattiamo di chi muore di fame per permettere a noi figli del benessere di avere una seconda automobile nel garage.
Sono concorde nel dire che è uno schifo, ma riconosco che la morale da tempo non è più un pilastro per l'esistenza degli uomini, e non vedo perchè scagliarsi contro chi una morale non ce l'ha, quando poi chi lo fa spesso non ha una minima idea di dove provenga e di cosa sia la propria di morale.

Ormai è la fine.. Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere
- Hauru no Ugoku Shiro -
 

koveras

Utente
17 Agosto 2008
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lol, mi erano sfuggite le risposte al mio precedente intervento :)

Mi pare in ogni caso che (tra gli altri) state commettendo l'errore di considerare la morale come qualcosa di oggettivo. Non esiste *la* morale, ma tante morali diverse, tra loro non confrontabili (o confrontabili solo in parte) e tutte con lo stesso grado di dignità teoretica. Il concetto di *giusto* viene infatti definito dentro una certa morale, e ciò impedisce di stabilire quale sia la morale giusta in assoluto. Ogni morale è giusta dal punto di vista di chi la adotta.

Quando qualcuno parla de *la* morale , generalmente sta rendendo la sua morale oggettiva, senza essere però autorizzato a farlo.

Grazie comunque per avermi regalato un sorriso :)
 

juliensorel

Utente
21 Marzo 2005
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esisteranno pure morali alternative, ma una morale sbagliata col tempo presenta pesanti cambiali. SI pensi agli effetti collaterali insiti nel consumismo e nell'attuale economia di mercato. Perciò col tempo solo, o meglio coi secoli, i giusti arriveranno primi, se è vero che morali sbagliate verranno accantonate oppure ridurranno i portatori delle stesse all'estinzione, lasciando prosperare la progenie dei portatori di morali differenti.
 

koveras

Utente
17 Agosto 2008
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Caro Julien,

tu confondi morale e utile.

Dal fatto che ad un certo punto rimarranno solo i sostenitori di una certa morale mentre gli altri si saranno estinti, non possiamo dedurre che le altre morali sono sbagliate, ma solo quella dei sopravissuti è la più utile ai fini della autoconservazione di una certa specie.

Questa fallacia è così comune che nel mondo anglofono ha anche un nome, che però ora mi sfugge...

Inoltre, una morale che conduce all'estinzione non è sbagliata in senso assoluto, è sbagliata se si è preventivamente assunto che l'estinzione è un male o comunque qualcosa da evitare. Ma questo si può stabilire solo all'interno di una certa morale e non va bene come metro di giudizio per le morali - è di parte, appunto.

 

howl

Utente
23 Luglio 2008
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Koveras ha ragione riguardo la morale non oggettiva, ma il discorso vale solamente per una visione atea dell'esistenza umana.. Quanto alla realtà poi, nessun essere umano accetta la soggettività della morale, e quindi all'atto pratico non esiste neanche una morale individuale che non sia oggettiva per chi la sostiene e che quindi non venga affermata come tale (sempre ammesso che qualche ateo non abbia il coraggio di accettare le implicazioni di una morale non oggettiva..).

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Ormai è la fine.. Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere
- Hauru no Ugoku Shiro -
 

koveras

Utente
17 Agosto 2008
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Però, Howl, putroppo (o per fortuna, a seconda...) non basta affermare che qualcosa è oggettivo per renderla tale. Una morale considerata oggettiva e una morale oggettiva sono due cose completamente diverse.
 

vipalex

Utente
20 Giugno 2007
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Io onestamente con l`etica mi pulisco (ohh ho detto una parolaccia)
saluti
Da Londra
Vipalex

Mi spalmerei in testa anche piscia di gabbiano pur di riavere i capelli
 

stefan85

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7 Novembre 2007
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Monza e Brianza
stefanorogora.it
Non assumere più farmaci, men che meno l'aspirina..se sai da dove arriva


Minox 2% da 1° gennaio 2008
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G.F dal 19/10/2008
 

dav_87

Utente
28 Ottobre 2008
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Quando si parla di etica applicata alla scienza, si entra nel campo della bioetica, una materia nuova, che ancora non ha dei fondamenti assoluti, ma su questo ci si sta lavorando.
Fatto sta che la sperimentazone su individui non è approvata assolutamente dalla legge. Sebbene il fine di arrivare ad un giusto medicinale sia buono, i mezzi utilizzati non lo sarebbero altrettanto.
Questo tipo di sperimentazione non viene considerato un atto morale proprio in ricordo di quel che accadde a Norimberga sotto il governo di Hitler e che successivamente si è ripetuto in America. Ciò non esclude che la sperimentazione su cavie umane avvenga ancora o possa avvenire, ma questa volta ci sono leggi molto forti a difenderci.
Per quanto riguarda la morale, assolutamente non può essere considerata soggettiva. Se coì fosse,si scadrebbe nel modello liberal-radicale di Wilson e Heisenk che porterebbe a giustificare atti commessi in passato che noi riteniamo orrendi. Mi spiego; se la morale fosse soggettiva, potrei giustificare Hitler,dicendo che trucidava tutti gli ebrei in nome di qualcosa che egli riteneva lecito.
Inoltre non è assolutamente vero che i laici non hanno principi assoluti, anzi. Solo che non sempre si incontrano con quelli dei cattolici.
 

liberato

Utente
10 Luglio 2008
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Comunque, caro Koveras, ti ho invitato a spararti perchè mi andava e perchè è la reazione che hai provocato in me con le tue prime parole...nessuna morale mi ha guidato in questo, solo il mio personale modo di aiutare le persone come te ad andarsene dal mondo.[:D]
 

howl

Utente
23 Luglio 2008
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E' vero Koveras.. Non basta credere una morale oggettiva affinché sia tale. Ma il discorso si amplia qui.. Si finisce nel cercare o meno l'esistenza di una verità oggettiva, assoluta. La questione di prima ritorna quindi, un ateo non può credere in verità di tipo assoluto, queste appartengono ad una visione religiosa ma non possono far riferimento ad una visione atea.. A meno che non si trovi il modo di sfuggire a certe implicazioni...
La realtà ci mostra come nessuno abbia il coraggio di affrontare l'inesistenza di una morale oggettiva, alla fine il problema lo si trova solo sul piano filosofico; tanto nella realtà chiunque abbia qualche idea di qualsiasi tipo, dal calcio alla morale umana, la crede vera in assoluto e regola la propria esistenza in base a questa. Anche chi dice il contrario non fa altro che affermare la probabile fallacia delle proprie convinzioni, fallacia che guardacaso non sbuca fuori mai e se lo fa non riesce ad abbatterle.

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Ormai è la fine.. Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere
- Hauru no Ugoku Shiro -
 

dav_87

Utente
28 Ottobre 2008
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Anche gli atei si rifanno ad una morale. Non mi sembra che basti dre di non cedere per fare degli esperimenti su cavie umane o prendere una pistola e sparare al primo che capita. Come dice Benardelli, c'è un bene comune a tutti gli uomini, cioè di valore universale, basta cercarlo. Il problema è che, con tutte queste scoperte, ci vuole tempo per stabilire a quali prncipi morali rifarsi, e, ancora più importante, quale etica prendere in considerazione. I religiosi sfuggono a tale ricerca giustificando tutto in Dio, e quindi in dogmi che loro si son preposti di accettare per fede. Ma questo non basta; non è valido per tutti perchè non tutti credono.
 

drpallino

Utente
28 Novembre 2008
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Citazione:Koveras ha ragione riguardo la morale non oggettiva, ma il discorso vale solamente per una visione atea dell'esistenza umana...

Io sono un ateo convinto e sono altrettanto convinto che debba esistere una morale assoluta che non deve per forza trascendere in un essere superiore ma nella mera convinzione collettiva che sia così...

Detta in parole povere, in tempi di globalizzazione, il genere umano in quanto tale deve darsi delle regole di morale generale (si pensi alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo) e diffonderle al punto di inculcare nella mente della gente che esse sono universali ed appartenenti ad ogni uomo in quanto tali.

E ciò è assolutamente possibile. Instillata una idea nella società, difesa strenuamente sin dalla nascita, essa tenderà a diffondersi in maniera tale che ogni altra idea contraria verrebbe elisa al suo nascere attraverso un meccanismo di immediata riprovazione sociale che spingerebbe il soggetto deviato o a ritornare sui suoi passi o a vivere isolato dalla società stessa!

Potere ai calvi