Effetti della Finasteride sulle capacità cognitive

guida_goblin

Utente
12 Gennaio 2025
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Ciao a tutti, premetto che la mia comprensione delle dinamiche legate al farmaco è più che superficiale e che quanto segue è frutto di ricerche personali, per cui potrei aver frainteso alcuni aspetti.
Sono un maschio di 24 anni a cui è stata prescritta finasteride topica 2,275 mg. Nonostante le rassicurazioni ricevute circa eventuali effetti collaterali, Ho voluto comunque indagare personalmente. Mi sembra di capire che la finasteride annienti il DHT agendo sull'enzima che perviene alla sua produzione a partire dal Testosterone. Tuttavia, tale enzima è allo stesso tempo un tassello fondamentale nella sintesi di diversi neurormoni. Che dunque la finasteride riduca la quantità di tali neurosteroidi, in particolare l'allopregnanolone, non può dirsi un effetto collaterale in senso stretto, ma una naturale conseguenza del funzionamento atteso del farmaco. Ciò che non sappiamo è se/quanto ciò, in media, si traduca in perdita di acuità mentale da parte degli utilizzatori.

Nel mio caso, è sicuramente indicato semplicemente provare il farmaco monitorandone gli effetti. Sarei comunque interessato a sapere:
  1. per coloro che, per studio o lavoro, affrontano periodi di sforzo cognitivo prolungato: avete osservato una perdita di brillantezza?
  2. qualcuno ha provato a integrare i sopracitati neurosteroidi?
    • a monte (pregnenolone/progesterone, di facile reperibilità e relativamente sicuri, usati in altri contesti; resta da capirne l’effettiva utilità, dato che devono comunque passare per l’enzima che stiamo inibendo);
    • a valle (allopregnanolone/5a-DHP/3a-DHP, approvvigionamento complesso, livello di rischio ignoto).
  3. esistono approcci alternativi alla finasteride con una qualche efficacia, anche solo una vasta aneddotica? (ad esempio, estrogeni topici?).
Mi chiedevo inoltre se in Italia vi fossero professionisti particolarmente attenti a questi aspetti neurochimici del trattamento. Mi rendo conto che la questione sia complessa, trovandosi all’intersezione tra diverse discipline.
 

proxy

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12 Febbraio 2003
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Ciao se vuoi farti un'idea del farmaco (qui parliamo di sistemico 1mg)
il bugiardino resta l'unico documento ufficiale, perché periodicamente revisionato (ultima revisione 2023)
La Finasteride topica,come dice anche il doc Gigli, è un compromesso (non è paragonabile all'effetto della topica)

se vuoi condividere la tua situazione per avere consigli
rispondi alle domande e posta foto
 
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Fra55

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31 Marzo 2023
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Guarda me lo sono chiesto anche io, anche sulle varie molecole che si usano compresi gli antiandrogeni, estrogeni ecc.
La risposta che mi sono dato è che: Qualsiasi sostanza che inibisca la 5a reduttasi può potenzialmente squilibrare i neurormoni proprio perchè sono coinvolti nel processo.
Ora è chiaro che con Serenoa nessuno ha mai lamentato di queste problematiche almeno qua sul forum, i topici sarebbe da capire se e in che misura potrebbero comportare squilibri di questo tipo, ad esempio nella Fina topica c'è scritto che non ci sono dati in merito ma di monitorare possibili sintomatologie.

In ogni caso ti lascio questo link che appunto parla dei farmaci inibitori della 5a reduttasi in generale.
 
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guida_goblin

Utente
12 Gennaio 2025
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Guarda me lo sono chiesto anche io, anche sulle varie molecole che si usano compresi gli antiandrogeni, estrogeni ecc.
La risposta che mi sono dato è che: Qualsiasi sostanza che inibisca la 5a reduttasi può potenzialmente squilibrare i neurormoni proprio perchè sono coinvolti nel processo.
Ora è chiaro che con Serenoa nessuno ha mai lamentato di queste problematiche almeno qua sul forum, i topici sarebbe da capire se e in che misura potrebbero comportare squilibri di questo tipo, ad esempio nella Fina topica c'è scritto che non ci sono dati in merito ma di monitorare possibili sintomatologie.

In ogni caso ti lascio questo link che appunto parla dei farmaci inibitori della 5a reduttasi in generale.
Grazie per lo studio! è interessante perché le capacità cognitive sono generalmente considerate un fattore protettivo contro la demenza. Tuttavia restano i limiti di uno studio epidemiologico vs uno sperimentale, oltre che un campione con età > 50. Idealmente servirebbe uno studio con gruppo di controllo randomizzato e test cognitivi pre/post trattamento, ma difficilmente ne avremo mai uno.
 
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Fra55

Utente
31 Marzo 2023
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Grazie per lo studio! è interessante perché le capacità cognitive sono generalmente considerate un fattore protettivo contro la demenza. Tuttavia restano i limiti di uno studio epidemiologico vs uno sperimentale, oltre che un campione con età > 50. Idealmente servirebbe uno studio con gruppo di controllo randomizzato e test cognitivi pre/post trattamento, ma difficilmente ne avremo mai uno.
Temo che l'unico in tal senso sia il solito del Prof Melcangi, ma sicuramente ci vorrebbero altri dati in merito
 

vforvegeta

Utente
11 Agosto 2021
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Per rispondere al punto 1): Sì, io noto differenza, ed anzi per tanti versi è verosimile che persino il calo della libido si possa attribuire alla riduzione delle quote dei neurosteroidi che citi, in presenza di quote di androgeni circolanti più che valide.
Le indagini in corso lo testimoniano, l'effetto esiste, però interessa solo una minoranza, che tipicamente corrisponde con i soggetti aventi comorbidità psichiatriche, in cui la produzione di questi attivi neuroendocrini è già particolarmente compromessa.
 

Fra55

Utente
31 Marzo 2023
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Il vero problema secondo me è l'espressione genica, perchè magari un soggetto è sano, ma esponendosi a tali sostanze protratte nel tempo potrebbe esprimere i geni della depressione che magari non si sarebbero espressi senza tali sostanze. nel nostro caso credo che il problema sia la cronicizzazione cioè portare la terapia avanti per tanti tanti anni.
 

vforvegeta

Utente
11 Agosto 2021
1,446
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Il vero problema secondo me è l'espressione genica, perchè magari un soggetto è sano, ma esponendosi a tali sostanze protratte nel tempo potrebbe esprimere i geni della depressione che magari non si sarebbero espressi senza tali sostanze. nel nostro caso credo che il problema sia la cronicizzazione cioè portare la terapia avanti per tanti tanti anni.
Che è lo stesso discorso della disfunzione erettile. Il 70enne che la prende per 10 anni prima di morire non nota nulla, ma nel 20enne che deve prenderla per 20 o più anni?!
Evito di andare off-topic...
 
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