Volevo intervenire nella discussione, ma poi purtroppo è stata chiusa
Ci tenevo ad esprimere un parere e volevo farlo in modo fermo ma pacato.
Comincio col dire che il problema della calvizie sussiste dalla notte dei tempi, e nonostante persista da tutto questo tempo non è ancora nata una cura capace di risolverla in modo definitivo.
Le domande sorgono quindi spontanee:
1) Val la pena spendere 230 euro al mese per cure che ancora non hanno il crisma della definitività?
2) E' giusto da un punto di vista deontologico non informare neanche il paziente delle sostante che sta assumendo?
Se è vero che dal Dott. Pastore si può andare o meno, è per lo meno giusto segnalare anche che ci sono professionisti altrettanto validi che non chiedono tali somme e riescono comunque a raggiungere risultati.
Non voglio mettere in dubbio la professionalità di una persona che nemmeno conosco. Mi sembra però che frasi del tipo la mia GIOIA è quella di aiutare a far star meglio chi sente di non esserlo siano poco credibili, in quanto fanno presupporre un disinteresse verso il danaro ed una gioia ad aiutare il prossimo che proprio cozzano con simili esose parcelle.
Sicuramente è sbagliata l'autosomministrazione di farmaci, ma ciò non toglie che una cura definitiva non esiste, e che i principi attivi oggi disponibili e di provata efficaci non abbiano un costo così alto.
Il mio modesto consiglio è di affidarsi a professionisti validi che ritengano davvero la professione medica una missione.
Ho l'esempio paterno da vantare (mio padre è internista), e posso garantire che la reale volontà di aiutare i pazienti cozza con l'arricchimento.
Ci tenevo ad esprimere un parere e volevo farlo in modo fermo ma pacato.
Comincio col dire che il problema della calvizie sussiste dalla notte dei tempi, e nonostante persista da tutto questo tempo non è ancora nata una cura capace di risolverla in modo definitivo.
Le domande sorgono quindi spontanee:
1) Val la pena spendere 230 euro al mese per cure che ancora non hanno il crisma della definitività?
2) E' giusto da un punto di vista deontologico non informare neanche il paziente delle sostante che sta assumendo?
Se è vero che dal Dott. Pastore si può andare o meno, è per lo meno giusto segnalare anche che ci sono professionisti altrettanto validi che non chiedono tali somme e riescono comunque a raggiungere risultati.
Non voglio mettere in dubbio la professionalità di una persona che nemmeno conosco. Mi sembra però che frasi del tipo la mia GIOIA è quella di aiutare a far star meglio chi sente di non esserlo siano poco credibili, in quanto fanno presupporre un disinteresse verso il danaro ed una gioia ad aiutare il prossimo che proprio cozzano con simili esose parcelle.
Sicuramente è sbagliata l'autosomministrazione di farmaci, ma ciò non toglie che una cura definitiva non esiste, e che i principi attivi oggi disponibili e di provata efficaci non abbiano un costo così alto.
Il mio modesto consiglio è di affidarsi a professionisti validi che ritengano davvero la professione medica una missione.
Ho l'esempio paterno da vantare (mio padre è internista), e posso garantire che la reale volontà di aiutare i pazienti cozza con l'arricchimento.