Ciao, non so a cosa possa servire scriverlo qua perché tanto una cura non c’è ma francamente ormai credo di non sapere nemmeno più cosa sto facendo, abbiate pazienza.
Non ho mai avuto dei gran capelli. Rispetto a tanti dei miei coetanei erano fini, unti, poco pettinabili tanto che già da adolescente e salvo rarissimi periodi, me li sono sempre lavati tutti i giorni. Appena sveglio non c’era verso che fossero presentabili senza lavarli.
Da che ricordi tra i vari parenti paterni e materni solo mio padre, per certi versi inspiegabilmente, era diventato praticamente calvo già poco dopo i 35 ma i segni della calvizie erano già ben presenti nei primi 20.
Io invece fino ai primi 30 nessun segno e poi un buchino sulla chierica facilmente mascherato dal taglio e comunque stabile per decenni. Front e vertex discretamente folti. Cosa che mi ha stupidamente fatto pensare arrivato ai 40 con tanti capelli di essere salvo. Perché “dopo i 40 la
calvizie si stabilizza” così mi dicevano.
Quest’anno ho fatto 42 anni ad agosto e ho già una caterva di problemi che mi porto dietro da decenni. Ho passato un’estate serena come poche nonostante i vari problemi camminando sull’appennino. Alla mia veneranda età vengo spesso scambiato per ragazzo almeno di 10 anni di meno. Ragazzi mi salutano col ciao, mi danno del tu e nessuno mi da del “signore”.
A settembre vedo che la chierica si sta allargando a dismisura, a ottobre cominciano a cedere front e vertex e vado nel pallone più totale. La testa mi brucia costantemente e anche per quello comincio a non pensare ad altro. Barbiere, familiari e amici continuano a dirmi che non è niente, che sono sempre stato così, che è la stagione. Ma io sto
bruciore non l’ho mai avvertito in vita mia. Gente che un mese prima mi scambiava per un ragazzo ora mi vede 50enne.
Nel frattempo arriva ottobre e praticamente davanti tra i capelli fini ormai è ben visibile la cute. Tra un capello e l’altro ci sono dei buchi giganteschi. Parenti e amici continuano, non capisco per quale meccanismo, a dirmi che è tutto a posto, che è una psicosi. Anche la psicologa che ho cercato nel frattempo, donna, piena di ricci mi dice che lei non vede niente.
A questo punto mi dico, come ho sempre pensato da piccolo davanti alla testa calva di mio padre, che adoro: niente panico in 40 anni avranno trovato una cura per questo. Ho letto anni fa quell’articolo che diceva che una cura è stata trovata che sarebbe arrivata dopo pochi mesi massimo anni. Già mio padre metteva fialette e faceva trattamenti da ventenne, si legge di mirabolanti progressi in tutti i campi, vuoi che non abbiano risolto questa cosa? Sicuramente i calvi che vedo in giro avranno avuto altri problemi o avranno scelto di rasarsi o di non buttare soldi per qualche loro motivo.
Sì sì lo so, ma vi avevo detto che già non ragionavo più.
Come altre volte nella mia vita cerco soluzione ai miei problemi in internet e vengo a conoscenza di minoxidil e finasteride e non riesco a crederci: due farmaci pieni di complicazioni e effetti collaterali, il cui effetto sui capelli è stato scoperto per caso. Sono l’unica cosa vagamente efficace scoperta negli ultimi 30 anni. Beffa delle beffe non sono una cura, sono dei trattamenti sostanzialmente cosmetici, costosi, che vanno portati avanti tutta la vita, tutti i giorni, pena perdere tutto quanto si sia eventualmente guadagnato. Sì eventualmente, perché non funzionano nemmeno su tutti. Praticamente peggio di un male incurabile.
Rimango basito.
Prendo appuntamento privatamente prima con uno e poi più tardi con un altro tricologo e mi confermano sostanzialmente tutto.
Rimango ulteriormente basito che la cosa venga ridotta a un problema estetico. Non lo è per me mi immagino per un ragazzo di 20 o 30 anni. Ma anche un uomo di 50 anni e oltre.
Quasi tutti questi medici però sono tricologi, dermatologi e medici estetici. Come se perdere i capelli fosse come avere delle rughe o un naso storto o la cellulite. Di colpo mi è chiaro dove sta, in parte, il perché non si sia fatto un solo progresso in 40 anni.
Esco da entrambi con una diagnosi di androgenetica in stadio avanzato, alla faccia di chi dice di non vedere nulla, e un foglietto con “terapie” che so già difficilmente portabili avanti in età avanzata e da soli. Pensateci: basta un intervento e una degenza, una gamba rotta, qualunque contrattempo e interruzione di qualche settimana e sarebbe la fine. Dopo anni di sacrifici e magari effetti collaterali “sopportabili”.
In tutto questo i miei cari, ormai ultrasettantenni, con la paura negli occhi. Fino a ieri fiduciosi che avrei saputo, da persona assennata e affidabile quale ero, prendermi cura di loro al meglio possibile e ora anche loro nel pallone a vedermi così sconvolto. Irriconoscibile.
Probabilmente mi troverò anche a perdere il lavoro anche se nel frattempo ho chiesto solo un’aspettativa. Ma dura al massimo un anno e io non vedo come si possa risolvere qualcosa con del tempo.
Ora sono qua, che non mi capacito di come pochi mesi abbiano fatto naufragare in questa maniera la mia idea di invecchiare più o meno serenamente, con in mano un quarto di pasticca di finasteride (per cominciare…), mentre la mia parte sana, ormai ridotta al lumicino, che mi dice che probabilmente è una delle scelte peggiori della mia vita.
Detto francamente e non sto scherzando, personalmente avrei preferito un male incurabile.
Non ho mai avuto dei gran capelli. Rispetto a tanti dei miei coetanei erano fini, unti, poco pettinabili tanto che già da adolescente e salvo rarissimi periodi, me li sono sempre lavati tutti i giorni. Appena sveglio non c’era verso che fossero presentabili senza lavarli.
Da che ricordi tra i vari parenti paterni e materni solo mio padre, per certi versi inspiegabilmente, era diventato praticamente calvo già poco dopo i 35 ma i segni della calvizie erano già ben presenti nei primi 20.
Io invece fino ai primi 30 nessun segno e poi un buchino sulla chierica facilmente mascherato dal taglio e comunque stabile per decenni. Front e vertex discretamente folti. Cosa che mi ha stupidamente fatto pensare arrivato ai 40 con tanti capelli di essere salvo. Perché “dopo i 40 la
calvizie si stabilizza” così mi dicevano.
Quest’anno ho fatto 42 anni ad agosto e ho già una caterva di problemi che mi porto dietro da decenni. Ho passato un’estate serena come poche nonostante i vari problemi camminando sull’appennino. Alla mia veneranda età vengo spesso scambiato per ragazzo almeno di 10 anni di meno. Ragazzi mi salutano col ciao, mi danno del tu e nessuno mi da del “signore”.
A settembre vedo che la chierica si sta allargando a dismisura, a ottobre cominciano a cedere front e vertex e vado nel pallone più totale. La testa mi brucia costantemente e anche per quello comincio a non pensare ad altro. Barbiere, familiari e amici continuano a dirmi che non è niente, che sono sempre stato così, che è la stagione. Ma io sto
bruciore non l’ho mai avvertito in vita mia. Gente che un mese prima mi scambiava per un ragazzo ora mi vede 50enne.
Nel frattempo arriva ottobre e praticamente davanti tra i capelli fini ormai è ben visibile la cute. Tra un capello e l’altro ci sono dei buchi giganteschi. Parenti e amici continuano, non capisco per quale meccanismo, a dirmi che è tutto a posto, che è una psicosi. Anche la psicologa che ho cercato nel frattempo, donna, piena di ricci mi dice che lei non vede niente.
A questo punto mi dico, come ho sempre pensato da piccolo davanti alla testa calva di mio padre, che adoro: niente panico in 40 anni avranno trovato una cura per questo. Ho letto anni fa quell’articolo che diceva che una cura è stata trovata che sarebbe arrivata dopo pochi mesi massimo anni. Già mio padre metteva fialette e faceva trattamenti da ventenne, si legge di mirabolanti progressi in tutti i campi, vuoi che non abbiano risolto questa cosa? Sicuramente i calvi che vedo in giro avranno avuto altri problemi o avranno scelto di rasarsi o di non buttare soldi per qualche loro motivo.
Sì sì lo so, ma vi avevo detto che già non ragionavo più.
Come altre volte nella mia vita cerco soluzione ai miei problemi in internet e vengo a conoscenza di minoxidil e finasteride e non riesco a crederci: due farmaci pieni di complicazioni e effetti collaterali, il cui effetto sui capelli è stato scoperto per caso. Sono l’unica cosa vagamente efficace scoperta negli ultimi 30 anni. Beffa delle beffe non sono una cura, sono dei trattamenti sostanzialmente cosmetici, costosi, che vanno portati avanti tutta la vita, tutti i giorni, pena perdere tutto quanto si sia eventualmente guadagnato. Sì eventualmente, perché non funzionano nemmeno su tutti. Praticamente peggio di un male incurabile.
Rimango basito.
Prendo appuntamento privatamente prima con uno e poi più tardi con un altro tricologo e mi confermano sostanzialmente tutto.
Rimango ulteriormente basito che la cosa venga ridotta a un problema estetico. Non lo è per me mi immagino per un ragazzo di 20 o 30 anni. Ma anche un uomo di 50 anni e oltre.
Quasi tutti questi medici però sono tricologi, dermatologi e medici estetici. Come se perdere i capelli fosse come avere delle rughe o un naso storto o la cellulite. Di colpo mi è chiaro dove sta, in parte, il perché non si sia fatto un solo progresso in 40 anni.
Esco da entrambi con una diagnosi di androgenetica in stadio avanzato, alla faccia di chi dice di non vedere nulla, e un foglietto con “terapie” che so già difficilmente portabili avanti in età avanzata e da soli. Pensateci: basta un intervento e una degenza, una gamba rotta, qualunque contrattempo e interruzione di qualche settimana e sarebbe la fine. Dopo anni di sacrifici e magari effetti collaterali “sopportabili”.
In tutto questo i miei cari, ormai ultrasettantenni, con la paura negli occhi. Fino a ieri fiduciosi che avrei saputo, da persona assennata e affidabile quale ero, prendermi cura di loro al meglio possibile e ora anche loro nel pallone a vedermi così sconvolto. Irriconoscibile.
Probabilmente mi troverò anche a perdere il lavoro anche se nel frattempo ho chiesto solo un’aspettativa. Ma dura al massimo un anno e io non vedo come si possa risolvere qualcosa con del tempo.
Ora sono qua, che non mi capacito di come pochi mesi abbiano fatto naufragare in questa maniera la mia idea di invecchiare più o meno serenamente, con in mano un quarto di pasticca di finasteride (per cominciare…), mentre la mia parte sana, ormai ridotta al lumicino, che mi dice che probabilmente è una delle scelte peggiori della mia vita.
Detto francamente e non sto scherzando, personalmente avrei preferito un male incurabile.