Coca, ho letto questo articolo scritto da Colombina Vincenti, dermatologo dell'università di Bologna parlando dei metodi efficaci nel fare una diagnosi tricologica azzeccata:
“Lo specialista, oltre alla diagnosi clinica, utilizza alcuni moderni strumenti e metodi che forniscono il quadro esatto della situazione. Il primo strumento è il dermatoscopio, lo stesso usato dagli specialisti per l’osservazione dei nei, che permette una osservazione del diametro dei capelli e dello stato del cuoio capelluto. A diametri precisi corrisponde lo stato di salute dei capelli perché i capelli già indeboliti iniziano a divenire prima sottili, cadranno invece solo dopo. Secondo metodo è il Pull test, eseguito dal medico. Che afferra una ciocca di un centinaio di capelli e esegue una trazione costante. Poi si contano i capelli venuti via col tiraggio. Infine c’è il tricogramma, metodo molto preciso ma abbastanza complesso. Si tratta dell’osservazione al microscopio delle radici dei capelli, precedentemente staccate dalla testa. Perché sia valido il metodo vanno asportati almeno 50 capelli, mentre se se ne indagano solo una decina il risultato non vale. I bulbi così ingranditi appaiono molto diversi all’occhio del medico se in fase di crescita o si morte. Lo specialista fa la conta e quando il numero di capelli in fase terminale supera il 10 per cento allora la calvizie è probabilmente avviata”.