Si'. Il termine apostasia (dal greco apo, lontano, distaccato, stasis, restare) definisce l'abbandono formale della propria religione (in tale contesto si parlerà più propriamente di apostata della religione). In questo senso è irrilevante se a seguito di tale abbandono vi sia l'adesione a un'altra religione (conversione) oppure la scelta areligiosa o atea. In senso stretto, il termine è riferito alla rinuncia e alla critica della propria precedente religione. Una vecchia e più ristretta definizione di questo termine si riferiva ai cristiani battezzati che abbandonavano la loro fede.
Si definisce apostata colui o colei che pratica l'apostasia; è tuttavia raro il caso di ex-credenti che si autodefiniscano apostati, in quanto nella vulgata tale termine comporta una connotazione spregiativa; rispetto alla nuova religione è invalso l'uso del termine convertito laddove, per l'abbandono in generale della religione si usa deconvertito: a entrambi i termini si tende a dare un significato positivo rispetto ad apostasia.
Vi faccio un esempio: Magdi Cristiano Allam, che era un musulmano, oggi è un apostata. Infatti è cattolico. Per l'Islam va punito con la morte per flagellazione.