Aiuto, mi si è ristretto il pene!

dag

Utente
13 Agosto 2006
1,114
0
415
Colpa dell'inquinamento

Gli estrogeni diffusi nei materiali e nell'ambiente hanno provocato negli ultimi 60 anni una riduzione della lunghezza media dell’organo genitale maschile, ma anche alcune modificazioni morfologiche del corpo degli uomini


Vietato per questa volta fare battute e ridere a denti stretti: quello della lunghezza del pene a riposo che si riduce è un problema reale. Secondo uno studio condotto dall'Università di Padova, infatti, negli ultimi 60 anni le misure dell'organo sessuale maschile a riposo sono diminuite di circa un centimetro. E causa ne è l'inquinamento ambientale che ha prodotto e produce alterazioni dell'equilibrio ormonale.

La ricerca è stata condotta prendendo in considerazione la media di 9,7 cm di lunghezza riportata dal rapporto Kinsey del 1948 e relativa a oltre 2.700 maschi (che va precisato, a onor del vero, erano americani e quindi forse non confrontabili al 100 per cento con quelli italiani) e quella di 8,9 cm rilevata in oltre 2000 diciottenni veneti dall'equipe del Centro regionale di crioconservazione dei gameti di cui è responsabile il patologo Carlo Foresta . «Diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti - ha spiegato il professor Foresta, in occasione del convegno in corso ad Abano Terme sulla Medicina della riproduzione - possono agire in due modi: riducendo l'attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l'attività degli estrogeni femminili».

Ora: l'inquinamento ambientale inizia a creare danni all'apparato riproduttivo già nell'utero materno proprio perché altera l'equilibrio ormonale, riducendo, per l'appunto, l'attività degli androgeni che determinano la dimensione di pene e testicoli. «Ma il problema è anche un altro - ha spiegato ancora Foresta - perché un alterato equilibrio ormonale... determina anche modificazioni morfologiche del corpo maschile. L'armonia e le proporzioni del corpo, infatti, sono determinate dagli ormoni. I giovani del terzo millennio diventano più alti perché hanno le gambe sempre più lunghe. Questo è un altro effetto dello squilibrio ormonale da inquinamento».

E qui alzi la mano chi non ha mai pensato che le dimensioni del pene non fossero un problema, dal momento che stando a un reportage del magazine americano The Atlantic, le maggiori società produttrici di preservativi hanno smesso di mettere in commercio condom small: è praticamente impossibile venderli. Segno (o illusione) forse che gli uomini americani siano tu
 

dag

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Colpa dell'inquinamento

Gli estrogeni diffusi nei materiali e nell'ambiente hanno provocato negli ultimi 60 anni una riduzione della lunghezza media dell’organo genitale maschile, ma anche alcune modificazioni morfologiche del corpo degli uomini


Vietato per questa volta fare battute e ridere a denti stretti: quello della lunghezza del pene a riposo che si riduce è un problema reale. Secondo uno studio condotto dall'Università di Padova, infatti, negli ultimi 60 anni le misure dell'organo sessuale maschile a riposo sono diminuite di circa un centimetro. E causa ne è l'inquinamento ambientale che ha prodotto e produce alterazioni dell'equilibrio ormonale.

La ricerca è stata condotta prendendo in considerazione la media di 9,7 cm di lunghezza riportata dal rapporto Kinsey del 1948 e relativa a oltre 2.700 maschi (che va precisato, a onor del vero, erano americani e quindi forse non confrontabili al 100 per cento con quelli italiani) e quella di 8,9 cm rilevata in oltre 2000 diciottenni veneti dall'equipe del Centro regionale di crioconservazione dei gameti di cui è responsabile il patologo Carlo Foresta . «Diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti - ha spiegato il professor Foresta, in occasione del convegno in corso ad Abano Terme sulla Medicina della riproduzione - possono agire in due modi: riducendo l'attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l'attività degli estrogeni femminili».

Ora: l'inquinamento ambientale inizia a creare danni all'apparato riproduttivo già nell'utero materno proprio perché altera l'equilibrio ormonale, riducendo, per l'appunto, l'attività degli androgeni che determinano la dimensione di pene e testicoli. «Ma il problema è anche un altro - ha spiegato ancora Foresta - perché un alterato equilibrio ormonale... determina anche modificazioni morfologiche del corpo maschile. L'armonia e le proporzioni del corpo, infatti, sono determinate dagli ormoni. I giovani del terzo millennio diventano più alti perché hanno le gambe sempre più lunghe. Questo è un altro effetto dello squilibrio ormonale da inquinamento».

E qui alzi la mano chi non ha mai pensato che le dimensioni del pene non fossero un problema, dal momento che stando a un reportage del magazine americano The Atlantic, le maggiori società produttrici di preservativi hanno smesso di mettere in commercio condom small: è praticamente impossibile venderli. Segno (o illusione) forse che gli uomini americani siano tu
 

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Colpa dell'inquinamento

Gli estrogeni diffusi nei materiali e nell'ambiente hanno provocato negli ultimi 60 anni una riduzione della lunghezza media dell’organo genitale maschile, ma anche alcune modificazioni morfologiche del corpo degli uomini


Vietato per questa volta fare battute e ridere a denti stretti: quello della lunghezza del pene a riposo che si riduce è un problema reale. Secondo uno studio condotto dall'Università di Padova, infatti, negli ultimi 60 anni le misure dell'organo sessuale maschile a riposo sono diminuite di circa un centimetro. E causa ne è l'inquinamento ambientale che ha prodotto e produce alterazioni dell'equilibrio ormonale.

La ricerca è stata condotta prendendo in considerazione la media di 9,7 cm di lunghezza riportata dal rapporto Kinsey del 1948 e relativa a oltre 2.700 maschi (che va precisato, a onor del vero, erano americani e quindi forse non confrontabili al 100 per cento con quelli italiani) e quella di 8,9 cm rilevata in oltre 2000 diciottenni veneti dall'equipe del Centro regionale di crioconservazione dei gameti di cui è responsabile il patologo Carlo Foresta . «Diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti - ha spiegato il professor Foresta, in occasione del convegno in corso ad Abano Terme sulla Medicina della riproduzione - possono agire in due modi: riducendo l'attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l'attività degli estrogeni femminili».

Ora: l'inquinamento ambientale inizia a creare danni all'apparato riproduttivo già nell'utero materno proprio perché altera l'equilibrio ormonale, riducendo, per l'appunto, l'attività degli androgeni che determinano la dimensione di pene e testicoli. «Ma il problema è anche un altro - ha spiegato ancora Foresta - perché un alterato equilibrio ormonale... determina anche modificazioni morfologiche del corpo maschile. L'armonia e le proporzioni del corpo, infatti, sono determinate dagli ormoni. I giovani del terzo millennio diventano più alti perché hanno le gambe sempre più lunghe. Questo è un altro effetto dello squilibrio ormonale da inquinamento».

E qui alzi la mano chi non ha mai pensato che le dimensioni del pene non fossero un problema, dal momento che stando a un reportage del magazine americano The Atlantic, le maggiori società produttrici di preservativi hanno smesso di mettere in commercio condom small: è praticamente impossibile venderli. Segno (o illusione) forse che gli uomini americani siano tu