Io sono stato presente al congresso e devo dire che in 20 anni qualche passo avanti lo si è fatto, quantomeno per uscire dalla mentalità dei soli minox e finasteride.
Nei prossimi anni sicuramente verranno messi a frutto i risultati di ricerche che iniziano ad indirizzare lo sviluppo dei prodotti basandosi sulla cognizione di una parte dei meccanismi molecolari che concorrono all'evoluzione dell'alopecia ( androgenetica, ed areata), anche perchè credo che l'era della serendipità nell'individuare benefici sui capelli derivanti da effetti collaterali di farmaci impiegati per altro sia terminata.
Entrando nel merito delle relazioni di cui si è parlato al congresso quelle che mi hanno più colpito sono state:
1)quella di Kuniyoshi Yagyu, sul quale certamente farei un pensiero nel caso di trapianto.
Direi che è impressionante la qualità degli interventi mostrati al congresso nel trattamento dell'alopecia cicatriziale, situazione dove la terapia farmacologia può dare un contributo pari a 0 visto che non sono presenti indigeni, e dove il risultato è tutto opera di un eccellente chirurgo.
https://www.ishrs.org/users/48759
2) vi è stata una relazione del Dr Enzo Emanuele, ricercatore patologo che fa parte ( o faceva parte) del gruppo di ricerca della Tosti.
Ha fatto un rapido accenno al target delle proteine WNT ed ha descritto qual'è la linea di sviluppo di molecole, che seguono la ricerca da essi condotta, che si può riassumere brevemente in:
- acido valproico
- Samumed
- metil vanillato
Quello su cui stanno lavorando Tosti&Co. è il metil vanillato ( non penso assolutamente quello cui si fa riferimento nel prodotto Ducray, che deriva da un estratto vegetale). Penso stiano testando il sintetico e lo studio condotto vede coinvolte le donne.
Questo poichè probabilmente, come era emerso qualche anno fa da un lavoro Giapponese ( http://press.endocrine.org/doi/full/10.1210/jc.2008-1053 ) che qui ben conosciamo.
Col metil vanillato hanno descritto un aumento di densità follicolare di 7 capelli per cm^2 dopo 6 mesi di trattamento.
Pensano che la molecola sviluppata da Samumed sia una modificazione dell'acido valproico.
3) E' intervenuta una ricercatrice facente parte del team di Ralph Paus, e la cosa mi ha fatto personalmente molto piacere vista la stima che ho nei confronti di Paus e degli spunti che ha dato nell'approccio alle problematiche inerenti gli annessi cutanei e la dermatologia.
Lei era focalizzata sulla ricerca nell'areata.
Stanno studiando l'espressione genica che si attiva nella fase attiva dell'areata per poi colpirne i target a livello immunologico.
Personalmente posso dire che in merito al PRP e fattori di crescita in generale si era partiti 5-6 anni or sono con un aproccio indicato in maniera piuttosto grossolana da Greco, e a seguire Rinaldi.
Nel tempo la metodica si sta ampiamente affinando e spero di poter condividere prossimamente i passi avanti che si sono fatti, specialmente potendo far visionare risultati ottenuti.
Attualmente è prematuro parlarne.
Vorrei comunque far presente che dietro l'acronimo PRP si cela una complessità non indifferente, e che probabilmente con una standardizzazione dei parametri del prodotto ottenuto a seguito della processazione del sangue intero si potranno finalmente ottenere riscontri clinici evidence based in più campi, specialmente ove la discrepanza di metodologie per l'ottenimento del PRP ha creato una proporzionale incostanza e discordanza di risultati.