un aiuto per mia madre..

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
1,111
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415
Stanotte ho fatto un sogno strano.
Appena sveglio non sono riuscito a mettere assieme, neppure con lucidità, i pezzi del sogno.
Un puzzle incomprensibile. Tempo pochi minuti e ho ripreso le normali attività del giorno.
Nel pomeriggio davanti al solito instancabile teatrino familiare ecco la spiegazione del sogno. Vivo quasi una sorta di déjà vu.
Non racconto la dinamica, non servirebbe.
Più importante il racconto di una donna come mia madre che è depressa.
Probabilmente le difficoltà del suo matrimonio, sommata all'insoddisfazione classica delle donne di mezza età ha acceso la miccia per un fuoco che tarda a spegnersi.
Una donna solare all'apparenza ma che nell'intimo della sua riservatezza (vita domestica) ha forti alterazioni comportamentali.
Un giorno serena, l'altro un pò giù, l'altro ancora solare per poi finire la settimana con giorni ricchi di rimpianti, insoddisfazioni e forte agitazione.
Non gradisce un aiuto, perchè ha dato modo di capire che il suo malessere nasce dall'insoddisfazione di essersi realizzata a metà.
Questo periodo, conciliato con la promozione della sua sorella minore a direttrice di una banca, mia madre ha vissuto forse uno dei suoi momenti più difficile.
Visibilmente soddisfatta per la sorella, nel suo animo è come se si fosse accesa la sua probabile vita davanti.
Nessun invidia, sembra che il suo star male sia dato dal fatto che lei non ha potuto o voluto condurre una vita ancor migliore della presenza.
Spesso richiama episodi che conciliano con i suoi rimpianti.
Mio padre è praticamente distante da mia madre, non c'è fra i due nessun tipo di complicità se non l'indifferenza di mio padre.
Una brutta tegola che stà distruggendo giorno dopo giorno l'equilibrio della mia famiglia....una situazione che probabilmente finirà per lasciare l'amaro in bocca a qualcuno.
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Stanotte ho fatto un sogno strano.
Appena sveglio non sono riuscito a mettere assieme, neppure con lucidità, i pezzi del sogno.
Un puzzle incomprensibile. Tempo pochi minuti e ho ripreso le normali attività del giorno.
Nel pomeriggio davanti al solito instancabile teatrino familiare ecco la spiegazione del sogno. Vivo quasi una sorta di déjà vu.
Non racconto la dinamica, non servirebbe.
Più importante il racconto di una donna come mia madre che è depressa.
Probabilmente le difficoltà del suo matrimonio, sommata all'insoddisfazione classica delle donne di mezza età ha acceso la miccia per un fuoco che tarda a spegnersi.
Una donna solare all'apparenza ma che nell'intimo della sua riservatezza (vita domestica) ha forti alterazioni comportamentali.
Un giorno serena, l'altro un pò giù, l'altro ancora solare per poi finire la settimana con giorni ricchi di rimpianti, insoddisfazioni e forte agitazione.
Non gradisce un aiuto, perchè ha dato modo di capire che il suo malessere nasce dall'insoddisfazione di essersi realizzata a metà.
Questo periodo, conciliato con la promozione della sua sorella minore a direttrice di una banca, mia madre ha vissuto forse uno dei suoi momenti più difficile.
Visibilmente soddisfatta per la sorella, nel suo animo è come se si fosse accesa la sua probabile vita davanti.
Nessun invidia, sembra che il suo star male sia dato dal fatto che lei non ha potuto o voluto condurre una vita ancor migliore della presenza.
Spesso richiama episodi che conciliano con i suoi rimpianti.
Mio padre è praticamente distante da mia madre, non c'è fra i due nessun tipo di complicità se non l'indifferenza di mio padre.
Una brutta tegola che stà distruggendo giorno dopo giorno l'equilibrio della mia famiglia....una situazione che probabilmente finirà per lasciare l'amaro in bocca a qualcuno.
 

qwerty__

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8 Settembre 2007
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Stanotte ho fatto un sogno strano.
Appena sveglio non sono riuscito a mettere assieme, neppure con lucidità, i pezzi del sogno.
Un puzzle incomprensibile. Tempo pochi minuti e ho ripreso le normali attività del giorno.
Nel pomeriggio davanti al solito instancabile teatrino familiare ecco la spiegazione del sogno. Vivo quasi una sorta di déjà vu.
Non racconto la dinamica, non servirebbe.
Più importante il racconto di una donna come mia madre che è depressa.
Probabilmente le difficoltà del suo matrimonio, sommata all'insoddisfazione classica delle donne di mezza età ha acceso la miccia per un fuoco che tarda a spegnersi.
Una donna solare all'apparenza ma che nell'intimo della sua riservatezza (vita domestica) ha forti alterazioni comportamentali.
Un giorno serena, l'altro un pò giù, l'altro ancora solare per poi finire la settimana con giorni ricchi di rimpianti, insoddisfazioni e forte agitazione.
Non gradisce un aiuto, perchè ha dato modo di capire che il suo malessere nasce dall'insoddisfazione di essersi realizzata a metà.
Questo periodo, conciliato con la promozione della sua sorella minore a direttrice di una banca, mia madre ha vissuto forse uno dei suoi momenti più difficile.
Visibilmente soddisfatta per la sorella, nel suo animo è come se si fosse accesa la sua probabile vita davanti.
Nessun invidia, sembra che il suo star male sia dato dal fatto che lei non ha potuto o voluto condurre una vita ancor migliore della presenza.
Spesso richiama episodi che conciliano con i suoi rimpianti.
Mio padre è praticamente distante da mia madre, non c'è fra i due nessun tipo di complicità se non l'indifferenza di mio padre.
Una brutta tegola che stà distruggendo giorno dopo giorno l'equilibrio della mia famiglia....una situazione che probabilmente finirà per lasciare l'amaro in bocca a qualcuno.
 
14 Gennaio 2007
162
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La letteratura teatrale del secondo Ottocento ha spesso messo in scena il cosiddetto dramma della semplice vita domestica e familiare. Dopo mezzo secolo di teatro romantico, fatto di galanti avventurette amorose, trame fantasiose e leggendarie, e grandi colpi di scena creati apposta per il divertimento serale di un pubblico aristocratico alla ricerca di una buona digestione, si sentì la necessità di un ritorno al realismo: il conflito drammatico non è più quello titanico dell'eroe con la realtà esterna, ma quello dell'uomo comune con se stesso e la propria realtà quotidiana. Storie di tutti i giorni con persone di tutti i giorni, che si trovano a fare i conti, e in modo molto più drammatico del precedente, con le proprie debolezze, le menzogne, le illusioni, le speranze, le apparenze, i sogni, i rimpianti di una vita diversa, le insoddisfazioni, i piccoli scontri quotidiani.

Gli autori risolsero la questione in modi diversi, a seconda della propria sensibilità e del proprio credo. Ibsen (almeno il primo Ibsen) avrebbe descritto, dopo anni di angoscia e sofferenza, la ribellione di tua madre a una realtà non più accettata. Fragile creatura che vuole ritrovare la propria realizzazione, autonomia e identità di donna, ella scopre di dover adempiere ai doveri verso se stessa prima che verso gli altri: abbandonerà tutto e fuggirà da sola, incontro al ritrovamento della propria vita.

Maeterlinck avrebbe scritto un finale diverso. Dopo anni di lotte e di tentativi, tua madre si rende conto che la propria libertà e volontà è soltanto un'illusione. Lei è soltanto una vittima debole e impotente. Quello di una vita diversa rimarrà soltanto un sogno perchè ogni tentativo è destinato al fallimento: cederà, pertanto, alla irrimediabile solitudine degli esseri abbandonati e senza conforto, all'accettazione della sconfitta di qualsiasi amore, alla inutilità di ogni resistenza al destino nemico e avverso.


Non so di quale autore vorrebbe essere il personaggio tua madre. Scusa, oggi ho la febbre.
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
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In questi casi, ritengo che l'unica cosa che noi figli possiamo dare ai nostri genitori sia forza ed affetto. L'ideale sarebbe che lei potesse sfogarsi con un professionale che la potesse aiutare ad arrivare ad una via più illuminata.
Tanta forza alla mamma!!!
 

jador

Utente
7 Agosto 2006
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Il finale non e' prestabilito da niente e da nessuno, se non da se stessi.

Se ci si ribella, si puo' voltare pagina, se ci si adagia al vittimismo, si rimane vittime.

La vita cmq, se da una parte toglie, dall'altra offre. Basta non guardare solo da una parte. Il destino lo creiamo noi, con le nostre scelte e le nostre rinunce. Siamo noi i responsabili della nostra vita, e se alla fine ci si rende conto di aver fallito, bisognerebbe saper fare di questo fallimento lo stimolo per ritrovare in qualche modo se stessi, fosse solo anche nelle piccole cose.

Lasciare accesa quella piccola luce di speranza, di fiducia, che ancora fa intravedere la bellezza della vita, che fa sentire ancora i sapori e vedere i colori della vita.


 

klimt

Utente
8 Febbraio 2006
1,063
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415
bellissimo post die, complimenti...


qwerty, guarda ..se posso permettermi.. a prescindere dalle considerazioni letterarie a mio avviso pare che tua madre sia affetta da una forma di depressione molto comune nelle persone di mezza età, come tu stesso hai riconosciuto ovvero la
-sindrome depressiva bipolare- che è caratterizzata proprio dallo squilibrio del tono dell'umore e dall'alternanza più completa dei diversi stati d'animo.
E' un tipo di depressione che si cura bene, l'aveva anche mia madre, basta andare da un buon psichiatra che possa prescrivere na buona terapia farmacologica.