In quarant’anni ha salvato decine
di malati. Nessuno si spiega come.
Ma tutti ammettono: «Funziona»
ELIO PIRARI
ARBATAX (OGLIASTRA)
Lo terrorizzano molto più di quanto lui terrorizzi loro, ma come sentono il suo nome i medici locali sbiancano, sbandano, dicono di non conoscerlo, manco fosse Frankenstein o Craig Venter, manco avesse decifrato il genoma umano. Eppure Arbatax, provincia dell'Ogliastra, in inverno mille anime che si spostano tra la torre spagnola e una folgorante scenografia naturale, le rocce rosse di Capo Bellavista, non è una megalopoli asiatica. Spettacolare la risposta della dottoressa Marilena Lara che da Cilormo abita a non più di trecento metri di distanza: «Cilormo chi?». Più logica sarebbe quella del dottor Angelo Bovi: «Le va bene se ne parliamo con calma?», se poi la stessa logica non gli consigliasse di spegnere il cellulare. Al di là del comprensibile imbarazzo dei «sapienti locali», esistono le testimonianze dei «guariti».
Girolamo Silverio Calisi, noto Cilormo, nato a Ponza nel giugno del 1914, ex pescatore. Nessuno qui lo immagina santo, ma qui ha fatto felice un po' di gente. Cilormo non ha commercialisti o fatturati in nero, anzi non ha fatturati. Non fa pubblicità ingannevole, è un uomo mite, la sua è una storia senza ombre. Come diceva Gesù posa le mani sui malati, ma non lo fa in nome di Gesù, e neanche del denaro perché non ha mai preteso un centesimo da nessuno. A 93 anni è povero e ormai quasi cieco, da quando ne aveva 13 abita in via Bellavista in una casa color rosa, bassa e stretta, vive con una pensione sociale e qualche «pensiero dei sanati»: buste di caffè, frutta, pesce, olio, zucchero e vino. Una volta un tale si presentò con una capra al guinzaglio, lui disse «Belledda» ma rifiutò. In mare non esce più perché, pur ultranovantenne, per un curioso contrappasso non ha una salute di ferro. Arbatax, le 11. Seduto sul gradino di casa Cilormo aspetta che la donna delle pulizie concluda le sue faccende. «Cos'hai?, macchie, fuochi, punture?». Rosy Brundu, 27 anni, laureanda in Scienze politiche all'università di Cagliari, ha una psoriasi cronica al cuoio capelluto: «Il mio cassetto era così pieno di tacalcitolo, retinoidi e immunosoppressori che l'altro giorno ho buttato tutto». Rosy entra, tre minuti ed è fuori: «Questa è la prima seduta, ce ne saranno altre due. Se ci credo?, non servono atti di fede, Cilormo non è un mago, sono qui perché ha risolto i problemi ad amici di Cagliari. Guardi che da questo tzi
di malati. Nessuno si spiega come.
Ma tutti ammettono: «Funziona»
ELIO PIRARI
ARBATAX (OGLIASTRA)
Lo terrorizzano molto più di quanto lui terrorizzi loro, ma come sentono il suo nome i medici locali sbiancano, sbandano, dicono di non conoscerlo, manco fosse Frankenstein o Craig Venter, manco avesse decifrato il genoma umano. Eppure Arbatax, provincia dell'Ogliastra, in inverno mille anime che si spostano tra la torre spagnola e una folgorante scenografia naturale, le rocce rosse di Capo Bellavista, non è una megalopoli asiatica. Spettacolare la risposta della dottoressa Marilena Lara che da Cilormo abita a non più di trecento metri di distanza: «Cilormo chi?». Più logica sarebbe quella del dottor Angelo Bovi: «Le va bene se ne parliamo con calma?», se poi la stessa logica non gli consigliasse di spegnere il cellulare. Al di là del comprensibile imbarazzo dei «sapienti locali», esistono le testimonianze dei «guariti».
Girolamo Silverio Calisi, noto Cilormo, nato a Ponza nel giugno del 1914, ex pescatore. Nessuno qui lo immagina santo, ma qui ha fatto felice un po' di gente. Cilormo non ha commercialisti o fatturati in nero, anzi non ha fatturati. Non fa pubblicità ingannevole, è un uomo mite, la sua è una storia senza ombre. Come diceva Gesù posa le mani sui malati, ma non lo fa in nome di Gesù, e neanche del denaro perché non ha mai preteso un centesimo da nessuno. A 93 anni è povero e ormai quasi cieco, da quando ne aveva 13 abita in via Bellavista in una casa color rosa, bassa e stretta, vive con una pensione sociale e qualche «pensiero dei sanati»: buste di caffè, frutta, pesce, olio, zucchero e vino. Una volta un tale si presentò con una capra al guinzaglio, lui disse «Belledda» ma rifiutò. In mare non esce più perché, pur ultranovantenne, per un curioso contrappasso non ha una salute di ferro. Arbatax, le 11. Seduto sul gradino di casa Cilormo aspetta che la donna delle pulizie concluda le sue faccende. «Cos'hai?, macchie, fuochi, punture?». Rosy Brundu, 27 anni, laureanda in Scienze politiche all'università di Cagliari, ha una psoriasi cronica al cuoio capelluto: «Il mio cassetto era così pieno di tacalcitolo, retinoidi e immunosoppressori che l'altro giorno ho buttato tutto». Rosy entra, tre minuti ed è fuori: «Questa è la prima seduta, ce ne saranno altre due. Se ci credo?, non servono atti di fede, Cilormo non è un mago, sono qui perché ha risolto i problemi ad amici di Cagliari. Guardi che da questo tzi