taglio alla fiamma...che ne pensate?

gio82pac

Utente
21 Giugno 2003
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da
http://www.golemindispensabile.it/Puntata12/articolo.asp?id=673&num=12&sez=182&tipo=&mpp=&ed=&as=
Siamo alla Clinica del capello: il locale è accogliente: piccolo, pulito, in ordine.
Il signor Roberto Folli sta aspettando seduto su una delle poltrone rosse dove d'abitudine fa accomodare i clienti quando taglia loro i capelli; per rilasciarci questa intervista ha spostato alcuni appuntamenti del sabato, che è uno dei giorni in cui si lavora di più.
Sa già che stiamo preparando un numero sui ferri del mestiere e così esordisce parlandoci dei suoi strumenti di lavoro.

La mia specialità è il taglio alla fiamma, una particolare tecnica di lavorazione dei capelli che li rinforza e ne ferma la caduta. Vede, io prendo questo strumento (una specie di stilografica d'altri tempi, con il corpo allungato di un pennellino e all'estremità un pennino metallico a forma di goccia, n.d.r.), infilo sulla punta il batuffolo di cotone imbevuto di alcool, gli do fuoco con l'accendino e poi, aiutandomi con il pettine, lo passo sulla ciocca di capelli, nella parte centrale, molto vicino alla radice, in questo modo...

Mentre ce ne parla, il maestro (tutti lo chiamano così) con una mano muove sapientemente lo strumento per la bruciatura, mentre con l'altra tiene un pennello di quelli che si usano per spazzolar via dal collo e dai vestiti i capelli tagliati, a mo' di ciocca che sta per esser scottata e allo stesso tempo, sempre con questa mano, mantiene il pettine che permette alla ciocca di restare tesa.

Questa specie di scossa aiuta a riavviare la circolazione sanguigna alla cute e già dopo 3-4 giorni i capelli sono più forti. Serve anche per eliminare le doppie punte, che sono un segnale di debolezza del capello. A Milano siamo solo in tre ad applicare il taglio alla fiamma: bisogna essere molto esperti perché è una tecnica rischiosa, ma io faccio questo lavoro da quando ero molto piccolo.
Io sono di Ferrara; ho iniziato a lavorare a 6 anni come garzone di bottega: la mattina andavo a scuola, ma a quei tempi tutti i bambini lavoravano e così anch'io il pomeriggio andavo a imparare il mestiere. A 12 anni mi sono trasferito a Vittorio Veneto (l'aver abbandonato così presto la famiglia è l'unico rimpianto che ho), a 14 anni sono venuto a Milano, a 16 sono diventato maestro di bottega in Via degli Omenoni 12, dove utilizzavo già la tecnica della bruciatura con la candela.
Ho lavorato per 33 anni in centro, in Via Rovello 10, vicino al Piccolo, ma poi