Non sono un medico nè studio medicina. Ho 22 anni e come tutti i membri di ieson, mi trovo a gestire un' aga che non so come evolverà, portandomi a considerare l'idea di essere un domani costretto a confrontarmi col dilemma finasteride. Perchè, diciamocela tutta, di un dilemma si tratta....
allo stato attuale si conosce la principale causa della calvizia androgenetica: la sensibilità dei follicoli al dht e si dispone di un farmaco che pur di preservare questi ultimi dal dht locale sacrifica il 70% del dht TOTALE con effetti indesiderati di cui ancora non si conoscono con esattezza percentuali nè persistenza.
Ciò detto, credo che, qualora dovessi assumere finasteride lo farei gradualmente: Partendo da dosaggi molto bassi 0,05 mg (il dosaggio minimo efficace), andrei in seguito lentamente aumentado la dose, fino ad arrivare a quella che sarebbe per me il giusto compromesso risultati-sides (spesso in forum stranieri ho letto la frase compromise). Stessa cosa qualora dovessi smettere o diminuire le dosi: lo farei gradatamente in modo da far abituare l'organismo ai cambiamenti. E cosa più importante mi farei seguire e monitorare da un andrologo-endocrinologo.
La mia è solo un'idea, nata dalle lettura delle parole di un andrologo (Consigliava di introdurre gradatamente la terapia) e dall' esperienza di chi ha avuto sides all'inizio(magari poi rientrati) o alla sospensione della cura, entrambi eventi repentini e dunque traumatici per gli equilibri ormonali.
Spero solo che questo post sia uno spunto di discussione per chi fosse interessato ed avesse voglia di esprimere un parere. Sono super curioso di capire se la mia sia solo una stupidaggine o ci sia anche un briciolo di verosimiglianza
[]
allo stato attuale si conosce la principale causa della calvizia androgenetica: la sensibilità dei follicoli al dht e si dispone di un farmaco che pur di preservare questi ultimi dal dht locale sacrifica il 70% del dht TOTALE con effetti indesiderati di cui ancora non si conoscono con esattezza percentuali nè persistenza.
Ciò detto, credo che, qualora dovessi assumere finasteride lo farei gradualmente: Partendo da dosaggi molto bassi 0,05 mg (il dosaggio minimo efficace), andrei in seguito lentamente aumentado la dose, fino ad arrivare a quella che sarebbe per me il giusto compromesso risultati-sides (spesso in forum stranieri ho letto la frase compromise). Stessa cosa qualora dovessi smettere o diminuire le dosi: lo farei gradatamente in modo da far abituare l'organismo ai cambiamenti. E cosa più importante mi farei seguire e monitorare da un andrologo-endocrinologo.
La mia è solo un'idea, nata dalle lettura delle parole di un andrologo (Consigliava di introdurre gradatamente la terapia) e dall' esperienza di chi ha avuto sides all'inizio(magari poi rientrati) o alla sospensione della cura, entrambi eventi repentini e dunque traumatici per gli equilibri ormonali.
Spero solo che questo post sia uno spunto di discussione per chi fosse interessato ed avesse voglia di esprimere un parere. Sono super curioso di capire se la mia sia solo una stupidaggine o ci sia anche un briciolo di verosimiglianza
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