Citazione:quando mai ho chiesto se ho l'ovaio multifollicolare o policistico? E quando mai ho chiesto se devo prendere la pillola?
Devo aver frainteso allora, perché mi pareva che dal tuo post di apertura il nocciolo fosse proprio questo... La confusione di quando è patologia (cioé quando ha effetti sui capelli) e quando no e quando prendere la pillola (o antiandrogeni)e quando no....
Forse mi sono spiegata male....
Intendo che comunque se il tuo medico ginecologo (NON dermatologo dove si sa che l'ignoranza in fatto capelli è tanta) ti ha diagnosticato un ovaio micropolicistito (ma intendeva multifollicolare????), le analisi ormonali, oltre che l'ecografia lo rivelano! Quindi se ci sono dubbi tra multifollicolare, policistico o micropolicistico, meglio chiedere al ginecologo che ti ha fatto le analisi... Fin qui ci siamo?
Il fatto pacifico a quanto pare è che se non ci sono scompensi ormonali non si può parlare di alopecia carenziale o androgenetica ma piuttosto di t.e. cronico, di cui vanno ricercate le cause (che sono molte). A quanto ho letto dunque, l'ovaio policistico dà pesanti squilibri ormonali, compresa amenorrea e irsutismo, il che quindi giustifica un problema ai capelli. L'ovaio multifollicolare, che quindi NON dà squilibri ormonali, NON è causa di caduta e le cause di caduta vanno ricercate altrove... per esempio nel tuo caso nella carenza di ferro... a quanto avevi la ferritina? Hai letto l'articolo di Campo in cui si dice che l'ipoferritinemia è causa del 35% di quante sono state diagnosticate androgenetiche nelle donne? spero sia più chiaro così....
Per Gianna ho trovato anche questo:
Eziologia della alopecia androgenetica
a cura di Daniele Campo
L'alopecia androgenetica riconosce un'eziologia multigenica e multifattoriale; questo indica un meccanismo ereditario che riguarda un mosaico di geni ma che dipende anche da altri fattori (incidenze) che possono avere un ruolo concausale: variazioni del peso, ipotiroidismo, stati di stress, disturbi dell'alimentazione ecc.
Il termine Alopecia Androgenetica è stato coniato da Ludwig nel 1962 ed indica i due maggiori fattori patogenetici della malattia, vale a dire gli ormoni androgeni e l'ereditarietà.
L'alopecia androgenetica è indotta dall'azione degli ormoni androgeni su soggetti geneticamente predisposti.
Tale condizione si trasmette con caratteristiche di poligeneticità ed interessa uomini e donne. L'estrema variabilità della penetranza provoca tutta una serie di fenotipi che vanno da forme minime, consistenti in un maggior arretramento della linea dell'attaccatura frontale, fino a forme severe come un'alopecia completa della zona centrale del cuoio capelluto.
Quello che verosimilmente si trasmette è il corredo enzimatico follicolare interessato alla captazione ed alla conversione degli androgeni, più precisamente, per quelle che sono le nostre conoscenze attuali, le due forme isoenzimatiche della 5-alfa-reduttasi (tipo 1 e tipo 2), la P450-aromatasi, le sei forme isoenzimatiche della 17-beta-HSD, i due isoenzimi della 3-alfa-HSD ed il recettore citosolico degli androgeni. Il passaggio metabolico più rilevante nella patogenesi dell'alopecia androgenetica è operato dalla 5-alfa-reduttasi, l'enzima che converte il testosterone in diidrotestosterone. Le differenti presentazioni cliniche dell'alopecia androgenetica nei modelli maschile e femminile possono essere spiegate con i differenti livelli dei recettori degli androgeni e degli enzimi convertitori degli androgeni presenti nelle diverse aree del cuoio capelluto in uomini e donne.
Studi degli anni 90 ci dicono che:
- uomini e donne hanno più alti livelli di 5-alfa-reduttasi nei follicoli del vertice piuttosto che in quelli occipitali, dove invece sono presenti più alti livelli di aromatasi;
- i recettori degli androgeni contenuti nei follicoli dei capelli delle donne sono approssimativamente il 40% in meno che negli uomini;
- la P450-aromatasi nei follicoli della zona frontale è sei volte più abbondante nelle donne;
- i follicoli frontali delle donne, rispetto a quelli degli uomini, contengono una quantità di 5-alfa-reduttasi tipo 1 e tipo 2, rispettivamente 3 e 3,5 volte minore (Sawaya, 1997).
Riferimenti
Marliani A. et al: I Capelli Firenze, Etruria Medica, 1989.
Marliani A.: TRICOLOGIA - diagnostica e terapia - Firenze, TricoItalia 1996.
Tosti A, Peluso A.M., Piraccini B.M.: “Le malattie dei capelli e del cuoio capelluto” BIBLIOTECNE Milano, 1996: 16.
E poi rileggete il post del Dr. Marliani.
http://www.ieson.com/topic.asp?TOPIC_ID=7227
Sottotitoli: Capisco il tuo disagio e sto cercando solo di dare informazioni per quanto di mia conoscenza (limitata) e per quanto si può in un forum....
Claudia