Sebopsoriasi e riflessioni sulla dermatologia

ivanienko

Utente
16 Novembre 2008
3
0
5
Salve,

scrivo questo post per esporre un problema dermatologico ed avere qualche consiglio, ma anche per esprimere la mia crescente sfiducia verso la dermatologia, non semplicemente per criticare ma come spunto di comune riflessione.

Ho sempre avuto problemi dermatologici (acne, forfora, dertmatite seborroica, caduta) e mai l’intervento e le cure di un dermatologo sono state capaci di risolverne uno. Certo, hanno contribuito a controllare i fenomeni ed evitarne il peggioramento, ma mai nulla di più. Ciò che comincio a pensare, ormai, è che la dermatologia non sia una scienza vera e propria, capace di capire le cause dei problemi e intervenire su queste, come avviene in molte altre discipline mediche, ma solo una pratica non supportata da vere e proprie consapevolezze teoriche quanto piuttosto basata su un meccanismo empirico per cui non si sa bene come intervenire, si procede per prove ed errori senza mai arrivare ad un punto fermo e risolutivo. La manifestazione più clamorosa di questo sta nel fatto che, dato un problema dermatologico, ogni dermatologo può fare una diagnosi più o meno diversa e prescreivere cure più o meno opposte; certo, ogni medico può avere fiducia in un percorso terapeutico piuttosto che in un altro, ma una tale eterogeneità e vaghezza sono inaccettabili e sintomo di una profonda mancanza di una vera consapevolezza scientifica.

Vi riporto l’ultimo caso in cui mi sono trovato e vi sottopongo man mano le motivazioni del mio scetticismo.

Antefatto: 2 anni fa, all’età di 31 anni, prendo la varicella. Dopo la guarigione mi restano 3-4 croste puntuali sul cuoio capelluto che non vanno via. Aspetto ma queste resistono. Non ci penso più e me le tengo. Ogni tanto le stuzzico perché danno fastidio, magari ne provoco la caduta e loro ricrescono.

Un anno fa vado da una dermatologa di milano e pochi giorni fa da un dermatologo di Roma, entrambi medici di una certa fama:

1
La visita, a dispetto dell’esoso onorario, si limita sempre ad osservare ad occhio nudo il cuoio capelluto per qualche secondo, dopo di che segue la diagnosi. Domanda: possibile che in dermatologia non ci sia la necessità di fare un qualunque esame, test, analisi che contribuisca scientificamente alla diagnosi? Basta dare un’occhiata? E infatti le diagnosi poi sono vaghe e contraddittorie, anche perché diverse patologie sono simili tra loro. Infatti…

2
Il primo medico mi dice che si tratta di psoriasi di origine traumatica (la varicella), il secondo mi
 

ivanienko

Utente
16 Novembre 2008
3
0
5
Salve,

scrivo questo post per esporre un problema dermatologico ed avere qualche consiglio, ma anche per esprimere la mia crescente sfiducia verso la dermatologia, non semplicemente per criticare ma come spunto di comune riflessione.

Ho sempre avuto problemi dermatologici (acne, forfora, dertmatite seborroica, caduta) e mai l’intervento e le cure di un dermatologo sono state capaci di risolverne uno. Certo, hanno contribuito a controllare i fenomeni ed evitarne il peggioramento, ma mai nulla di più. Ciò che comincio a pensare, ormai, è che la dermatologia non sia una scienza vera e propria, capace di capire le cause dei problemi e intervenire su queste, come avviene in molte altre discipline mediche, ma solo una pratica non supportata da vere e proprie consapevolezze teoriche quanto piuttosto basata su un meccanismo empirico per cui non si sa bene come intervenire, si procede per prove ed errori senza mai arrivare ad un punto fermo e risolutivo. La manifestazione più clamorosa di questo sta nel fatto che, dato un problema dermatologico, ogni dermatologo può fare una diagnosi più o meno diversa e prescreivere cure più o meno opposte; certo, ogni medico può avere fiducia in un percorso terapeutico piuttosto che in un altro, ma una tale eterogeneità e vaghezza sono inaccettabili e sintomo di una profonda mancanza di una vera consapevolezza scientifica.

Vi riporto l’ultimo caso in cui mi sono trovato e vi sottopongo man mano le motivazioni del mio scetticismo.

Antefatto: 2 anni fa, all’età di 31 anni, prendo la varicella. Dopo la guarigione mi restano 3-4 croste puntuali sul cuoio capelluto che non vanno via. Aspetto ma queste resistono. Non ci penso più e me le tengo. Ogni tanto le stuzzico perché danno fastidio, magari ne provoco la caduta e loro ricrescono.

Un anno fa vado da una dermatologa di milano e pochi giorni fa da un dermatologo di Roma, entrambi medici di una certa fama:

1
La visita, a dispetto dell’esoso onorario, si limita sempre ad osservare ad occhio nudo il cuoio capelluto per qualche secondo, dopo di che segue la diagnosi. Domanda: possibile che in dermatologia non ci sia la necessità di fare un qualunque esame, test, analisi che contribuisca scientificamente alla diagnosi? Basta dare un’occhiata? E infatti le diagnosi poi sono vaghe e contraddittorie, anche perché diverse patologie sono simili tra loro. Infatti…

2
Il primo medico mi dice che si tratta di psoriasi di origine traumatica (la varicella), il secondo mi
 

ivanienko

Utente
16 Novembre 2008
3
0
5
Salve,

scrivo questo post per esporre un problema dermatologico ed avere qualche consiglio, ma anche per esprimere la mia crescente sfiducia verso la dermatologia, non semplicemente per criticare ma come spunto di comune riflessione.

Ho sempre avuto problemi dermatologici (acne, forfora, dertmatite seborroica, caduta) e mai l’intervento e le cure di un dermatologo sono state capaci di risolverne uno. Certo, hanno contribuito a controllare i fenomeni ed evitarne il peggioramento, ma mai nulla di più. Ciò che comincio a pensare, ormai, è che la dermatologia non sia una scienza vera e propria, capace di capire le cause dei problemi e intervenire su queste, come avviene in molte altre discipline mediche, ma solo una pratica non supportata da vere e proprie consapevolezze teoriche quanto piuttosto basata su un meccanismo empirico per cui non si sa bene come intervenire, si procede per prove ed errori senza mai arrivare ad un punto fermo e risolutivo. La manifestazione più clamorosa di questo sta nel fatto che, dato un problema dermatologico, ogni dermatologo può fare una diagnosi più o meno diversa e prescreivere cure più o meno opposte; certo, ogni medico può avere fiducia in un percorso terapeutico piuttosto che in un altro, ma una tale eterogeneità e vaghezza sono inaccettabili e sintomo di una profonda mancanza di una vera consapevolezza scientifica.

Vi riporto l’ultimo caso in cui mi sono trovato e vi sottopongo man mano le motivazioni del mio scetticismo.

Antefatto: 2 anni fa, all’età di 31 anni, prendo la varicella. Dopo la guarigione mi restano 3-4 croste puntuali sul cuoio capelluto che non vanno via. Aspetto ma queste resistono. Non ci penso più e me le tengo. Ogni tanto le stuzzico perché danno fastidio, magari ne provoco la caduta e loro ricrescono.

Un anno fa vado da una dermatologa di milano e pochi giorni fa da un dermatologo di Roma, entrambi medici di una certa fama:

1
La visita, a dispetto dell’esoso onorario, si limita sempre ad osservare ad occhio nudo il cuoio capelluto per qualche secondo, dopo di che segue la diagnosi. Domanda: possibile che in dermatologia non ci sia la necessità di fare un qualunque esame, test, analisi che contribuisca scientificamente alla diagnosi? Basta dare un’occhiata? E infatti le diagnosi poi sono vaghe e contraddittorie, anche perché diverse patologie sono simili tra loro. Infatti…

2
Il primo medico mi dice che si tratta di psoriasi di origine traumatica (la varicella), il secondo mi
 

gibson

Utente
24 Settembre 2003
464
0
265
bel post in effetti la maggior parte dei dermatologi fa visite brevi e senza approfondire ma ti posso garantire che non sono tutti così sei stato sfortunato come me all'inizio...