RICERCA: OGGI IN PIAZZA PRECARI DA TUTTA ITALIA
ROMA - Si preparano a scendere in piazza oggi a Roma i precari dell'università e degli enti di ricerca di tutta Italia, in una manifestazione nazionale tesa a rilanciare il settore della ricerca attraverso nuove assunzioni e l'aumento dei finanziamenti.
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Sono una sessantina le associazioni che hanno aderito all'iniziativa e che oggi si preparano a manifestare davanti al ministero dell'Economia in rappresentanza degli oltre 70.000 precari italiani di enti di ricerca e università. Alla manifestazione hanno dato il sostegno i sindacati confederali, organizzazioni sindacali di base e partiti politici come Pdci e Prc. I precari hanno anche chiesto un incontro con il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, ma al momento - rendono noto - non è ancora arrivata una risposta.
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Il ministero dell'Economia è, secondo i precari, il vero collo di bottiglia che impedisce un reale investimento in istruzione, università e ricerca. La prima delle richieste che i precari della ricerca fanno al Governo è: assunzioni subito e negli anni a venire sufficienti a rilanciare l'istruzione, l'università e la ricerca. Si calcola infatti che sia precario circa il 50% del personale degli enti pubblici di ricerca e il 70% del personale delle università.
[sm]
I precari chiedono inoltre un netto aumento dei finanziamenti pubblici nel settore per riavvicinare l'Italia agli altri Paesi europei e regole trasparenti che garantiscano autonomia a chi lavora nella ricerca e nell' università e spezzino il potere delle clientele che sperperano i fondi pubblici e frenano lo sviluppo. La sfida, proseguono, è riuscire a modificare la situazione attuale, che vede l'Italia al di sotto dei parametri europei in termini di rapporto spesa-Pil investito e all'ultimo posto in ambito comunitario per quantità di personale impiegato.
Secondo i promotori della manifestazione nazionale l'università e la ricerca sono state penalizzate dall'ultima Finanziaria, che insieme al decreto Bersani ha ulteriormente tagliato i già magri finanziamenti. Quanto ai provvedimenti di stabilizzazione dei precari, sono così limitati da essere impercettibili, visto che per Prodi, Padoa-Schioppa, Mussi e Nicolais la ricerca e l'università non meritano maggiori investimenti. Secondo i promotori della manifestazione non servono solo provvedimenti 'straordinari' ma investimenti seri, duraturi e trasparenti per dare stabilità non solo
ROMA - Si preparano a scendere in piazza oggi a Roma i precari dell'università e degli enti di ricerca di tutta Italia, in una manifestazione nazionale tesa a rilanciare il settore della ricerca attraverso nuove assunzioni e l'aumento dei finanziamenti.
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Sono una sessantina le associazioni che hanno aderito all'iniziativa e che oggi si preparano a manifestare davanti al ministero dell'Economia in rappresentanza degli oltre 70.000 precari italiani di enti di ricerca e università. Alla manifestazione hanno dato il sostegno i sindacati confederali, organizzazioni sindacali di base e partiti politici come Pdci e Prc. I precari hanno anche chiesto un incontro con il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, ma al momento - rendono noto - non è ancora arrivata una risposta.
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Il ministero dell'Economia è, secondo i precari, il vero collo di bottiglia che impedisce un reale investimento in istruzione, università e ricerca. La prima delle richieste che i precari della ricerca fanno al Governo è: assunzioni subito e negli anni a venire sufficienti a rilanciare l'istruzione, l'università e la ricerca. Si calcola infatti che sia precario circa il 50% del personale degli enti pubblici di ricerca e il 70% del personale delle università.
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I precari chiedono inoltre un netto aumento dei finanziamenti pubblici nel settore per riavvicinare l'Italia agli altri Paesi europei e regole trasparenti che garantiscano autonomia a chi lavora nella ricerca e nell' università e spezzino il potere delle clientele che sperperano i fondi pubblici e frenano lo sviluppo. La sfida, proseguono, è riuscire a modificare la situazione attuale, che vede l'Italia al di sotto dei parametri europei in termini di rapporto spesa-Pil investito e all'ultimo posto in ambito comunitario per quantità di personale impiegato.
Secondo i promotori della manifestazione nazionale l'università e la ricerca sono state penalizzate dall'ultima Finanziaria, che insieme al decreto Bersani ha ulteriormente tagliato i già magri finanziamenti. Quanto ai provvedimenti di stabilizzazione dei precari, sono così limitati da essere impercettibili, visto che per Prodi, Padoa-Schioppa, Mussi e Nicolais la ricerca e l'università non meritano maggiori investimenti. Secondo i promotori della manifestazione non servono solo provvedimenti 'straordinari' ma investimenti seri, duraturi e trasparenti per dare stabilità non solo