Salve, io apro una riflessione, ragionando su me stesso
e il problema della calvizie giovanile, in generale.
Come ho già detto in dettagliati messaggi precedenti, io sono un
particolare tipo che non presenta calvizie evidenti, anzi così
blanda da tradire anche lo sguardo attento del dermatologo, che non
voleva neanche prescrivermi finasteride. L'ho convinto io pensate.
Però il fatto è che ho visto la mia capigliatura mutare un po'
rispetto alle foto di quand'ero un pischello, e se uno è intelligente
per prima cosa si reca dal dermatologo ho pensato, prima che la
natura ti avvisi in ben altro modo.
Dunque; io da sempre ho temuto per i miei capelli, fin da quando non
avevo problemi, ma papà un po' li ha persi e quindi pensavo, da 18
anni, prima o poi... Oggi ne ho 33, e pur non essendo calvo, anzi
posso ancora andare in giro a testa alta, mi rendo conto che in pratica la scriminatura da sola tradisce un aspetto non sanissimo
della cute, e devo stare sempre a pettinarmi per vincere il problema
oramai più psicosomatico che altro.
Anzitutto faccio notare che quando si cammina per strada, la gente
alienata per i fatti suoi, spesso non ci guarda in testa, o se lo fa,
lo fa in maniera così fugace da non vederci. Quindi penso a volte,
tanto vale far crescere due capelli in più, se tanto nessuno si
accorge di noi. Certo è che le condizioni della testa esteriori
valgano di più in contesti chiusi, di lavoro, palestra, riunioni
etc. Dove cioè lo sguardo altrui ci si posa di più. Ma è anche vero
che non tutte le persone al mondo giudicano o sanno giudicare la quantità di capelli dell'altro. L'aspetto di ciascuno di noi è,
o almeno dovrebbe essere, un tutt'uno con la nostra forza di volontà
interiore, che si trasmette dai nostri gesti, dalla nostra gestalt,
dal nostro sguardo e da come ci pronunciamo. Uno o una che ti giudica
dalla quantità di capelli o dal volume del torace e dei bicipiti, è
una persona inetta, che non ha un quadro esatto parametrico di giudizio altrui. Quindi tanto vale prestargli ascolto o attenzione.
Badate, quando io vado in giro o mi soffermo in un bar a chiaccherare, non vedo e non penso vi siano persone capaci di contarmi i capelli o di capire se io abbia magagne in testa, pertanto ne deduco, che io abbia 15 capelli in più o in meno,
non fa differenza, se per differenza s'intende che uno ti nota
di più, che io diventi più attraente ecc.
Quando colpisco una persona, lo faccio con lo sguardo; ma non perchè
gli occ
e il problema della calvizie giovanile, in generale.
Come ho già detto in dettagliati messaggi precedenti, io sono un
particolare tipo che non presenta calvizie evidenti, anzi così
blanda da tradire anche lo sguardo attento del dermatologo, che non
voleva neanche prescrivermi finasteride. L'ho convinto io pensate.
Però il fatto è che ho visto la mia capigliatura mutare un po'
rispetto alle foto di quand'ero un pischello, e se uno è intelligente
per prima cosa si reca dal dermatologo ho pensato, prima che la
natura ti avvisi in ben altro modo.
Dunque; io da sempre ho temuto per i miei capelli, fin da quando non
avevo problemi, ma papà un po' li ha persi e quindi pensavo, da 18
anni, prima o poi... Oggi ne ho 33, e pur non essendo calvo, anzi
posso ancora andare in giro a testa alta, mi rendo conto che in pratica la scriminatura da sola tradisce un aspetto non sanissimo
della cute, e devo stare sempre a pettinarmi per vincere il problema
oramai più psicosomatico che altro.
Anzitutto faccio notare che quando si cammina per strada, la gente
alienata per i fatti suoi, spesso non ci guarda in testa, o se lo fa,
lo fa in maniera così fugace da non vederci. Quindi penso a volte,
tanto vale far crescere due capelli in più, se tanto nessuno si
accorge di noi. Certo è che le condizioni della testa esteriori
valgano di più in contesti chiusi, di lavoro, palestra, riunioni
etc. Dove cioè lo sguardo altrui ci si posa di più. Ma è anche vero
che non tutte le persone al mondo giudicano o sanno giudicare la quantità di capelli dell'altro. L'aspetto di ciascuno di noi è,
o almeno dovrebbe essere, un tutt'uno con la nostra forza di volontà
interiore, che si trasmette dai nostri gesti, dalla nostra gestalt,
dal nostro sguardo e da come ci pronunciamo. Uno o una che ti giudica
dalla quantità di capelli o dal volume del torace e dei bicipiti, è
una persona inetta, che non ha un quadro esatto parametrico di giudizio altrui. Quindi tanto vale prestargli ascolto o attenzione.
Badate, quando io vado in giro o mi soffermo in un bar a chiaccherare, non vedo e non penso vi siano persone capaci di contarmi i capelli o di capire se io abbia magagne in testa, pertanto ne deduco, che io abbia 15 capelli in più o in meno,
non fa differenza, se per differenza s'intende che uno ti nota
di più, che io diventi più attraente ecc.
Quando colpisco una persona, lo faccio con lo sguardo; ma non perchè
gli occ