più semo e mejo stamo

smith

Utente
8 Settembre 2007
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Citazione:Gira de qua,
gira de là,
semo romani e volemo cantà

Me s'apre l'intestino...
 

zooey

Utente
11 Luglio 2006
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Citazione:Messaggio inserito da smith
Citazione:Gira de qua,
gira de là,
semo romani e volemo cantà

Me s'apre l'intestino...


Ahahahah!!!

Ardeco', è un po' troppo - ehm... - nostalgica, in effetti!!! [:D] Però mi ha fatto piacere riascoltarla!

P.s. A proposito di intestino, ieri con degli amici di Foggia ascoltavamo delle canzoni di tale Michele Serio. Mi raccomando, preparatevi e allontanate i minorenni:

http://www.youtube.com/watch?v=gj7M4Tk-TnA
 

ardecore

Utente
22 Maggio 2006
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ma quale nostalgico e nostalgico,questo si chiama vecchio stile,roots and culture!

pensa che geoff farina in persona,e chi ne capisce un attimo di musica sa di chi parlo,mentre sentiva un componente della band punk-jazz romana,gli ZU,con cui era in tour,suonare una di queste vecchie canzoni gli ha subito proposto di fare un disco.e così sono nati gli ardecore [8D]

smith bello de casa,se non ti sollazzano questi brani popolari,che fanno parte della cultura romana,me ne frega Xxxxxx.
cmq sia ho notato che quasi tutti i tuoi post sono di un acido da far schifo quindi magari cerca di fattela pià a bene ogni tanto zì

un consiglio mio

non perde st'occasione
 

zooey

Utente
11 Luglio 2006
642
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Non dicevo che fosse nostalgica la canzone in quanto tale, ma mi riferivo al testo!

Conosco gli Ardecore, ho entrambi gli album, davvero belli!!! Preferisco l'idea che è alla base del secondo, però. E poi il titolo, Chimera, riferito al tema di tutto l'album, la felicità, è troppo bello!

Mercoledì scorso sono stato al concerto di Carmen Consoli all'Auditorium (spettacolo stupendo, intimo e poetico) che ha eseguito una versione di Come te posso amà, tanto per rimanere anche in tema Ardecore. Ha detto una cosa triste e vera, sul dialetto (cito a memoria): Nel dialetto ci sono denari che non si possono più spendere, ci sono gioielli che non si possono più indossare...
Il caso del romano è uno dei più tristi. La prossimità con l'italiano e la continua contaminazione linguistica di altri italiani a Roma lo hanno reso sempre più piatto e grigio togliendogli la sua tipicità. Non è questo l'aspetto triste, ma il naturale corso degli eventi di una capitale che è stupido non accettare. Triste è invece constatare che proprio i pugliesi, i lucani, i calabresi e i campani che ho conosciuto, che vivono qui, delegittimano il poco che resta e che piano piano scompare. Spesso mi sento dire che ...il romanaccio non è nemmeno un dialetto, è un'orrida inflessione..., ci rimango malissimo e sto zitto. [:I]
Triste è che in tutta Italia (e nella stessa Roma) il romano sia considerato il linguaggio non del popolo, ma del cafone.
E la forma attuale parlata dai ragazzi e fatta di espressioni dure, ma di nuovo colorate e davvero tipiche, è slang, non il romano come tutti pensano. Tant'è che gli anziani che li sentono parlare non capiscono un tubo.

Vedi? Mi hai fatto diventare nostalgico! Ahahahah!!!