Carissimo Klimt
sei sempre tu che mi dedichi poesie così, questa volta, voglio provare a ricambiare.
Ho letto questo scritto pochi minuti fa..mi è piaciuto e mi ha fatto pensare a te..in particolar modo alla sera di Roma di un anno fa, quando arrivasti in ritardo rispetto al resto del gruppo ed alla fine incantasti tutti...(a proposito, dobbiamo riorganizzarci per un incontro forumesco! [])
E' un modo per dirti grazie dell'amicizia che mi doni ogni giorno. [:X][:X][:X]
- Dedica torrenziale a una sconosciuta -
Partito dal limite della città piovuta,
andavo per gli umidi e le pozze tra schizzi,
righe di terra sui vetri che segavano gli alberi,
decapitavano i bimbi e stracciavano le reclame.
Misi una musica scura
che tinse d’ombre il cielo
già grigio e nervoso,
quasi che i gonfi nembi
ne cantassero le note.
In questo carpaccio nero,
macerato dall’autunno lieve
che diceva già per l’inverno,
assaporai in contrasto i suoi occhi.
Li trovai in un gruppo
di sguardi da carte d’ufficio,
obliqui come cravatte al vento,
offuscati pure da quelli bassi
dei timidi scolari adolescenti.
Fu un caso, oppure fu il volto
che li conteneva a farne fari
e mostrare la rotta per giungere,
tra onde castane, alla rosa spiaggia.
Di un blu nobile, che d’aristocratico
aveva appena l’altezzosa apparenza,
perché i fragili toni sfumati d’azzurro
raccontavano di tenui speranze.
Passai la fermata e quegli occhi.
Il pentagramma si fece più scuro
e la musica si vetrificò in aria
frantumandosi al colpo di un tuono.
Piovve fino a sera, anche in casa.
- SED -
Con affetto
Stefania
sei sempre tu che mi dedichi poesie così, questa volta, voglio provare a ricambiare.
Ho letto questo scritto pochi minuti fa..mi è piaciuto e mi ha fatto pensare a te..in particolar modo alla sera di Roma di un anno fa, quando arrivasti in ritardo rispetto al resto del gruppo ed alla fine incantasti tutti...(a proposito, dobbiamo riorganizzarci per un incontro forumesco! [])
E' un modo per dirti grazie dell'amicizia che mi doni ogni giorno. [:X][:X][:X]
- Dedica torrenziale a una sconosciuta -
Partito dal limite della città piovuta,
andavo per gli umidi e le pozze tra schizzi,
righe di terra sui vetri che segavano gli alberi,
decapitavano i bimbi e stracciavano le reclame.
Misi una musica scura
che tinse d’ombre il cielo
già grigio e nervoso,
quasi che i gonfi nembi
ne cantassero le note.
In questo carpaccio nero,
macerato dall’autunno lieve
che diceva già per l’inverno,
assaporai in contrasto i suoi occhi.
Li trovai in un gruppo
di sguardi da carte d’ufficio,
obliqui come cravatte al vento,
offuscati pure da quelli bassi
dei timidi scolari adolescenti.
Fu un caso, oppure fu il volto
che li conteneva a farne fari
e mostrare la rotta per giungere,
tra onde castane, alla rosa spiaggia.
Di un blu nobile, che d’aristocratico
aveva appena l’altezzosa apparenza,
perché i fragili toni sfumati d’azzurro
raccontavano di tenui speranze.
Passai la fermata e quegli occhi.
Il pentagramma si fece più scuro
e la musica si vetrificò in aria
frantumandosi al colpo di un tuono.
Piovve fino a sera, anche in casa.
- SED -
Con affetto
Stefania